Cotignac, un villaggio “tra i più belli di Francia”
Forse meno noto di altri dipartimenti della Provenza, il Var è bello e… fortunato. Tra costa ed entroterra, il suo territorio è infatti uno dei più ricchi della regione per patrimonio naturale e culturale.
La località più conosciuta è Saint-Tropez, affacciata sul Mediterraneo, appena tornata alla ribalta in Italia con l’uscita della serie tv Bardot su Canale 5. Ma nell’interno c’è quella che i francesi chiamano “La Saint-Tropez dell’Alto Var”, il villaggio di Cotignac, 20 km a nord di Brignoles (sulla A8 e N7) lungo la D22.
Vera e propria gemma a 230 m di altitudine, Cotignac vanta il suo titolo di nobilità. Fa infatti parte dei “Villaggi più belli di Francia”.
L’acqua, il rocher e l’art de vivre a Cotignac
L'acqua ha modellato il volto di Cotignac nel corso dei secoli. Ancora oggi, nel villaggio ci sono 17 fontane, tra cui La Cascade con il suo lavatoio e la fontana delle Quattro Stagioni.
E sempre l’acqua, quella della Cassole, ha plasmato nei secoli l'impressionante falesia di tufo calcareo, lunga 400 metri e alta 80, che sovrasta e ripara il villaggio. Emblema di Cotignac, gli abitanti la chiamano familiarmente “il rocher”.
Le strade strette e colorate che si dipartono da Place de la Mairie, proprio sotto il rocher, conducono a loro volta a piazzette fiorite, fiancheggiate da case del XVI e XVII secolo, con ornamenti in pietra e lavori in ferro battuto. E al Cours Gambetta, centro nevralgico del villaggio, pieno di vita in tutte le stagioni.
A dispetto del nome, è difficile dire se sia una strada o una piazza: la parte pedonale è soprelevata rispetto alla carreggiata, formando un lungo e accogliente rettangolo fiancheggiato da due file di platani, su ci si affacciano caffè, botteghe, ristoranti, hotel e piccole gallerie. Il Cours Gambetta è il luogo deputato allo struscio, sottoforma di passeggio e di sorseggio: niente di meglio di un apéritif al tavolino di una delle terrasses ombreggiate per immergersi nell’art de vivre provenzale.
Cotignac, un villaggio da assaggiare
Quanto ai prodotti del territorio, Cotignac è una vera e propria esplosione di sapori, grazie a un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e a un artigianato del gusto portato avanti con passione dai produttori locali.
La coltivazione della vite consente di ottenere diverse denominazioni AOP: "Vin de Pays du Var", "Côtes de Provence" e "Côteaux Varois en Provence".
I terrazzamenti circostanti ospitano colture insospettabili, come lo zafferano, ed essenze selvatiche come timo, rosmarino e lavanda, ma anche l’immortelle, una pianta dalle proprietà antiage molto utilizzata nella cosmesi.
Completano la produzione locale olive e olio (un frantoio continua a funzionare per i produttori locali), miele e prodotti a base di mela cotogna, il frutto “brutto ma buono” da cui il villaggio prende nome.
Prodotti, tutti, di cui si può fare incetta al mercato provenzale del martedì mattina. Lungo il Cours Gambetta, ça va sans dire.
Dormire in un’abitazione troglodita
Cotignac ha un passato molto antico, le cui origini sono tuttora rintracciabili nelle abitazioni troglodite scavate nel rocher accanto alle grotte.
Una piacevole passeggiata consente di toccarle con mano e di… dormirci dentro: una di queste, infatti, è stata trasformata in B&B. È la Maison Troglodyte de Lucie, aperta da maggio a metà novembre (il comfort, naturalmente, è ben diverso da quello dell’età della pietra).
Dalla sommità della falesia, la vista abbraccia la pianura da est a sud, fino a Entrecasteaux e Carcès. Una delle torri costruite qui per proteggere il villaggio dall'invasione ugonotta quando Cotignac divenne roccaforte dei cattolici durante le guerre di religione del XVI secolo, ha un "passaggio segreto" che conduce a una grotta trogloditica scavata nella parete.
Cotignac, il villaggio “di sopra” e il villaggio “di sotto”
Cotignac non è sempre stato dov’è oggi, alla base del rocher. Si trova qui dal Medioevo, quando la popolazione decise di scendere a valle per paura dei briganti: testimonianza notevole dell’epoca è la chiesa di Saint-Pierre, costruita nel 1266. Ma nei secoli precedenti la vita si era sviluppata “a monte”, sulle alture in cima alla falesia rocciosa, in modo da dominare la valle.
Così era all’epoca dell’antica Roma, quando la zona faceva parte della provincia della Gallia Narbonensis. Tra le diverse tracce di questo periodo si fa notare l’Acquedotto dei cinque ponti, con la sua classica struttura ad archi, all'inizio della strada che conduce alla frazione di Valcros via Brignoles.
Sull'altopiano sopra il rocher, Cotignac si sviluppò intorno alla sorgente Saint-Martin, tra il V e il VI secolo: lo testimonia una cappella, menzionata per la prima volta nel 1174, che vanta pitture murali che risalgono al XIII o XIV secolo, pregevoli per qualità artistica e decisamente rare in Provenza.
Madame de Gaulle “lancia” Cotignac
Picasso ad Antibes, Bardot a Saint-Tropez, la Regina Vittoria a Mentone, Nizza e Hyères, Coco Chanel e Winston Churchill a Roquebrune-Saint-Martin, i Fitzgerald a Saint Raphaël… Da queste parti, diverse località devono la loro fama a personalità del mondo dell’arte, della cultura, dello spettacolo e della politica.
Nel caso di Cotignac, la celebrità che ne segnerà il destino è Yvonne de Gaulle, nata Vendroux, moglie del Presidente della Repubblica di Francia e chiamata familiarmente dai suoi compatrioti “tante Yvonne” (zia Yvonne). Instancabilmente al fianco del Generale Charles de Gaulle lungo la sua parabola nella Resistenza e nella quinta Repubblica francese, nel 1972 Yvonne soggiornò per un periodo a Cotignac. Grazie alla sua presenza, tanto il villaggio quanto l’hotel in cui scese, il Lou Calen, ottennero un’inattesa visibilità.
Una “seconda ondata” di fama arrivò alla fine degli anni '70, quando il Lou Calen e il suo ristorante erano frequentati da Joe Dassin, l’allora proprietario degli studi del vicino Château Miraval (oggi nella disponibilità di un’altra star, Brad Pitt) e gli artisti che vi andavano a registrare i loro album.
Chiuso nel 1999, oggi il Lou Calin è tornato a essere un albergo e ristorante di ottimo livello, ma anche un polo culturale di notevole interesse.
La Sacra Famiglia si presenta in ordine sparso
Pieno di vita, sì, ma anche in odore di santità. Di Cotignac risulta che sia l’unico luogo al mondo visitato dalla Sacra Famiglia al gran completo, ma… in ordine sparso.
Si dice che Il 10 agosto 1519, la Vergine Maria e il Bambino Gesù apparvero a Jean de la Baume, un taglialegna che lavorava sul Mont Verdaille, e gli chiesero di persuadere gli abitanti del luogo a costruire una cappella. Il santuario di Notre-Dame de Grâces fu completato nel giro di due anni e onorato da Papa Leone X. Il pellegrino più illustre fu re Luigi XIV, nel 1660.
Il 7 giugno 1660, il giovane pastore Gaspard Ricard stava pascolando il suo gregge sul Mont Bessillon in una giornata particolarmente calda e afosa. Assetato sotto il sole bruciante, ebbe una visione: San Giuseppe, indicando una roccia, gli disse: “Io sono Giuseppe, spostala e berrai”. Sul luogo dell'apparizione – dove la sorgente che dissetò Gaspard continua a esistere – fu allora costruita una cappella dedicata al santo. Dagli anni ’70 il santuario è retto dalle monache benedettine.
Grazie a queste apparizioni, Cotignac è tuttora meta di pellegrinaggio: ogni anno lo raggiungono qualcosa come 150.000 devoti.
Prima di partire per Cotignac
Per ulteriori informazioni si può fare riferimento all’ Ufficio del Turismo di Cotignac (anche sul posto: Pont de la Cassole, 83570 Cotignac, +33(0)4 94 04 61 87). Tante altre idee per visitare la zona e il dipartimento del Var su Provence Verte & Verdon, VisitVar ed ExploreFrance™.