Oltre il 10% dei ‘villaggi più belli di Francia’, 20 su 172, si trovano in Provenza-Alpi-Costa Azzurra e altri e sono nella Drôme Provençale. Sì, ma chi lo dice?
Les plus beaux villages de France
È il 1981. Molti piccoli comuni rurali francesi rischiano di svuotarsi: la tendenza della popolazione a spostarsi verso i centri più grandi è sempre più marcata.
Charles Ceyrac, sindaco di Collonges-la-Rouge, si ritrova per le mani un volume del Readers Digest dedicato ai villaggi più belli di Francia. Gli si accende una lampadina: perché non mettere insieme il meglio dei borghi del paese e valorizzarli in questa chiave, dando loro una seconda chance?
Condivide quella che potrebbe essere un’alternativa all’abbandono con i 66 colleghi che amministrano gli altri comuni recensiti nella pubblicazione: di lì a un anno, l’associazione Les plus beaux villages de France è viva e lotta insieme a loro.
Un club esclusivo
Come si diventa uno dei villaggi più belli di Francia? Per fregiarsi dell’appartenenza e del marchio, borghi come Les-Baux-de-Provence, Ménerbes o Roussillon hanno dovuto superare una selezione rigorosa. Ciascun comune interessato, infatti, deve fornire le ‘pezze d’appoggio’ del fatto che:
- ha una dimensione rurale, cioè non supera i 2mila abitanti;
- il suo territorio accoglie almeno due monumenti ‘classificati’ o iscritti al patrimonio pubblico;
- la volontà di entrare nel Club è condivisa, con tanto di delibera, dal Consiglio comunale.
A questo punto, l’associazione invia un Incaricato della Qualità che valuta, in base a 27 criteri diversi, la qualità del patrimonio, architettonica, urbanistica e ambientale del villaggio, ma anche le azioni concrete che l’amministrazione fa per valorizzare il territorio.
È il sindaco a fornire la documentazione che deve attestare tutto questo, ma non pensate che bastino quattro scartoffie: delle richieste che arrivano, ne viene accolto sì e no il 20%. Poi, la Commissione Qualità che li ha selezionati e i Comuni stessi sottoscrivono una Carta di Qualità che fissa gli impegni reciproci.
Né borghi museo, né parchi divertimenti
L’obiettivo, dice Maurice Chabert, presidente dell’associazione e sindaco onorario di Gordes, nel Vaucluse, è “evitare le trappole del ‘borgo museo’ senz’anima o, all’opposto, quelle del ‘parco divertimenti’, riconciliare i villaggi con il futuro, far ripartire la vita attorno a una fontana o su una piazza, all’ombra di tigli e platani centenari. Ecco la nostra ambizione, dettata dalla ragione e dalla passione insieme”.
Qualcosa di speciale
Villaggi di pianura, collina o montagna; villaggi fortificati o arroccati; villaggi giardino… Che cos’hanno di speciale i villaggi più belli (della Francia) della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra e della Drôme Provençale?
Più che da ‘visitare’, sono luoghi da ‘vivere’, pagine di storia da sfogliare con i piedi e con gli occhi, finestre affacciate sulla vita quotidiana del passato e sui mestieri di una volta, panorami da lasciare a bocca aperta, esempi moderni di sostenibilità sociale e ambientale.
Sono architetture senza architetti: muri di pietra calcarea o di granito, angoli di verde, tetti di ardesia, volte, torrette, scale, lucernai…
Franca Grosso
I magnifici 21
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