Coaraze, un villaggio fuori dal tempo e dallo spazio
A poco più di 20 km dall'atmosfera metropolitana e vitaiola di Nizza, Coaraze sembra un posto fuori dal tempo: una località tranquilla e ridente, dove non mancano piazzette fiorite e inondate di sole, stradine scoscese, giardini nascosti, volte e passaggi coperti… Le sue case, di pietra o intonacate con colori pastello, dall’azzurro al giallo, al rosa, hanno un "non-so-che" che invita a passarci qualche ora per decantare dall'affollamento brulicante della città e della costa.
Il fatto è che per quasi cinque mesi il borgo è rimasto anche fuori dallo spazio: un'enorme frana - un costone di 3600 metri cubi di montagna caduto sul tratto di D15 tra Benejun e Coaraze - ha reso il piccolo comune quasi irraggiungibile. Quasi, perché è rimasta aperta la strada più lunga, quella che passa per l'Escarène e Lucéram e raggiunge il villaggio da nord: dal centro di Nizza, 46 km invece di 26, un'ora e 10' contro meno di 40'. Dal primo agosto, grazie alla rimozione di 8mila tonnellate di detriti, la D15 è tornata percorribile nei due sensi di marcia. E una gita a Coaraze è di quelle da mettere in programma.
Coaraze, il villaggio del sole
Arroccato su una collina che domina l'entroterra della Costa Azzurra, Coaraze è conosciuto come "il villaggio del sole" e una ragione c'è: nel 2023, per citare il dato più recente, quasi 3mila ore di soleggiamento (2.925, a voler essere precisi), a fronte di una media nazionale che supera di pochissimo le 2mila (2.021).
Sta di fatto che a fine anni '50 l'amministrazione di Coaraze, non volendo che questa abbondanza andasse sprecata, ne ha fatto un'opportunità: uno dei modi più piacevoli per visitare il villaggio - che certamente coinvolgerà anche i bambini - è farlo a naso in su, in una sorta di caccia al tesoro alla ricerca delle meridiane d'autore che si affacciano dai muri dell'abitato. Dove trovarle? Nell’intrico delle stradine e sulla piazza della chiesa, dove vale pena di salire anche per vedere la fontana e il panorama delle montagne circostanti: mimose, ulivi, cipressi, querce, castagni e pini a perdita d’occhio.
Le meridiane d'autore di Coaraze
L'idea di cospargere Coaraze di meridiane venne all'allora sindaco Paul Mari d'Antoine, che coinvolse nell'operazione l'artista Jean Cocteau e Gilbert Valentin, ceramista di Vallauris. Come riporta il sito del Comune "i due decisero di creare 12 meridiane che fungessero da opere d'arte. Nel 1961 furono installate le prime sei, in Place du Portal, sulla facciata del municipio, e in Place Félix-Giordan, vicino alla chiesa di Saint-Jean-Baptiste".
- “Les Lézards” di Jean Cocteau (poeta, scrittore e disegnatore), con le lucertole in ferro battuto, opera di G. e F. Thevenin-Sidotti, intarsiate su una ceramica giallo-arancio.
- “Les Tournesols” di Gilbert Valentin (ceramista)
- “La Chevauchée du temps” di Mona Christie (pittrice), con un cavallo bianco su sfondo azzurro.
- “Les Animaux fabuleux” di Georges Doukine (pittore e scenografo), con bufali e leopardi
- “Blue Time” di Angel Ponce de Leon
- “Le Piton et sa couronne vert et or” di Georges Gœtz, che evoca il doppio aspetto solare del paesaggio coaraziano.
Nel 2007 e nel 2008, la collezione si è allargata ad altre zone e edifici del borgo dove hanno trovato collocazione altre cinque meridiane realizzate da Michel Ribéro, anche lui ceramista attivo a Vallauris:
- “La Vie d'un artiste méditerranéen” di Patrick Moya
- “Venus” di Sacha Sosno, completato da uno stilo realizzato dal laboratorio Faire et des Fers di Coaraze.
- “Lo temps passa, passa-lo ben” di Ben
- “Le Village de Coaraze” di Fabienne Barre (fotografa)
- “L'Emblème de Coaraze” di Henri Maccheroni (artista visivo)
Nel villaggio e nel circondario si trovano anche alcune meridiane private (sulla Route du Soleil e sulla Route du Col-Saint-Roch) e altre volute dallìamministrazione municipale. Tra le più originali, quella denominata “De gnomonicae orbitis per fastorum, Révolutiones anno CCIV reipublicae” (Sull'orbita della meridiana attraverso i movimenti circolari dei giorni di digiuno dell'anno 204 della Repubblica) di Artissime: il tracciato dell'ombra dello gnomone segue le regole del calendario repubblicano: il giorno è diviso in 10 ore di 144 minuti.
Il lato "tenebroso" di Coaraze, il villaggio che catturò il diavolo
Coaraze, da Coa Raza, coda rasata. Può essere che questo villaggio dell'entroterra della Costa Azzurra prenda il nome da una storia a dir poco curiosa: si narra che i suoi abitanti catturarono il diavolo incollandogli la coda e che questi se la tagliò per scappare.
Certo è che a Coaraze le leggende non mancano: vicende di stregoneria, o la storia della Regina Jeanne che mangiò i suoi figli una sera di Natale, o quella di un abitante del villaggio che riuscì a sfuggire alle galere saracene pur di tornarsene a casa.
Da non perdere, oltre alle meridiane
Annoverato tra i Villaggi più belli di Francia e insignito dei marchi Village en Poésie e Òc per l'occitan, oltre alle meridiane Coaraze vanta un interessante patrimonio artistico e storico-architettonico. Da vedere:
- la cappella Notre Dame du Gressier, o cappella blu, decorata da Ponce de Léon
- la cappella di Saint-Sébastien
- i particolari architettonici medievali nel villaggio
- il Musée Figas di pittura fantastica futurista
- la scultura di Alain Derez e le foglie di terracotta del poema di Alan Pelhon “L'Enfant du Paillon” in Place Félix Giordan
- il villaggio in rovina di Rocasparvièra (in nizzardo, la roccia dello sparviero) che si raggiunge con una passeggiata di 4-5 ore attraversando paesaggi incantevoli.
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Immagine dell'intestazione: Coaraze, By NicoisDeCoeur - Own work, CC BY-SA 3.0