Nizza è affascinante. Ogni volta che ci torno me ne innamoro un po' di più. Ma chissà, avrò mica visto tutto della capitale della Costa Azzurra?
Me lo chiedo senza riuscire a darmi una risposta quando, proprio tra le vie di Nizza, comincia la mia chiacchierata con una fantastica signora del posto: per me, il top dello charme provenzale.
“Cara”, mi saluta confidenziale, “ma quel quadro non è troppo grande da tenere sottobraccio così?”
Allude alla tela che mi sto portando in giro per la città, in attesa di trovare l’ispirazione giusta per dipingerla.
“No, non si preoccupi. Ormai è abitudine”, le sorrido. “Cerco solo un posto dove iniziare con tranquillità”.
Lei pare pensierosa, solleva lo sguardo e poi mi osserva.
“Mai stata a Eze?” mi chiede.
“Eze?”
“Sì. È un villaggio a una decina di chilometri da qui. Delizioso davvero, pieno di vicoli e gallerie d'arte. Sai, credo sia il posto perfetto per chi ama la pittura e il disegno”.
Mi incuriosisce, quindi poso la mia tela e mi siedo accanto a lei, sulla panchina.
“Anche se”, mi confida con un sorriso sornione, “Saint Paul de Vence è ancora meglio”.
“Come mai?”, domando.
“Beh, ha una sessantina di gallerie d'arte e c'è la Fondation Maeght”.
C'è un momento di silenzio, io la guardo perplessa.
“È un museo”, mi spiega, “Chagall, Matisse, i contemporanei… mio marito ci va almeno una volta all'anno: l'arte gli crea dipendenza”.
Ridacchio, mentre lei si sistema il foulard verde acqua, in tono con i suoi occhi.
“Sai dove l'ho preso?” mi chiede stringendo il carré di seta.
Scuoto la testa, mentre lei valuta se fornirmi o meno questa preziosa informazione.
“A Menton”, sussurra. “ Ci sono tantissime boutique assolutamente imperdibili. Se ti capita, dai un'occhiata, ne vale la pena”, mi assicura.
“Non so, per ora sono qui di passaggio. Ma forse tra qualche mese riesco a fermarmi un po' di più. Magari a febbraio...”
“Febbraio è perfetto! Fanno anche la Festa del Limone a Menton in quel periodo. Devi assolutamente farci un salto!”
“Sicuramente! Altri villaggi da visitare qui vicino?”, mi azzardo a domandare a questa signora che sembra sapere tutto su Nizza e dintorni.
“Beh, ci sarebbe Peillon. Non è facilissimo da raggiungere, nascosto tra le montagne, ma ci sono molte chiesette degne di nota. Ha conservato tutta la sua atmosfera medievale e le sue fortificazioni. Se ci vai, visita la chiesa di Saint-Saveur de la Transfiguration, ne vale la pena”, mi informa facendomi l'occhiolino.
“Interessante, magari ci andrò prima di Menton. Dopo tanta fatica per raggiungere un villaggio, la consolazione dello shopping e della Festa del Limone mi ripagherà”.
“Certo, soprattutto i macarons alla Festa del Limone”, tiene a specificare. Poi si picchietta il mento con le dita, improvvisamente pensierosa.
“Che succede?”, chiedo.
“Sto pensando che devo andare, cara! Sono le sei e mezza, e alle otto ho i miei nipotini a cena!”
“Oh, vada pure, non si preoccupi”, la rassicuro con una punta di delusione.
“Se passi domani alle quattro, sempre qui, mi trovi seduta su questa panchina. A domani!”.
Corre via senza darmi la possibilità di risponderle, travolta dalla sua energia e dalle sue chiacchiere, che mi lasciano sospesa tra la bellezza di Nizza e la voglia di vedere i villaggi che le stanno intorno.
Irene Palumbo - Redazione junior
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