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Le Corbusier, genio senza musica?

Le Corbusier, genio senza musica?

La colonna sonora della Cité Radieuse di Marsiglia arriva 72 anni dopo. In Italia.

L’utopia silenziosa di Le Corbusier

Quando progetta e inizia a costruire la sua Cité Radieuse a Marsiglia, Le Corbusier ha già calcolato tutto: quanto misura un uomo, quanto ‘ingombra’ in piedi, da seduto e disteso, quali bisogni deve soddisfare l’unité d’habitation nella quale è destinato a vivere e quali funzioni, invece, sono demandate all’edificio nel quale le unités saranno racchiuse. Ha in mente la combinazione ideale tra funzionalità ed estetica. Ha studiato perfino quanto intensa dev’essere la luce nei diversi momenti della giornata.

La Cité Radieuse, Marsiglia - Cartolina

Nella sua ricerca del rapporto ideale tra la persona e il suo spazio vitale, però, Le Corbu ha tralasciato un particolare. La colonna sonora destinata a scandire la vita dell'abitante del suo Modulor.

Ci hanno pensato, 72 anni dopo, Stefano Meneghetti e i suoi 'Amis': compositori del calibro di Giuseppe Azzarelli e Massimiliano Donninelli, e musicisti di talento come Yannick da Re e Cristian Inzerillo.

Il gruppo

La Cité Radieuse, architettura e musica

Sensibilissimo all’architettura, alla musica e al design, Stefano Meneghetti, insieme ai suoi amici, sta realizzando un progetto per omaggiare Le Corbusier. Un album (+ un libro) in uscita nel 2019 che avrà per titolo, non a caso, Cité Radieuse.

Stefano – che ha collaborato come grafico e video maker con musicisti tra cui Gary Numan, Franco Battiato, Byetone, Lorenzo Palmeri e molti altri – non ha mai smesso di coltivare il sogno di esprimersi con la musica in prima persona. E ci racconta l’avventura architettonico-sonora dedicata all’utopia marsigliese di Le Corbu e alla sua ‘utopia personale’: la prima è già realtà da decenni, la seconda sta per diventarlo.

La Cité Radieuse, Marsiglia © Anna Dziedzic.jpg

Una musica che muove dall’ascolto

L’ammirazione per il genio, innanzitutto. “Con la sua Cité Radieuse Charles-Edouard Jeanneret-Gris, per tutti Le Corbusier, è stato semplicemente il campo gravitazionale dove tutto ebbe inizio”.

La necessità di osservare da vicino, di ‘auscultare’: “Nella Cité Radieuse gli abitanti di uno stesso edificio vivono a pochi centimetri di distanza, separati da un semplice tramezzo, e condividono gli stessi spazi ripetuti di piano in piano, fanno gli stessi gesti nello stesso tempo, aprire il rubinetto, accendere la luce, preparare la tavola, qualche decina di esistenze simultanee che si ripetono da un piano all'altro, da un edificio all'altro, da una via all'altra. Come un antropologo o un archeologo”, spiega Stefano, “mi sono mosso, in modo discreto, all’interno dell'unité d'habitation de Marseille per osservare le vite individuali, familiari e collettive che, tuttora, si svolgono nella città radiosa”.

La terrasse della Cité Radieuse, Marsiglia © Anna Dziedzic

Infine, la musica. “La musica mi ha aiutato a creare mondi paralleli, vicendevolmente abbiamo costruito scenari, storie, vivendo il mondo senza farne parte, come se lo vivessi guardandolo da un finestrino, attraverso un binocolo, un microscopio”.

Cité Radieuse, architettura di sonorità elettroniche

Cité Radieuse è un’architettura di sonorità elettroniche che nasce dall’incontro e dalla condivisione di curiosità e passioni: la cifra del sodalizio musicale che lega Stefano ai suoi ‘compagni d’avventura’ è la ricerca, la sperimentazione. Ma ciascuno di loro porta con sé un retroterra che penetra tra i solchi del cd e del vinile. “Durante il mio percorso musicale ho provato una naturale e spontanea empatia verso certe sonorità, verso certi personaggi. Da Gustav Mahler a Brian Eno. Da Alva Noto a Franco Battiato”, sottolinea Stefano per darci un’idea delle influenze che potremmo percepire.

Stefano Meneghetti

La musica come relazione: l’umanesimo nella Cité Radieuse

Ad aiutarci a cogliere le radici e lo spirito di Cité Radieuse interviene anche uno dei compagni di strada di Stefano, Giuseppe Azzarelli. Di formazione e professione musicale, Giuseppe ascolta, compone, dirige e suona spaziando dalla musica barocca a quella contemporanea, dal repertorio popolare alle arti performative. Musicista eclettico, partecipa a progetti senza confini di genere anche in ambito discografico, è stato ospite di importanti contesti nazionali e internazionali ed è docente del Master in Comunicazione Musicale dell’Università Cattolica di Milano.

Giuseppe Azzarelli

Ecco come anche lui si è lasciato prendere da questa avventura: “La città non è solo un luogo di spazi e di forme ma, inevitabilmente, esprime la sua dimensione anche attraverso i suoni: ogni luogo ha una propria impronta acustica che riflette attività umane, relazioni col mondo e con se stessi. L'idea di una Cité Radieuse, ideale e utopistica città nella città, immaginata da Le Corbusier attorno all'uomo e ai suoi bisogni, mi ha subito affascinato per il suo "umanesimo", avvicinandomi a un mondo sonoro che possa evidenziare o accennare possibili equilibri emotivi nella poliedricità della città contemporanea”.

Album – Cité Radieuse

Le tracce

  • I am a visual man
  • Nathalie
  • Trondheim
  • Neo
  • Omer Tugrul
  • Olga
  • Espace indicible

Digital Bonus Song

  • Le temps de l'amour - Françoise Hardy - Cover by A. Rorato (Voice by Malika Mali)

Per sostenere il lancio del progetto, Stefano & Cie hanno varato una campagna di crowdfounding che volentieri segnaliamo: Cité Radieuse.