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Tour de France 2024, da Ponte Vecchio alla Promenade des Anglais

Tour de France 2024, da Ponte Vecchio alla Promenade des Anglais

Dalla Toscana alla Costa Azzurra lungo il percorso della prossima Grande Boucle.

Tour de France 2024, dalla Toscana alla Costa Azzurra

È ufficiale: quello del Tour de France 2024 sarà il primo Grand Départ dall’Italia (e il 26° dall’estero), mentre per la prima volta l’arrivo finale è previsto a Nizza, a causa dei Giochi Olimpici e Paralimpici in programma pochi giorni dopo a Parigi.

Perché, allora, non precedere i ciclisti che si disputeranno la maglia gialla lungo il percorso che porterà da Firenze alla Costa Azzurra in 21 tappe? Magari non percorrendo tutti i 3.492 km della competizione, e non necessariamente in bicicletta, ma seguendo la parte del tracciato che si snoderà tra Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte in Italia e i dipartimenti francesi delle Alte Alpi, Gard, Drôme, Alpi di Alta Provenza e Alpi Marittime.

Firenze, il primo Tour de France che parte e attraversa un sito Unesco

In Italia si svolgeranno le prime tre tappe e mezza del Tour de France 2024: la Firenze-Rimini, con l’attraversamento del territorio della Repubblica di San Marino; la Cesenatico-Bologna; la Piacenza-Torino e la parte iniziale della Pinerolo-Valloire.

La prima tappa partirà il 29 giugno da Firenze e si concluderà a Rimini, sulla costa adriatica. Taglio del nastro e start istituzionale saranno in Piazza della Signoria.

È la prima volta nella storia che il Tour parte e attraversa un sito Unesco. Ed è la prima occasione, per la gara, di rendere omaggio ai grandi ciclisti italiani che vi hanno preso parte: già ai primi colpi di pedale, i corridori sfileranno davanti al Museo Gino Bartali (che vinse la Grande Boucle due volte, nel 1938 e nel 1948) a Ponte a Ema, dove nacque.

Quindi toccheranno Bagno a Ripoli, Pontassieve, Pelago, Rufina, Dicomano e San Godenzo, per poi superare, ancora in Toscana, il valico dei tre Faggi. Già in Emilia-Romagna sarà invece la volta delle due salite più impegnative, il Monte Barbotto e il Colle di San Leo, e dell’attraversamento di una decina di comuni tra le province di Forlì-Cesena e Rimini: Premilcuore, Galeata, Santa Sofia, Bagno di Romagna, Sarsina e Mercato Saraceno, Novafeltria, Talamello e San Leo. Dopo il breve passaggio sanmarinese, l’arrivo nel capoluogo malatestiano.

Nel complesso, si tratta di un percorso impegnativo al quale l’Appennino tosco-emiliano regala 3.800 metri di salita.

Il Tour de France nella terra del Pirata

Il 30 giugno, la seconda tappa vedrà la carovana gialla muovere da Cesenatico, dove riposa l’ultima leggenda del ciclismo italiano, Marco Pantani. Il Pirata fu uno dei pochi atleti – e l’unico italiano insieme a Fausto Coppi – ad aggiudicarsi nello stesso anno, il 1998, Giro d’Italia e Tour de France. Sempre nel Tour, sono ancora suoi i tempi d’ascesa più veloci sul Monte Ventoux e l’Alpe d’Huez.

Il precorso passerà per due dei “luoghi” dei Mondiali di Ciclismo del 2020 – la Cima Gallisterna e l’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola – e attraverserà Cesenatico, Cervia, Ravenna, Russi, Faenza, Brisighella, Riolo Terme, Imola, Dozza, Castel San Pietro Terme, Ozzano dell’Emilia, San Lazzaro di Savena e Pianoro per raggiungere Bologna, dove i corridori dovranno fare i conti con i tornanti del Colle di San Luca.

La Cesenatico-Bologna sarà anche l’occasione per dare visibilità internazionale alle zone colpite dall’alluvione del maggio scorso: l’attraversamento di parte di questi territori e la conseguente esposizione mediatica saranno un’opportunità di rilancio in termini di attrattività turistica.

Piacenza-Torino, con un saluto a Fausto Coppi

La Piacenza-Torino del 1° luglio è una tappa prevalentemente in piano – salvo la scenografica traversata delle colline di Monferrato, Langhe e Roero – che darà soddisfazione ai velocisti puri.

Nel Piacentino, oltre a Piacenza o “Plaisance”, per dirla alla francese, toccherà Rottofreno, Sarmato e Castel San Giovanni.

Una deviazione nel Pavese lungo il percorso porterà a Tortona, dove riposano le spoglie di Fausto Coppi (due volte vincitore della Maglia Gialla, nel 1949 e nel 1952) e dove i corridori si sfideranno nel Gran Premio della Montagna dedicato al “campionissimo” piemontese sulla salita del Castello, recentemente ribattezzata Corso Fausto e Serse Coppi dal Comune, e che gli organizzatori del Tour hanno a loro volta denominato “Côte de Tortone – Fausto Coppi”.

Il péloton, come i cugini d’Oltralpe chiamano il gruppo, sfreccerà poi per le strade di Alessandria, Nizza Monferrato, Barbaresco, Alba, Sommariva Perno, Carmagnola e Moncalieri, e infine si dirigerà verso Torino per un finale in volata.

Dal Piemonte alla Savoia, passando per le Alte Alpi

La quarta tappa del Tour de France 2024 partirà il 2 luglio da Pinerolo, nelle vicinanze di Torino, e si concluderà a Valloire, in Savoia, dopo aver attraversato le Alte Alpi, il dipartimento montano per antonomasia della Provenza-Alpi-Costa Azzurra.

Dopo una lunga salita verso Sestriere (dove Coppi trionfò nel 1952), al gruppo toccherà affrontare due classici del Tour: il Colle del Monginevro e quello del Galibier che, con i suoi 2.642 metri di altitudine effettiva, è stato spesso – ma non lo sarà nel 2024 – il punto più alto del Tour de France. Per i partecipanti sarà la prima occasione di cimentarsi in alta montagna.

Tutte le volte che il Tour de France è passato sul Monginevro e sul Galibier

Il Tour de France ha attraversato il Colle del Montginevro dieci volte: nel 1976, l’arrivo della tappa venne fissato proprio sul passo; nel 1996, i corridori lo scalarono due volte, a distanza di un giorno una dall’altra, prima sul versante francese e poi su quello italiano. Tra i primi a superare il passo durante il Tour, Gino Bartali nel 1949 e Fausto Coppi nel 1952.

Il Colle del Galibier è rientrato nel percorso del Tour de France ben 63 volte, il che lo rende il passo alpino scalato più frequentemente nella corsa.

Il Tour affrontò il Galibier per la prima volta nel 1911, quando la tappa fu vinta da Émile Georget: commentando la gara, Georget definì gli organizzatori “banditi” per aver portato i corridori su quel percorso. Nel 2011, per celebrare il centenario del passaggio in vetta, i corridori scalarono il passo due volte, una per versante.
Curiosità: nell’estate 1996 la neve “neutralizzò” il passaggio del Tour sul colle.

Tra Gard e Drôme, Provenza e Costa Azzurra

Dopo un vero e proprio “giro di Francia” – sette le regioni e 30 i dipartimenti coinvolti in totale –, il Tour tornerà nel Sud Est, che raggiungerà il 16 luglio con la tappa numero 16, da Gruissan, nel Narbonese, alla romana Nîmes.

Il capoluogo del Gard è un appuntamento ricorrente del Tour, visto che ha già avuto l’onore di esser città di tappa in 20 occasioni. Nîmes e i suoi cittadini avrebbero voluto accogliere la sfilata dei corridori in pieno centro, ai piedi della Maison Carrée che proprio quest’anno è stata inserita nel patrimonio mondiale dell’Unesco, ma per ragioni tecniche l’arrivo sarà ancora una volta sul Boulevard du Président Salvador-Allende, come nelle edizioni 2019 e 2021.

A rendere insidiosa la tappa, il cui tracciato non presenta particolari difficoltà, potrebbero essere le raffiche del Mistral che scendono lungo la valle del Rodano.

Dalla Drôme provenzale a SuperDévoluy, il Tour torna in montagna

Mercoledì 17 luglio la carovana si rimetterà in moto nella Drôme, con partenza dal villaggio medievale di Saint-Paul-Trois-Châteaux, centro principale della zona collinare del Tricastin che vanta una notevole cattedrale romanica del XII e XIII secolo.

La prima parte della tappa dovrebbe essere piuttosto tranquilla per il gruppo, per cui tifosi e spettatori potranno dedicare tutta la loro attenzione al paesaggio, tipicamente provenzale.

Ma, dopo aver toccato i centri di Nyons (nota per la produzione di olive Dop), Sahune, Rosans e Gap, la gara entrerà nel vivo negli ultimi 40 chilometri, quando i corridori dovranno scalare il Col Bayard (6,8 km al 7,3% di pendenza) e il più impegnativo Col du Noyer (7,5 km all’8,4%), e spingere sulla salita finale per raggiungere la stazione sciistica d’alta quota di SuperDévoluy.

Una tappa adatta alla fuga – che gli esperti si attendono di gruppo – sulla strada per le Alpi meridionali.

Gap-Barcelonnette, dalle Alpi al Messico

La 18a tappa si svolgerà tra Alte Alpi e Alpi di Alta Provenza, collegando la “veterana” Gap, che ha già visto transitare la Grande Boucle 27 volte, e Barcelonnette, che invece ha all’attivo solo due passaggi, aspetta il ritorno del Tour dal 1975 e sarà città di arrivo per la sua prima volta.

Dopo aver sfiorato il Lac de Serre-Ponçon, con il suo spettacolo combinato delle vele sull’acqua e dei parapendii nel cielo, i corridori dovranno affrontare alcuni tratti difficili, tra cui la Côte de Saint-Apollinaire e soprattutto le Demoiselles Coiffées, una particolare formazione rocciosa, comunemente nota come “camini delle fate”, affacciata sulle rive del lago.

È in queste fasi finali che gli attaccanti più forti dovrebbero cominciare la fuga prima di arrivare a Barcelonnette, la più messicana delle città francesi, dove i tifosi li aspetteranno in Place Aimé Gassier.

Embrun-Isola2000: 145 chilometri di montagna al 100%

Giornata al 100% di montagna per la tappa numero 19 che porterà il péloton da Embrun a Isola2000, entrambe apprezzate località turistiche sia d'estate che in inverno.

Il percorso sarà piuttosto breve (145 km), ma decisamente impegnativo: il 19 luglio i corridori dovranno superare per ben tre volte i 2.000 metri slm.

La prima sfida in altitudine sarà la cima del Col de Vars (18,8 km al 5,7%), mentre la più difficile sarà la salita al Col de la Bonette (22,9 km al 6,9%), incastrato tra le due cime della Bonette (2.860 m) e delle Trois Serrières (2.753 m): qui, lungo la strada asfaltata più alta di Francia (2802 m, il tetto assoluto del Tour) che collega le valli dell’Ubaye e della Tinée nel cuore dell’area protetta del Parco Nazionale del Mercantour, il panorama è eccezionale, ma i corridori dovranno preoccuparsi soprattutto di gestire bene l’ossigeno. Anche perché – ecco la terza sfida – avranno ancora davanti l’ultima salita fino a Isola2000 (16,1 km al 7,1%): con ogni probabilità, quella decisiva.

Dal mare ai monti, continuano le salite

Ancora più breve, e tutta nelle Alpi Marittime, la penultima tappa che partirà da Nizza e raggiungerà il Col de la Couillole in 133 km.

Se la partenza sarà sulla Costa Azzurra e da molti punti del tragitto si vedrà il Mediterraneo, prima di tagliare il traguardo, che sarà anche il punto più alto della giornata, ai corridori toccherà affrontare altri tre passi impegnativi: in sequenza, il Col de Braus (10 km al 6,6%), il Col de Turini (20,7 km al 5,7%) e il Col de la Colmiane (7,5 km al 7,1%), tutti ben noti agli habitué di un’altra “classica” del ciclismo francese, la Parigi-Nizza, chiamata anche la Course au Soleil.

Tra le località e le aree attraversate dal percorso, nell’ordine, Sospel, Moulinet, le valli della Vésubie e della Tinée, e Roubion.

Monaco-Nizza: a cronometro verso la Promenade des Anglais

21 luglio, ultima giornata, ultima tappa tutta in Costa Azzurra. Il Tour de France 2024 si concluderà con una cronometro individuale che prenderà il via nel Principato di Monaco, toccando così il quarto Paese dopo Italia, San Marino e Francia.

Dopo aver scalato La Turbie prima e il Col d’Èze poi, i corridori ridiscenderanno verso Nizza, dove il traguardo finale sarà tracciato nella colorata Place Masséna.

La conclusione del Tour a Nizza è una prima assoluta in 111 anni di storia della Grande Boucle, ma certo non l’unica eccezione all’arrivo sugli Champs-Élysées, dove la tradizione dura ininterrotta “solo” dal 1975: nel 1903 e 1904 la gara terminò a Ville d’Avray, negli Hauts-de-Seine; dal 1905 al 1967 al Parco dei Principi di Parigi; dal 1968 al 1975 al velodromo della Cipale (oggi Vélodrome Jacques-Anquetil), sempre a Parigi, nel Bois de Bouologne.

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