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Il Mediterraneo ha un colore come quello degli sgombri

Il Mediterraneo ha un colore come quello degli sgombri

In Provenza Van Gogh trascorre gli anni più proficui della sua vita artistica. Si fa colpire e travolgere dai colori, dai profumi e dai sapori di questa terra. Sensazioni che mette sulla tela ma anche sulla carta, nelle lettere al fratello minore Theo.

Mio caro Theo, ti scrivo finalmente da Saintes-Maries sul Mediterraneo. Il Mediterraneo ha un colore come quello degli sgombri, vale a dire è cangiante, non si sa bene se è verde o viola, non si sa sempre se c’è del blu, perché a seconda del riflesso cangiante prende una tinta rosa o grigia. (…)

Appena potrò, tornerò qui per farci forse degli studi.
La spiaggia è spaziosa, niente rocce, niente coste a picco sul mare – è come in Olanda meno le dune, e più azzurro.
Si mangia qui dei frutti di mare migliori che lungo la Senna. Solo che non c’è pesce tutti i giorni, dato che i pescatori lo vanno a vendere a Marsiglia. Ma quando ce n’è, è maledettamente buono. (…)

Non credo ci siano più di cento case in questo villaggio, o in questa città.
L’edificio principale dopo la vecchia chiesa, antica fortezza, è la caserma. E quelle case – come nelle nostre brughiere e torbiere di Drenthe; ne vedrai degli esempi nei disegni. (…)

La settimana prossima avrei desiderio di andare a Tarascon per fare due o tre studi. (…)

Un bellissimo gendarme è venuto a intervistarmi qui, e anche il curato – la gente di qui non deve essere molto cattiva, perché perfino il curato aveva quasi l’aria di un brav’uomo.
Il mese prossimo si aprirà qui la stagione dei bagni. Il numero dei bagnanti varia da 20 a 50. Resterò qui fino a  domani pomeriggio, ho ancora da finire dei disegni

Ho passeggiato una notte lungo il mare sulla spiaggia deserta, non era ridente, ma neppure triste, era… bello. Il cielo di un azzurro profondo era punteggiato di nuvole d’un azzurro più profondo del blu base, di un cobalto intenso, e di altre nuvole d’un azzurro più chiaro, del lattiginoso biancore delle vie lattee. Sul fondo azzurro scintillavano delle stelle  chiare, verdi, gialle, bianche, rosa chiare, più luminose delle pietre preziose che vediamo anche a Parigi – perciò era il caso di dire: opali, smeraldi, lapislazzuli, rubini, zaffiri

Il mare era d’un blu oltremare molto profondo – la spiaggia di un tono violaceo, e mi pareva anche rossastra, con dei cespugli sulla duna (la duna è alta 5 metri), dei cespugli color blu di Prussia. Ho fatto dei disegni a mezzo foglio e un disegno grande, che fa da pendant all’ultimo.
A presto spero, una stretta di mano, tuo Vincent

È un artista completo e attento Van Gogh. Tutto osserva e tutto ingloba nella sua arte che è tutt’uno con la sua vita.

In Provenza Vincent trascorre gli anni più proficui della sua vita artistica. E si fa letteralmente colpire e travolgere dai colori, dai profumi e dai sapori di questa terra.

Queste sensazioni le mette sulla tela ma anche sulla carta, nelle lettere che scrive con regolarità al fratello minore Theo. La sua vena creativa la ritroviamo anche nella capacità di descrivere tonalità e sfumature che sono rese con originalità davvero straordinaria. Man mano che visita le varie località della Provenza ne fa un resoconto al fratello con descrizioni accurate, a volte quasi architettoniche, altre sociologiche. Mai fredde, anzi poetiche con una forte tensione a rendere il “sentimento” dei luoghi. Ricordate "gli arancioni sfolgoranti come ferro arroventato" e "i toni di oro vecchio luminoso nelle ombre" della mietitura in pieno mezzogiorno?

Quella riportata qui è la sua descrizione di una gita a Les-Saintes-Maries-de-la-Mer fatta nella lettera del 22 giugno 1888. I colori, le emozioni che ha vissuto sono descritte con una semplicità estrema che rende il suo scritto semplicemente un incanto. Poesia pura. Leggere e goderne è un tutt’uno.

Franca Grosso

Van Gogh, Lettere a Theo, Guanda