Bistrot Canaille a Mollegès
Una piacevole sorpresa culinaria a Mollegès. Lo storico bistrot all’ingresso del paese, Chez Ju, ha cambiato gestione (ora nelle buone mani di Thomas) e nome, e adesso si chiama Bistrot Canaille. Gli spazi sono gli stessi: una bella terrasse esterna quando la stagione lo consente ed un interno caldo ed accogliente dove – causa mistral – abbiamo cenato. Cambio di nome, ma soprattutto cambio di chef: qui la differenza si sente, anche se dal vecchio Ju si usciva comunque sempre soddisfatti.
I piatti della cuisine canaille
La cuisine canaille, un classico della cucina francese non propriamente estiva, è di suo una cucina semplice e senza fronzoli, fatta di piatti tradizionali che sembrano appartenere al passato ma che stanno facendo il successo di non pochi chef, a partire dal lionese Joseph Viola che qualche anno fa ne ha raccolto 70 ricette nel suo Cuisine canaille, edito da Hachette.
Al passo con i tempi, quindi, moderna ed economica, semplice e riconoscibile, la cuisine canaille sublima i prodotti: le capacità e l’esperienza di chi li maneggia li trasforma in piatti autentici e consolatori – oggi li ascriveremmo alla categoria del comfort food – che scaldano gli animi e mettono voglia di riunirsi a tavola.
A cena, per esempio…
Ai fornelli del Bistrot Canaille, Sylvie propone una scelta non vastissima, ma completa: carne, pesce, piatti vegetariani, ma anche le escargot (provenienti da un fornitore a “metro-zero”) servite già sgusciate e le rane – per chi le apprezza – che non è mai facile trovare. La nostra scelta è caduta proprio su queste ultime – tenerissime e saporitissime – e su una deliziosa tarte-tatin di pomodoro e feta.
Per proseguire abbiamo optato per una millefoglie di melanzana insaporita con crema di formaggio di capra e chips di parmigiano croccante, e una tenerissima costoletta di maiale del Monte Ventoux impanata, accompagnata da un gratin dauphinois.
Una cotoletta comme il faut
Proprio la côte de cochon del Venotoux ha messo in evidenza, a mio avviso, le doti della giovane chef. Stiamo parlando, in sostanza, di una cotoletta di maiale con contorno di patate con latte e panna cotte al forno. Due piatti semplicissimi che trovi davvero in qualunque bistrot, dove la differenza non può farla l’estro e la creatività, ma esclusivamente la qualità delle materie prime e la capacità di cucinarle.
Difficile trovare una “rosolatura”, per la carne, perfetta, morbida e croccante al tempo stesso, e un gratin dauphinois leggero e gustoso dove i sapori si integrano senza coprirsi, con la noce moscata che profuma senza “invadere”.
Per dolce uno squisito crumble all’albicocca aromatizzato al rosmarino e una crème brulée alla vaniglia che è risultata l’unico mezzo passo falso (leggermente granulosa e servita un po’ troppo fredda) di una cena di ottimo livello.
Essendo a ridosso del 22 settembre, è stato quasi d’obbligo scegliere, nell’ampia e interessante carta dei vini, un pregevole Equinoxe del Domaine de Lauzières.
Accoglienza e servizio attenti e cordiali grazia a Caroline, che è una preziosa eredità della precedente gestione, e prezzi ragionevoli.
Arrivederci, Bistrot Canaille
Torneremo certamente al Bistrot Canaille tra qualche mese, per capire se è stata una serata “fortunata” o, come mi sentirei di dire, lo standard di questo vecchio-nuovo bistrot-resto.
Maurizio Tucci