Biot, una bella scoperta
Biot? I francesi la scoprono soprattutto perché è segnalata, a buon diritto, dalla guida Michelin Les 100 Plus Beaux Détours del France, rassegna selezionata delle località che “meritano una deviazione”. Per di più, si tratta di una cittadina che è davvero a portata di mano, o meglio di automobile o mezzo pubblico: tre soli chilometri la dividono dal mare e in una ventina ci si arriva dalle più grandi, ma anche inevitabilmente più affollate, Nizza, Cannes e Grasse.
E noi? Ora che l’abbiamo scoperta, sappiamo che è un luogo in cui torneremo. Non facendo una deviazione: sarà la nostra meta, punto e basta. Perché la qualità della vita è pregevole, la cittadinanza accogliente, l’Ufficio del Turismo molto ben organizzato e le “cose da vedere e da fare” molto più numerose e diversificate di quanto ci si aspetterebbe da un centro di queste dimensioni.
Gli incontournables di Biot: il patrimonio
Come qualunque meta turistica, anche Biot ha i suoi incontournables.
Le tre punte di diamante cittadine dal punto di vista del patrimonio monumentale sono tutte iscritte nell’inventario nazionale dei monumenti storici. Due si trovano a Biot Village, oggi “centro storico” della cittadina che è sviluppata in cima a una collina immersa nel verde per poi espandersi armoniosamente fino a valle.
La cappella Saint Roch, all’ingresso del villaggio, porta inciso sulla facciata un voto: “1580 7 maggio OPNBRA”. Si riteneva che San Rocco e San Sebastiano avessero il potere di proteggere dalla peste. Ma la cappella esisteva già prima, secondo un documento in cui è menzionata vicino al… patibolo.
La chiesa Sainte Marie-Madeleine, gioiello del patrimonio storico e religioso di Biot, ha una particolarità e un pregio: la prima, per accedere alla navata centrale non sia sale una scalinata, ma si scende un'inaspettata teoria di gradini; il secondo, un’acustica perfetta, che fa dell'edificio un'apprezzata sala da concerti: la proposta musicale declinata lungo tutto l’arco dell’anno e include il Festival Des Heures Musicales.
Il terzo monumento incontournable di Biot è il mausoleo romano della Chèvre d’Or (oggi proprietà privata) ed è situato su una collina, a 700 metri a sud-ovest del villaggio, lungo la vecchia strada che collega Biot a Vallauris. Il nome si riferisce a una leggenda che ha acceso l'immaginazione della Provenza per secoli, una leggenda che riguarda una capra e un favoloso tesoro...
Andare per musei a Biot, tra arte e tradizioni
Quanto a patrimonio museale, vuoi perché la città ha saputo custodire e valorizzare i suoi saperi ancestrali e quelli più recenti, come la ceramica e il vetro, vuoi perché la bellezza dei luoghi ha fatto da richiamo per artisti di rilievo, Biot non ha nulla da invidiare a centri ben più grandi.
Il Museo Nazionale Fernand Léger è l’unico al mondo a presentare una ricchissima collezione permanente delle opere realizzate dall’artista, che scelse di stabilirsi qui per coltivare l’arte della ceramica insieme ai collaboratori Roland e Claude Brice. Scultore, decoratore, ceramista, disegnatore, illustratore e creatore di arazzi e vetrate, oltre che pittore, il poliedrico artista realizzò tra il 1905 e il 1955 la notevole produzione oggi custodita nell'ampi e luminoso edificio ai piedi della collina di Biot. Il Museo Nazionale Fernand Léger è uno dei protagonisti della vita culturale cittadina, con esposizioni temporanee, laboratori, conferenze…
Nel cuore di Biot Village, con grandi vetrine che si affacciano sull’animata Rue Saint-Sébastien, il Museo di Storia e Ceramica di Biot, a sua volta, non si limita a esporre i grandi orci destinati a conservare e trasportare liquidi e altre merci fin dal Medioevo, fontane ornamentali e altri oggetti di uso comune che onorano l’antica tradizione locale, ma riproduce con criteri moderni gli ambienti della Biot che fu: la ricostruzione di una vecchia cucina, costumi d’epoca e numerose fotografie permettono di cogliere la quotidianità di un tempo. Accanto agli spazi dell’ex ospedale di Saint Jacques (XVI secolo) che ospitano la collezione permanente, la contigua cappella dei Penitenti bianchi è riservata a esposizioni temporanee di ceramisti contemporanei e agli eventi promossi dal museo.
Si deve tornare ai piedi della collina, infine, per visitare l’Ecomuseo del Vetro, presso la sede de La Verrerie de Biot®, che presenta la più recente storia del vetro soffiato biotois (la prima vetreria fu fondata nel 1956), i particolari e i segreti della sua fabbricazione. Rinomata per la tradizione del vetro a bolle, Biot porta avanti questa forma di artigianato artistico con diversi laboratori ancora attivi sul suo territorio.
Biot Ville et Métiers d'Art
Riconosciuta come Ville et Métiers d'Art dal 1997 per i mestieri del vetro, dei suoi savoir-faire storici Biot ha saputo conservare e far evolvere lo slancio creativo: oggi conta più di 60 tra artisti e artigiani che animano la città oltre alla sua economia.
“Animano” non è un modo di dire. Molti dei créateurs di Biot aprono volentieri al pubblico le porte delle loro botteghe e dei loro atelier, e accolgono i visitatori tutto l’anno per raccontare dei loro due amori: quello per il proprio mestiere e quello per la città che ha saputo creare le condizioni perché il loro talento potesse esprimersi al meglio, perpetuando la tradizione o scegliendo strade più innovative.
A Biot siamo tutti créateurs: il turismo partecipativo
Rispetto alle altre località della Costa Azzurra che vantano una presenza significativa di créateurs, va detto che Biot ha saputo fare un passo in più: ha deciso di scommettere, oltre che sulla sua identità artistica, su una forma di turismo partecipativo che punta su esperienze creative nei laboratori di artisti e artigiani.
Così, per un’ora, un giorno o una settimana, noi visitatori che sempre più spesso andiamo appunto in cerca di “esperienze” – ma anche i residenti non disdegnano – possiamo conoscere i créateurs più da vicino, imparare l'abc del loro mestiere, condividere la loro vita quotidiana e, perché no, ripartire con un pezzo unico realizzato con le nostre mani: soffiare un vaso o un bicchiere, creare una scultura, ridare nuova vita a vecchi gioielli passati di moda, illustrare storie, modellare il metallo, potare bonsai... Per diventare pittori, ceramisti, illustratori, fotografi, botanici, maestri del vetro o del ferro, designer di candele o altro ancora, una manciata di ore o di giorni non basta. Ma basta per vivere esperienze che non si dimenticheranno e per far nascere, chissà, nuove passioni.
Il segreto di Biot, secondo noi
Come abbiamo documentato, a Biot è impossibile annoiarsi. Se aggiungiamo la miriade di eventi che la città e i suoi protagonisti organizzano lungo tutto l’arco dell’anno – dai mercati alle mostre, dai concerti alle attività sportive (con due campi da golf e la celebre Mouratoglou Tennis Academy), per non citarne che alcuni – è evidente che c’è sempre qualcosa da fare.
Ma il segreto di Biot, questa l’idea che ci siamo fatti, è che è impossibile annoiarsi anche senza “riempire il tempo”. Ci spieghiamo: una passeggiata senza meta nel deadalo delle strade di Biot Village è un ottimo modo per godere della sua atmosfera serena e rilassata, per ricambiare con un saluto e un sorriso la cordialità degli abitanti, per apprezzare il rigoglio della vegetazione che straborda dai terrazzamenti, le porte delle case nei vicoli incorniciate dai vasi di piante fiorite, il movimento morbido e lento dei gatti abituati alle carezze di chi passa, gli scorci di panorama che si aprono dove meno te l’aspetti...
Non aggiungiamo altro: che ciascuno scelga il percorso, il ritmo e le pause per costruirsi, camminando, l’immagine di Biot che vuole far scivolare nel proprio album delle foto del cuore.
Prima di partire per Biot
Tutto, ma proprio tutto, su Biot (anche in italiano) sul sito dell'Ufficio del Turismo di Biot (che già nel 2017 ha ottenuto il Marchio Qualité Tourisme™) o, in carne e ossa, nella bella sede al 4 di Chemin neuf a Biot, +33(0)4 93 65 78 00. Tante altre idee per visitare la Costa Azzurra su Côte d'Azur France ed ExploreFrance™.