Arrampicata, da Tokyo 2020 alla Provenza
Ludovico Fossali, Michael Piccolruaz, Laura Rogora. Non sono ancora famosi, ma c’è da scommettere che lo diventeranno se riusciranno a strappare una delle sei medaglie – tre maschili e tre femminili – che i Giochi olimpici di Tokyo 2020 mettono in palio nell’arrampicata sportiva, una delle quattro discipline che proprio in questa edizione fanno il loro esordio a cinque cerchi. Quanto a noi, possiamo cominciare ad allenarci per Parigi 2024 o per Los Angeles 2028.
Certo, possiamo farlo su una parete in palestra, ma perché non approfittare del fatto che alcuni tra i più bei siti di arrampicata della Francia si trovano nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra? Tanto più che, se non aspiriamo per forza alle Olimpiadi, l’arrampicata è uno sport per tutti, a condizione che si goda di una buona condizione fisica e che, per imparare, ci si affidi a istruttori e guide esperte.
Orpierre, il paradiso degli scalatori
Tra gli appassionati di arrampicata, Orpierre – un comune di 300 abitanti a metà strada tra Gap e Sisteron, nelle Alte Alpi, è considerato uno dei siti più belli del mondo, e non è un modo di dire: è classificato ufficialmente come “sito di interesse internazionale” per questa disciplina sportiva.
Ai piedi di un grande circo roccioso, le sue falesie raggiungono i 1.200 metri di altitudine e – tra arrampicata verticale, su lastra e a strapiombo – offrono più di 500 percorsi di tutti i livelli, distribuiti su diverse pareti.
Per chi preferisce restare con i piedi per terra, Orpierre è un villaggio medievale ricco di storia e il territorio comunale fa parte del Parco Naturale regionale delle Baronnies provençales, che si estende tra le Hautes-Alpes e la Drôme.
A Céüse la quarta via più estrema del mondo
Gode di un’ottima reputazione tra chi pratica l’arrampicata anche Céüze, sempre nelle Hautes-Alpes ma un po’ più a nord di Orpierre. È la montagna più alta del massiccio della Bochaine (culmina oltre i 2000 metri di altitudine), non lontano dal Pic de Bure e dal suo altopiano sommitale, in prossimità di Gap.
Si tratta di un sito classificato Natura 2000 che, oltre a diverse pareti dedicate all’arrampicata, ospita una stazione sciistica.
Anche qui si possono praticare i diversi tipi di arrampicata e anche Céüze conta su circa 600 percorsi. Uno di questi, aperto da Chris Sharma nel luglio 2001, è la quarta via più estrema del mondo, classificata di grado 9a.
Non c’è quindi da stupirsi se nelle Alte Alpi – disseminate di pareti scalabili e vie ferrate più o meno note in diverse località – gli appassionati di arrampicata sono così numerosi, e se nel dipartimento si tengono eventi internazionali come il mondiale di scalata a Briançon o l’Ice Climbing des Ecrins.
Ailefroide, nel massiccio degli Écrins
A cavallo tra i dipartimenti delle Alte Alpi e dell’Isère, l’Ailefroide riunisce diverse cime del massiccio degli Écrins, culminando a 3.954 m di altitudine. “Ailfroide” è il nome tanto di una zona montagnosa composta da rocce granitiche, quanto di una piccola e tranquilla frazione del Comune di Pelvoux, situato a sua volta a ovest di Briançon.
Anche qui, tra le oltre 500 vie disponibili, ce n’è per tutte le tecniche e per tutti i livelli di esperienza, dal principiante al grimpeur più esperto. Un altro atout della zona, secondo chi pratica l’arrampicata, è la presenza di più di 300 passaggi tra i massi, dove l’approccio non può che essere molto tecnico. La via più sfidante – un mito per gli appassionati – è la Crotte de Geek, di livello 9a.
Per chi si accontenta di stare a guardare, l’Ailefroide ospita più di 2mila specie di piante come il cardo blu delle Alpi e la stella alpina che crescono all’ombra dei pini e dei larici.
Le Gole del Verdon viste da una parete
Confine naturale tra il dipartimento del Var e le Alpi di Alta Provenza, le Gole del Verdon formano il più bel canyon d’Europa.
I loro panorami diventano ancora più mozzafiato dalla prospettiva di una parete rocciosa e davvero non c’è che l’imbarazzo della scelta: i percorsi praticabili lungo 20 chilometri di gole sono centinaia e i loro nomi – Le 6e élément, Pichenibule, Je ris, Poker à 5 as, Le chant des soleils… – hanno tutti una storia da raccontare. La Demande, con i suoi 50 anni e 350 metri, è il primo percorso aperto nell’Escalès, e il più lungo.
In molti casi, l’arrampicata è tecnica e impegnativa, adatta a scalatori esperti, ma le gole del Verdon offrono anche pareti adatte all’iniziazione dei principianti. E Il fatto che per molte via l’accesso sia in discesa dall’alto riduce i percorsi di avvicinamento.
Particolare è il sito a tre chilometri dal villaggio di Annot, alle porte del Mercantour: mentre nel resto delle Gole del Verdon domina la pietra calcarea, qui le falesie sono blocchi di arenaria alti una ventina di metri.
A scalatori e non, il Parco Naturale regionale del Verdon regala la bellezza di un ecosistema unico, dove si alternano paesaggi minerali e vegetazione, e dove vivono caprioli, avvoltoi e camosci che, insieme alle gole, sono l’attrazione principale del parco stesso: attenzione a non disturbarli!
Buoux, dove l’arrampicata ha 4000 anni
Buoux è un villaggio a pochi chilometri a sud di Apt, protetto dal massiccio del Luberon che è a sua volta il cuore verde del Vaucluse. Agli amanti dell’arrampicata offre l’accesso a diverse centinaia di percorsi che combinano arrampicata verticale, su lastra e a strapiombo, e sono adatti a scalatori piuttosto esperti e ben allenati. Alcune vie – come la Rêve de papillon, la Rage de vivre o Il était une voie – hanno, per gli appassionati, il sapore del mito.
Siamo nella Valle dell’Aiguebrun, abitata già 4000 anni fa: nelle vie d’arrampicata si possono trovare diverse tracce millenarie, comprese alcune scale scavate nella pietra e l’impressionante cavità nella roccia che si trova a sinistra dell’attuale zona di arrampicata di La Plage.
E pensare che, a Buoux, la “storia recente” dell’arrampicata è iniziata solo quando la falesia che sovrasta il villaggio è apparsa al grande pubblico in Francia in un documentario di Jean-Paul Janssen, nel 1982: il protagonista Patrick Edlinger, un giovane scalatore di 22 anni, ha fatto innamorare i francesi di questo luogo straordinario. Oggi il calcare di Buoux attira scalatori da tutto il mondo.
Arrampicata vista mare nei Calanques
I Calanchi sono valli profonde che punteggiano la costa del Mediterraneo, formando insenature spettacolari fin troppo prese d’assalto dai bagnanti durante l’estate. Le loro rocce calcaree e granitiche, intervallate da vaste aree boschive di lecci, pini d’Aleppo e macchia mediterranea, fanno oggi parte del Parc National des Calanques.
La vicinanza a Marsiglia, la spettacolarità dell’incontro con il mare e il fatto che i Calanchi offrono una grande varietà di percorsi da esplorare li rendono un luogo molto frequentato dagli scalatori: uno dei punti più interessanti è quello che porta alla cresta di Morgiou, a 230 m di altezza: la scogliera dell’Abricotier è adatta all’iniziazione dei principianti, mentre gli scalatori più esperti preferiscono arrampicare nel settore Les Cabanons.
Un’indicazione vale per tutti: le falesie del Parco sono anche l’habitat privilegiato di una biodiversità eccezionale, la cui presenza invita a praticare l’arrampicata nel massimo rispetto del luogo.