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I villaggi arroccati del Pays de Fayence

I villaggi arroccati del Pays de Fayence

Nove borghi e un lago: tour nella Provenza più autentica.

I villaggi arroccati del Pays de Fayence, autentici e vicini

Dall’Italia, non occorre arrivare fino al Luberon per incontrare i villaggi arroccati che fanno della Provenza una meta così piena di fascino.

Basta percorrere l’Autoroute du Soleil (A8) in direzione di Aix-en-Provence e lasciarla all’uscita 39 Fayence/Les Adrets de l’Estérel.

Ancora un breve tragitto e si raggiunge il Pays de Fayence, nel nord-est del dipartimento del Var, subito al di là del confine con le Alpi Marittime: nove villaggi di origine medievale sembrano giocare a rimpiattino tra le colline, acquattati dietro una curva o nascosti tra i boschi; un paio, del resto – Bagnols en-Forêt e Saint-Paul-en-Forêt –, hanno nomi che suggeriscono di cercarli nel folto degli alberi.

Fayence, i tetti del villaggio

I magnifici nove del Pays de Fayence: villaggi immersi nel verde

Fayence, Callian, Mons, Tourrettes, Tanneron, Montauroux, Saint-Paul-en-Forêt, Seillans e Bagnols-en-Forêt: sono loro i gioielli del Pays de Fayence.

Racchiusi in poche manciate di chilometri, si svelano alla vista uno alla volta e si contendono la palma del più bello a colpi di castelli, torri, antiche chiese, porte fortificate e, a valle, panorami a perdita d’occhio che cambiano colore a seconda della stagione.

Dopo l’ondata di giallo che ha dipinto intere vallate nei primi mesi dell’anno – non a caso la strada delle mimose passa da qui – è pronto ad esplodere tutto il verde della primavera.

Fayence, panorama dall'alto del villaggio

Fayence

Adagiato sul fianco della collina, Fayence va scoperto percorrendo a piedi le sue stradine tortuose. Un buon modo per farlo è seguire le indicazioni dell’opuscolo Au fil des ruelles: l’Ufficio del Turismo intercomunale ne mette a disposizione gratuitamente uno per ciascuno dei villaggi del Pays de Fayence.

Lungo il percorso si incontrano monumenti storici e vestigia del passato come antiche porte, torri, portici, fontane, lavatoi, i forni per il pane di un tempo, i resti dei bastioni e altre curiosità.

Fayence © OTIPF

Nel cuore del villaggio meritano una visita la chiesa barocca di San Giovanni Battista – la terza più grande del dipartimento del Var – e il Forno del Mitan, costruito nel 1522, che i cittadini hanno salvato dalla demolizione: all’interno è ricostruita una scena di vita quotidiana dell’epoca.

Altri luoghi di interesse a Fayence sono la Porte Sarrasine, ingresso principale dell’allora città fortificata (ma sono ancora visibili anche altre tre porte), la Torre di Guardia – ultima vestigia del Castello dei vescovi di Fréjus, distrutto nel XVII secolo – e la cappella romanica di Notre-Dame des Cyprès (XI secolo), con la sua pregevole pala d’altare.

Salendo sulla Torre dell’Orologio, sulla sommità della collina, lo sguardo spazia dai tetti del centro abitato alla vallata fino ai rilievi circostanti, i Massicci dei Maures e dell’Estérel: un’utile tavola di orientamento permette di identificare tutti i punti di interesse.

 Fayence, Eglise Saint Jean Baptiste

Per chi non sia accontenta di questa veduta, il Centro internazionale di volo a vela posto ai piedi del villaggio è l’indirizzo perfetto per un battesimo dell’aria con panorama a 360° sul Pays de Fayance.

Callian

Le strade lastricate e i vicoli medievali sui quali si affacciano le antiche case di Caillan disegnano una spirale quasi perfetta che si stringe attorno al nucleo centrale del villaggio, composto dal Municipio e dal Castello del XII-XIII secolo, di cui si possono ancora ammirare le mura e le torri rotonde.

La Torre dell’Orologio, in particolare, custodisce in un incavo quello che, pur molto più recente, è considerato l’emblema di Caillan: un maialino di pietra realizzato tra gli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso dallo scultore belga Henry Brifaut. Il motto attribuito al simpatico animale è un invito a strofinargli il muso per propiziarsi la sorte. E, una volta compiuto lo scaramantico gesto, non resta che completare la visita del villaggio.

Callian © OTIPF

Raggiunto il punto più alto del borgo, lo sguardo spazia fino alle catene montuose dell’Esterel e del Tanneron. E sempre nella parte centrale del villaggio si può ammirare l’oratorio della ex cappella dei Penitenti bianchi, che oggi accoglie mostre e concerti. Alle propaggini del cuore medievale di Caillan si trova invece Notre-Dame de l’Assomption, con il suo campanile in maioliche smaltate in stile borgognone, affacciata sulla Place Honoré Bourguignon: la stessa piazza dove una monumentale fontana barocca, la Cascade, testimonia un passato in cui il villaggio doveva la sua prosperità alla presenza di diverse sorgenti d’acqua.

A pochi metri dalla chiesa, un castello novecentesco accoglie oggi l’Ufficio del Turismo e la mediateca. Il castello prende il nome dal pittore espressionista Edouard Georg, che negli anni ne fece il suo atelier e che oggi riposa nel parco a terrazze. Altre celebrità attratte da Caillan furono gli artisti Nadia e Fernand Léger, lo scrittore Anthony Burgess e lo stilista couturier Christian Dior.

Mons

Classificato come “Village de caractère”, Mons si raggiunge da Fayence percorrendo la D563: l’abitato, che si allunga su uno sperone roccioso a 810 m di altitudine, si offre allo sguardo all’uscita da un bosco di querce e di pini.

Tra le sue stradine sono ancora visibili i resti del castello feudale, qualche traccia della cinta muraria, antiche case in pietra e resti medievali. Due, in particolare, le soste consigliate, al Museo Civico “La Maison Monsoise” e alla chiesa parrocchiale Notre-Dame de l’Assomption, del XIII secolo: al suo interno, due croci processionali e un pregevole insieme di pale d’altare barocche del XVII secolo.

Mons © OTIPF

Ma il fulcro di Mons è la Place Saint Sebastien, con le sue fontane, le terrasses accoglienti e, soprattutto, la vista su un panorama notevole: la tavola di orientamento vi dirà se state guardano verso Cannes o il Monte Faron, alle spalle di Tolone; l’Esterel o le isole di Lerins; Saint-Tropez o, addirittura, la Corsica, visibile nelle giornate più limpide.

Appena fuori Mons, la cappella di Notre-Dame de la Pitié, del XVII secolo, offre a sua volta una splendida vista sul villaggio.

Gli escursionisti apprezzeranno anche la possibilità di camminare sulle pendici del Mont Lachens, che raggiunge i 1715 m, e tra le gole della Siagne. L’area circostante il villaggio, infine, presenta un patrimonio di megaliti che risalgono al 3000 a.C.

Tourrettes

Da non confondere con la quasi omonima Tourrettes-sur-Loup, nell’entroterra della Costa Azzurra, la Tourrettes del Var è punteggiata da strette scalinate pluricentenarie e passaggi a volta che una tempo fungevano da ricovero per il foraggio per gli asini, campioni del trasporto locale.

Il percorso che conduce dal parcheggio alla base del villaggio fino al suo punto più alto costeggia antiche case, attraversa piccole piazze aperte, si snoda tra chiese e cappelle – da segnalare, in particolare, la chiesa di Saint André dell’XI secolo, restaurata nel XVI – e sfiora il lavatoio.

Tourrettes © OTIPF

La meta è comunque Place de l’Horloge, con la torre dell’orologio e la piccola cappella dei Penitenti costruite nel XIV secolo. Da qui, il panorama spazia dal Massiccio dei Maures a quello dell’Esterel, fino al mare sullo sfondo.

Quanto all’edificio che svetta sulla collina accanto, è lo Chateau de Puy, attualmente adibito a casa di riposo: costruito nel 1830 da Alexandre Fabre – che aveva lavorato in Russia per 20 anni – riproduce le fattezze dell’École des Cadets di San Pietroburgo.

Ma Tourrettes è anche un museo a cielo aperto: nel labirinto delle sue stradine, una settantina di artisti hanno dipinto facciate, porte e persiane, e hanno costellato le strade con sculture e installazioni.

Tourrettes, Eglise Saint-André, il campanile

Tanneron e il lago di Saint-Cassien

Posto sul massiccio omonimo, Tanneron si trova al Km 122 della Route du Mimosa. Il villaggio, distribuito in più di 20 frazioni, è immerso in un’enorme distesa di questo fiore: la più grande foresta di mimose d’Europa.

Lo spettacolo della fioritura è al suo apice tra febbraio e marzo, ma nel resto dell’anno altri colori prendono il posto del giallo intenso di fine inverno: oltre alla mimosa, le colline circostanti sono infatti coltivate ad altri fiori e fragole, e vi abbondano l’erica e alberi quali eucalipti, ulivi, pini, castagni e querce da sughero.

Dal villaggio, la vista si allarga dalle Alpi di Alta Provenza fino alle coste della Liguria.

Tanneron © OTIPF

Tanneron affaccia sul Lac de Saint-Cassien, straordinaria riserva d’acqua e di biodiversità. Balneabile in diversi punti, offre sia spiagge attrezzate per diverse attività nautiche, sia insenature selvagge. Attorno al lago, il sito di Saint-Cassien des Bois è uno dei punti di maggior interesse: vi si ergono tuttora la cappella del X secolo, porta d’accesso per i possedimenti delle Isole di Lérins e punto di passaggio per i pellegrinaggi diretti a Santiago de Compostela, un’altra costruzione che fungeva da mulino per il grano e frantoio per l’olio, e la torre quadrata del XII secolo, ostello per viaggiatori e pellegrini.

Altra meta da non trascurare nei pressi del lago è la chiesa di Notre-Dame de Peygros. La piccola cappella originaria fu ampliata nel 1800 con l’aiuto della popolazione locale e dedicata a Sant’Antonio da Padova, tuttora festeggiato il 13 giugno.

In luglio e agosto, una navetta gratuita è a disposizione dei vacanzieri per raggiungere diversi punti intorno al lago.

Lac de Saint Cassien © OTIPF

Montauroux, doppio balcone sull’Esterel

Unico dei nove villaggi del Pays de Fayance che non è visibile dalla pianura su cui si affacciano le colline, Montauroux è invece così vicino a Caillan che da lì, oltre a vederlo, sembra di poterlo toccare: pare addirittura che un tempo perfino la voce del banditore riecheggiasse da un borgo all’altro.

Risalente all’XI secolo, Montauroux è un tradizionale villaggio medievale arroccato; il lato sud della Place du Clos offre una vista a 180° che spazia dal Massiccio del Tanneron all’Esterel fino ai Maures, con tanto di tavola di orientamento: il villaggio è considerato il balcone dell’Esterel.

Montauroux © OTIPF

Un susseguirsi di stradine e piazzette fiancheggiate da tradizionali case provenzali conferiscono al borgo un’atmosfera tranquilla, ravvivata dalla presenza delle fontane. Il lavatoio si trova appena la di sotto della piazza.

La chiesa con campanile che si erge verso la cima del paese è Saint-Barthelemy e risale al XII secolo. Sul retro c’è l’omonima cappella, costruita dai Penitenti bianchi nel XVII secolo utilizzando la pietra di un preesistente castello. L’interno della Chapelle Saint-Barthélemy – acquisita da Christian Dior e da lui donata al villaggio – è sorprendente: le pareti e il soffitto del XVII e XVIII secolo sono riccamente decorati, e dietro l’altare si può ammirare un grande dipinto di San Bartolomeo.

Oltre la cappella c’è un piccolo cimitero con un altro punto panoramico, questa volta verso le colline del nord e la vicina Callian.

Montauroux, Eglise Saint-Barthélemy

Saint-Paul-en-Forêt

Una simpatica curiosità riguarda il villaggio di Saint-Paul-en-Forêt e la sua denominazione: anticamente era infatti chiamato “Sanctus Paulus de Gallina Grassa”.

Divenuto indipendente dal comune di Fayence nel 1824, il borgo – situato ai margini del massiccio dell’Estérel e circondato da boschi di pini domestici e marittimi, lecci, querce bianche e querce da sughero, con un sottobosco di cisto, corbezzolo, ginepro, erica arborea e timo selvatico – è il paradiso degli escursionisti e degli amanti della natura.

Saint-Paul-en-Forêt © OTIPF

Fiore all’occhiello di Saint-Paul-en-Forêt è il sentiero botanico che, costeggiando il lago di Rioutard, permette di scoprire la fauna e la flora locali percorrendo un itinerario di poco più di un’ora. Altre mete escursionistiche interessanti sono la Foresta dell’Endre e il lago del Méaulx.

Da vistare all’interno dell’abitato, la chiesa con campanile quadrato costruita all’inizio del XVIII: secondo la tradizione locale, la statua lignea custodita al suo interno avrebbe il potere di tenere lontane le nubi foriere di grandine.

Poco distante dal villaggio, la cappella di San Giuseppe, situata sulla collina di Pincounillier, offre una vista notevole sulla zona circostante.

Seillans

Seillans non è solo “uno dei villaggi più belli di Francia”. È un villaggio autentico, che più di altri pur bellissimi borghi provenzali ha mantenuto intatta la sua “anima”.

La si coglie passeggiando per i suoi viottoli acciottolati e le sue piazzette, o imbattendosi nei suoi piccoli tesori: i portali di legno, le fontane (la Font d’Amont è la più antica e sostiene con orgoglio lo stemma della città; quella di Place Thouron è un invito a sedersi sulle terrasses al fresco dell’ombra dei platani), i cortili ombreggiati, il castello feudale con la sua torre quadrata, la porta saracena che custodiva il villaggio medievale, la chiesa di Saint-Léger… Ma a colpire è anche lo sguardo d’insieme: le case curiosamente alte che vanno dal beige all’ocra, viste da lontano, sembrano quasi costruite una sopra l’altra, abbracciate dal verde.

Seillans © OTIPF

Appena fuori dal villaggio, la Cappella di Notre-Dame de l’Ormeau del XII secolo custodisce un insieme di reperti che hanno attraversato i secoli e, in qualche caso, i millenni: un cippo romano, un pezzo di coro paleocristiano, una sedia scolpita del XVII secolo, diversi ex voto, una statua della Madonna e una pala d’altare barocca del XVI secolo in legno dipinto (il pannello centrale raffigura l’albero genealogico della Vergine Maria).

Non stupisce che artisti come il surrealista Max Ernst e sua moglie Dorothéa Tanning abbiano scelto Seillans per trascorrevi qui gli ultimi anni della loro vita: le loro opere si possono ammirare alla Maison Waldberg Donations Max Ernst-Dorothea Tanning et Stan Appenzeller.

Seillans, una piacevole passeggiata

Bagnols-en-Forêt

Circondato da più di 4000 ettari di boschi, Bagnols-en-Forêt è un piccolo borgo arroccato su una collina che domina la valle dell’Argens.

Quasi a mezza via tra mare e montagna, Bagnols ha la tipica struttura del villaggio provenzale: le sue stradine sono organizzate attorno alla piazza centrale, con i platani e l’immancabile bistrot, mentre i castagni ombreggiano la piazza della chiesa di Sant’Antonino, in stile romanico rinascimentale.

Ai quattro punti cardinali del borgo si trovano le cappelle dedicate a Saint-Denis, Notre-Dame, Saint-Antoine e Sainte-Anne. Nel villaggio fanno bella mostra di sé anche quattro fontane (la più nota è la Fontaine de la Siagnole), il lavatoio e la strada omonima, con case del 1XV e XVI secolo.

Bagnols-en-Forêt © OTIPF

L’atmosfera placida di questo angolo di Provenza è perfetta per riposarsi dalle “piacevoli fatiche” delle passeggiate nella natura circostante, rese ancora più gradevoli dalla presenza delle Gorges du Blavet, un piccolo canyon roccioso che le pareti alte 80 metri hanno reso popolare tra gli amanti dell’arrampicata.

Dal punto panoramico di Bagnols-en-Forêt la vista spazia a 180° dal Pic de la Gardiette al Colle du Rouët, passando per le cime dei contrafforti dell’Estérel: notevoli, oltre alle gole, le antiche cave dove si producevano le macine da mulino, il Col de la Pierre du Coucou, il tracciato dell’antica Via Aurelia e la falesia di Colle Rousse.

Prima di partire per il Pays de Fayence

L’Observatoire Astronomique de Bauduen si trova lungo la RD 71, in località Les Vallons (+33 (0)6 76 05 96 36, +33 (0)4 94 84 87 03, astrobauduen@gmail.com).

Si può inoltre fare riferimento all’Ufficio del Turismo di Bauduen (60, Rue Grande, +33 (0)09 67 73 43 25) e al sito Lacs et Gorges du Verdon Tourisme.

Tante altre idee per visitare la zona e il dipartimento del Var su Provence Verte & VerdonVisitVar ed ExploreFrance™.

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