In Francia può capitare di sentire dire di qualcuno che è un enfant du pays: il suo legame con i luoghi in cui è nato e vissuto ha qualcosa di speciale. Tra gli scrittori provenzali, Jean Giono è un enfant du pays nel senso più letterario del termine.
Figlio di un calzolaio piemontese emigrato in Provenza alla ricerca di una vita migliore, e dal quale eredita una capacità straordinaria di raccontare storie, Giono nasce nel 1895 a Manosque, dove è possibile visitare la sua casa, le Paraïs, prenotando una visita presso il Centre Jean Giono, a pochi metri da una delle antiche porte della città.
Lo scrittore vive quasi tutta la sua vita nel raggio di poche decine di chilometri. È una terra che ama, che percorre e respira ogni giorno; conosce il carattere e gli umori della natura e della gente. E i suoi libri ne sono impregnati.
L’ussaro sul tetto
L’ussaro sul tetto è un romanzo d'avventura pubblicato nel 1951. Il protagonista, il giovane ufficiale degli ussari Angelo Pardi, è in fuga dal Piemonte dopo che ha ucciso in duello una spia austriaca. Di pagina in pagina, in un susseguirsi d’incontri, inseguimenti, imboscate e pericoli d’ogni genere, compresa l’epidemia di colera che devasta l’intera regione, Angelo attraversa in lungo e in largo – a piedi e a cavallo – una Provenza arsa dal sole, disegnando una sorta di itinerario in un’atmosfera quasi surreale.
Sulle tracce dell’ussaro
La Provenza di oggi è decisamente più salubre e accogliente di quella che fa da sfondo alle avventure del giovane piemontese, e da Manosque a Sisteron si può percorrere un itinerario che segue le orme di Angelo Pardi: è il circuito chiamato, appunto, ‘Sulle tracce dell’ussaro’.
Il sole non è mai così bello quanto nel giorno che ci si mette in cammino.
È un itinerario di 145 km, adatto per un’uscita di una giornata e ideale per approfittare delle tante sfumature di verde del paesaggio e scoprire alcuni dei più bei villaggi arroccati della parte sud delle Alpi di Alta Provenza.
A voi decidere se leggere L’ussaro sul tetto prima o dopo averlo ‘attraversato’.
Da Manosque a Sisteron con Angelo Pardi
A Manosque, Angelo chiede la strada per Banon a una contadina che gli mostra la direzione da seguire. Volete che il giovane ufficiale diventi il vostro compagno di viaggio?
Da Manosque, partite in direzione Banon (40 km) seguendo le strade D907, D14 e D5 che attraversano i villaggi di Reillanne e Vachères. Proseguite verso Revest du Bion percorrendo la D950, e poi prendete a destra la D18 e la D546 in direzione di Séderon. Lungo questo tratto raggiungerete e supererete il Passo di Redortiers: è qui che Angelo s’imbatte per la prima volta nel colera.
Prendete le D542 e poi la D942 per arrivare a Ribiers (57 km). Questo itinerario, che segue il corso della Méouge, conduce fino a Sisteron attraverso la D948. Dopo aver ammirato questo affascinante villaggio, la cui cittadella sembra sospesa sul bordo delle falesie, imboccate la direzione di Aubignosc lungo la D951 e la D801.
Ad Aubignosc, il nostro eroe viene a sapere che l’accesso a Château-Arnoux è sbarrato. Egli evita quindi la Grand’Route fino a Peyruis, ma la deviazione gli vale a poco: individuato, è proprio a Peyruis che finisce in quarantena. Da un uomo che sorveglia il braciere per la combustione dei morti di colera di Sisteron, Angelo apprende di trovarsi alle spalle della direzione per Marsiglia. E sarà l’uomo a indicargli, a nord di Sisteron, “...una città sbiadita e una cittadella incollate su una roccia”.
Quando riesce a evadere da Peyruis, Angelo Pardi si ferma in una locanda di cambio qualche chilometro prima di La Brillanne, all’incirca sotto il villaggio di Lurs. Raggiunge La Brillanne, annunciata da un viale di platani, e al calar della notte giunge finalmente a Manosque, due giorni dopo aver lasciato Sisteron.
Ma torniamo a voi: da Peyruis, sboccate sulla D4096 (la Grand’Route a cui fa riferimento Angelo Pardi) che conduce da Sisteron a Manosque lungo il corso della Durance. Proseguite attraverso questa strada in direzione di La Brillanne (13 km): a destra, vi si offre uno scorcio sul villaggio di Lurs, aggrappato al suo sperone roccioso. Prima di tornare a Manosque, fate tappa anche voi a La Brillanne: ne vale la pena.
Cosa vedere lungo l’itinerario
Ecco per voi, tappa per tappa, i principali punti di interesse dell’itinerario Sulle tracce dell’ussaro.
Reillanne
- Maisons de caractère dalle scalinate monumentali
- Passaggi coperti, piazze, porte e fontane
- Cappella Saint-Denis (18esimo sec.)
- Chiesa Notre-Dame de l’Assomption (11esimo sec.)
- Torre Saint-Pierre (11esimo sec.)
- Resti delle mura e delle porte fortificate
- Meridiana
Vachères
- La Grande Porta (16-18esimo sec.)
- Chiesa parrocchiale, nota sotto il nome di Saint-Christophe (13esimo sec.)
- Museo Pierre Martel: paleontologia e archelogia
Banon
- Cinta muraria (15esimo sec.)
- Resti delle fortificazioni
- Porte difensiva con caditoie (14esimo sec.)
- Antico ospedale restaurato
- Abitazioni antiche (16esimo sec.), stradine coperte
- Fromagerie de Banon
- Libreria Le Bleuet
Revest du Bion
- Cappella Notre-Dame de l’Ortiguière
- Resti della chiesa Saint-Pierre (11-12esimo sec.) all’interno dell’edificio attuale
Sédéron
- Chiesa (19esimo sec.)
- Croce della processione in rame dorato
- Cappella Notre-Dame de la Brune
- Fontana
Ribiers
- Forno cittadino (18esimo sec.)
- Centro ricreativo
Sisteron
- Citadella (13/14 esimo sec.)
- Cattedrale (12 esimo sec.)
- Cappella Notre-Dame de Pommiers (13esimo sec.)
- Androni
- Torre delle antiche mura (16esimo sec.)
- Museo archeologico della Vecchia Sisteron
- Ecomuseo del Pays Sisteronnais
- Museo dello Scoutismo
- Randoland (circuito di visita ludica da scoprire in famiglia)
- Cittadella de Sisteron-Bourg (escursione per famiglie con circuito adatto a tutte le età)
- Trenino della Citadelle
- Sentiero dei Racconti e Sentiero Halta Parola nel Paese delle rocce che parlano
- Via Ferrata della Grande Fistoire
Aubignosc
- Chiesa Saint-Julien (17esimo sec.)
- Villaggio del Forest: lavatoio, casa in stile rinascimentale, chiesa della Nativité de la Vierge (18esimo sec.)
Peyruis
- Fontana del Parlatan de Saint-Roch et du Portail
- Chiese Saint-Nicolas (15esimo sec.) et Saint-Roch (18esimo sec.)
- Resti del castello feudale e della torre civica (12esimo sec.)
- Cada del 17esimo sec.)
Manosque
- Centro storico
- Porte Saunerie e Soubeyran
- Chiesa Saint-Sauveur
- Palazzi d’epoca
- Centro culturale Jean Giono
- Collina del Mont d’Or (resti di un castello del 10° sec.)
- Stabilimento produttivo, giardino e museo L’Occitane
- Specchio d’acqua delle Vannades
- Frantoio dell’Olivette
- Casa della Biodiversità La Thomassine
- Randoland (circuito di visita ludica da scoprire in famiglia)
Dove dormire a Manosque
Per la cena e per la notte a Manosque, evidentemente, impossibile prendere spunto dalle tappe di Angelo Pardi. Ma un'atmosfera autentica e una cucina curata da mani esperte si possono trovare alla Bastide de l'Adrech, in Avenue des Serrets. Virginie et Manuel Pennequin sanno come accogliervi e farvi sentire veramente a casa. E veramente in Provenza.
Franca Grosso
*****
Il romanzo di Jean Giono, L'ussaro sul tetto, è pubblicato in Italia da Guanda.
Immagine della testata: paesaggi di Jean Giono nei pressi di Manosque - By Prosopee - Own work, CC BY-SA 3.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid=11316146