Alphonse Mucha, maestro dell’Art Nouveau
Organizzata in collaborazione con la Fondazione Mucha, quest’anno l’Hôtel de Caumont di Aix-en-Provence dedica la sua mostra invernale al grande maestro dell’Art Nouveau, Alphonse Mucha (1860-1939).
Prolifico e visionario, l’artista rivoluzionò il rapporto dei suoi contemporanei con l’arte applicando la sua estetica distintiva a una vasta gamma di settori, tra cui i manifesti, la pubblicità, la decorazione d’interni e il teatro della Belle Époque.
Attraverso quasi 120 opere provenienti dalla Fondazione Mucha di Praga, la mostra mette in luce lo splendore e l’evoluzione di uno stile in cui si fondono bellezza, Art Nouveau, misticismo, simbolismo e identità slava.
Mucha, lo spirito slavo che conquistò Parigi
Nato nel 1860 a Ivančice, nell’attuale Repubblica Ceca, Alphonse Mucha crebbe in una provincia slava dell’Impero austro-ungarico prima di trasferirsi a Parigi nel 1887, dopo una formazione accademica alla Scuola di Belle Arti di Monaco.
È durante la giovinezza che sviluppò una coscienza politicamente impegnata, in cui l’affermazione dell’identità dei popoli slavi svolse un ruolo centrale. A Parigi, dove il misticismo di fine secolo affascinava gli ambienti artistici, Alphonse Mucha diventò il grande cartellonista che conosciamo oggi grazie al provvidenziale incontro con la “Divina” Sarah Bernhardt. Il fenomeno Mucha conquistò tutta Parigi e si diffuse a livello internazionale, diventando una figura di spicco dell’estetica Art Nouveau, movimento caratteristico dell’epoca.
Art Nouveau e stile Mucha
Alla fine del XIX secolo, l’Art Nouveau avrebbe infatti interessato tutte le arti plastiche – dalla pittura alla scultura, dalle arti grafiche all’architettura fino alle arti decorative – e nel 1900 si sarebbe diffuso in tutta Europa, esprimendosi attraverso una notevole varietà di accenti grazie alla contaminazione con le tradizioni dei diversi Paesi nei quali si sviluppò.
Ma il denominatore di queste diverse declinazioni erano proprio le caratteristiche del cosiddetto “stile Mucha”, come venne conosciuto in Francia lo “stile Art Nouveau”: da un lato, eleganti linee curve, motivi floreali naturali, sottili figure femminili idealizzate dalle lunghe capigliature morbide e fluenti; dall’altro, il ritorno del colore, sia in architettura che in pittura.
Mucha oltre l’Art Nouveau: bellezza e armonia, simbolismo e politica
Al di là del successo per il quale Alphonse Mucha e Art Nouveau divennero quasi sinonimi, le reali ambizioni di Mucha erano ben altre: voleva impegnarsi maggiormente e aspirare a creare opere con uno scopo più nobile, per mettere la sua arte al servizio del suo Paese e di tutti i popoli slavi in nome della fratellanza universale.
Massone attivo e ardente difensore dei popoli slavi, trascorse tutta la vita a sviluppare un’arte che cercava di liberare, conferendole un’identità al tempo stesso ceca, slava e umanista.
Oltre all’evoluzione del suo stile grafico e all’ispirazione mistica del suo linguaggio visivo, la mostra proposta dall’Hôtel de Caumont - Centre d’Art di Aix-en-Provence mette quindi in evidenza il pensiero impegnato dell’artista come elemento costitutivo delle sue opere, intrise di bellezza e armonia.
Accanto alle opere più popolari del periodo, che rivelano Mucha come profeta dell’Art Nouveau (in particolare attraverso i manifesti pubblicitari, tra cui quelli realizzati per Sarah Bernhardt, e i pannelli decorativi), il pubblico potrà ammirare i dipinti dell’artista, ancora troppo poco conosciuti, attraverso una lettura simbolista e politica.
Immergersi nell’universo artistico di Alphonse Mucha
La mostra aixoise presenta anche un focus sulla pratica fotografica di Mucha, che gli permise di esercitare il suo senso della composizione e della teatralità, e un focus sull’occultismo, che gli consentì di approfondire il suo repertorio di emozioni.
La mostra si conclude con una sala immersiva dedicata al monumentale capolavoro di Alphonse Mucha, l’Epopea slava. Attraverso un dispositivo prodotto da Culturespaces, i visitatori saranno immersi nel cuore di questo affresco simbolico che ripercorre la storia dei popoli slavi, dalle loro origini all’indipendenza della Cecoslovacchia nel 1918.
Il catalogo – con un contributo di Stéphanie Cantarutti sui legami tra Sarah Bernhardt e Alphonse Mucha, e un’analisi di Philippe Thiébaut dedicata al simbolismo nell’opera dell’artista ceco – è curato da Tomoko Sato, curatrice della mostra e conservatrice della Fondation Mucha dal 2007, nonché massima esperta mondiale dell’artista e della sua opera.
Hôtel de Caumont-Centre d’Art
3, rue Joseph Cabassol 13100 Aix-en-Provence
+33 (0)4 42 20 70 01
Tutti i giorni dal 17 novembre 2023 al 24 marzo 2024, dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura)
Mucha Maître de l’Art Nouveau