Jean-Louis Trintignant, il cinema e la Provenza
Dopo Jean-Paul Belmondo, un’altra leggenda del cinema francese e internazionale ci ha lasciati soli con i suoi film: il 17 giugno 2022 Jean-Louis Trintignant “si è spento serenamente di vecchiaia […] nella sua casa nella regione del Gard in Francia, circondato dalla sua famiglia e dai suoi amici”, ha dichiarato la moglie Mariane Hoepfner in un comunicato.
Molti dei suoi personaggi resteranno nella storia della settima arte. Noi italiani lo ricordiamo in particolare per Il sorpasso, commedia di Dino Risi (1962) in cui Trintignant interpreta uno studente di legge studioso e timido che incontra un Vittorio Gassman disinvolto, accattivante e fanfarone – Le fanfaron è il titolo della versione francese della pellicola – che lo porterà con sé in un viaggio di due giorni da Roma alla Riviera Toscana.
Noi, qui, esploriamo il rapporto di Jean-Louis Trintignant con la Provenza e la Valle del Rodano: i luoghi che hanno segnato i primi e gli ultimi anni della sua vita.
Jean-Louis Trintignant, la Provenza nelle vene
Piolenc è un piccolo villaggio rurale della Valle del Rodano, nel dipartimento provenzale del Vaucluse, a pochi chilometri a nord di Orange. Jean-Louis Trintignant vi nasce l’11 dicembre 1930 nello Château Beauchêne.
È l’epoca in cui il comune – che oggi fa parte della federazione dei siti cluniacensi – vanta una presenza industriale di una certa consistenza: lo stesso padre di Jean-Louis, Raoul Trintignant, è un facoltoso imprenditore.
La mamma, Claire Tourtin, è una romantica signora borghese proveniente da una famiglia benestante di Bollène, cittadina della Provenza collocata là dove il Vaucluse si congiunge con la Drôme, l’Ardèche e il Gard.
È lei che, tra una lite familiare e l’altra (in gran parte strascico della relazione che ebbe con un militare occupante durante la guerra e della conseguente accusa di collaborazionismo), incoraggia Jean-Louis a recitare in un allestimento locale de “L’Arlesienne”: la Provenza è dunque il luogo, ma anche lo scenario, dei suoi primissimi approcci con il teatro e lo spettacolo.
La Provenza sta stretta a Trintignant
in piena adolescenza esplode l’amore di Jean-Louis per la poesia: a 14 anni comincia ad appassionarsi a Jacques Prévert, Guillaume Apollinaire e Louis Aragon.
Studente alla facoltà di Diritto di Aix-en-Provence, il giovane Trintignant assiste a una rappresentazione teatrale de L’avaro di Molière messa in scena da Charles Dullin: una rivelazione alla quale seguirà, a brevissimo, la scoperta di Shakespeare.
Il destino di Jean-Louis è segnato: abbandona gli studi di legge per seguire corsi di arte drammatica e di cinematografia a Parigi. Il futuro di attore e regista è ormai dietro l’angolo.
La Provenza è alle spalle, ma prima di lasciarla Jean-Louis Trintignant fa in tempo a mutuare dagli zii paterni, Louis, Henri e, soprattutto, Maurice quella passione per le auto che lo porterà più tardi a cimentarsi in diverse competizione automobilistiche.
Et Dieu créa la femme: Trintignant, Bardot e Saint-Tropez
A Parigi, per Jean-Louis Trintignant comincia, dapprima un po’ in sordina, quella che diventerà una carriera longeva e di grande successo: 134 film in 57 anni, oltre a un paio di incursioni dietro la macchina da presa. Ma il successo vero parte proprio dalla sua regione natale.
È il 1956 quando Roger Vadim gira Piace a troppi (Et Dieu créa la femme). Trintignant interpreta il giovane marito follemente innamorato di Juliette, giovane orfana esuberante e disinibita che – a spregio della piccola comunità che l'ha accolta, dedita al lavoro e attaccata ai buoni costumi – pensa solo a divertirsi e ad amare gli uomini.
Il film scandalo regala la fama internazionale a Jean-Louis Trintignant e a Brigitte Bardot, a sua volta interprete di Juliette. In più, sul set sboccia una relazione tra i due alla quale la stampa rosa darà grande spazio, anche perché a quel tempo Bardot è la moglie di Vadim.
E dopo Et Dieu créa la femme anche Saint-Tropez non sarà più la stessa: da modesto villeggio di pescatori diventerà il punto d’incontro del jet set internazionale.
Il ritorno alla Provenza di Jean-Louis Trintignant
Dalla fine degli anni ‘70, quando comincia a diradare le apparizioni cinematografiche e, in qualche occasione, teatrali, Jean-Louis Trintignant torna in Provenza, in cerca di ritmi più lenti, atmosfere più semplici e ambienti meno affollati.
Per alcuni anni vive a Lambesc, a una ventina di chilometri da Aix-en-Provence: una cittadina delle Bouches-du-Rhône immersa nel verde e circondata da colline, pini e querce verdi.
Da qui si sposta nel 1985 per ritirarsi poco lontano, prima nella sua casa di Uzès, nel Gard, a ovest di Avignone, e poi nell’ancora più piccolo e discreto Collias, con l’obiettivo di vivere in armonia con la natura.
A partire da questo periodo, Jean-Louis Trintignant annuncia a più riprese il suo ritiro dal cinema, anche se in realtà vi tornerà fino all’ultimo con brevi apparizioni e, nel 2013, da protagonista in Amour di Michael Haneke: un film ricompensato con la Palma d’oro al 65° Festival di Cannes, il César come miglior film e l’Oscar per il miglior film straniero.
Di vino, di poesia o di virtù: bisogna sempre essere ubriachi
Attore, regista e… vignaiolo. Ancora una volta, quando si allontana dal cinema Jean-Louis Trintignant segue le orme di famiglia: vicino a Piolenc il padre Raoul possedeva qualche vigna a Sainte-Cécile-les Vignes, nel Vaucluse; e lo zio Maurice, quando si ritirò dalle corse automobilistiche, si rifugiò nella sua tenuta vinicola di Vergèze, a 20 km a sud-ovest di Nîmes.
A ricordare Jean-Louis nel ruolo di vigneron è Terres de Vin, “sito del vino, dell’art de vivre e dell’enoturismo”. Qui scopriamo appunto che nel 1996 l’attore – estimatore tanto dei piccoli Doc quanto dei grandi vini di Bordeaux – «ha voluto far rivivere la tradizione di famiglia unendo le forze con una coppia di amici viticoltori, Claudie e Bertrand Cortellini, che sognavano di produrre il proprio vino. Insieme hanno creato la tenuta Rouge Garance nelle Côtes du Rhône». La proprietà – 28 ettari certificati bio – è situata nei due comuni di Castillon-du-Gard e Saint-Hilaire-d’Ozilhan, a 20 km da Nîmes e Avignone e non lontano dalla residenza di Jean-Louis Trintignant a Uzès.
La prima etichetta della prima annata prodotta dalla tenuta, il 1997, fu realizzata dal disegnatore e fumettista Enki Bilal, amico di Jean-Louis, e riporta la sagoma di un uccello.
Il faut être toujours ivre. Tout est là : c’est l’unique question. Pour ne pas sentir l’horrible fardeau du Temps qui brise vos épaules et vous penche vers la terre, il faut vous enivrer sans trêve. Mais de quoi ? De vin, de poésie ou de vertu, à votre guise. Mais enivrez-vous.
Quanto al nome, Garance è un’altra citazione del mondo del cinema, un omaggio alla grande attrice Arletty che nel capolavoro di Marcel Carné Les enfants du paradis interpretava un personaggio con questo nome.
Sul sito web di Rouge Garance – ricorda ancora Terres de Vin – un video mostra le immagini della vendemmia mentre l’attore recita il poemetto in prosa di Charles Baudelaire Enivrez-vous, dalla raccolta Le Spleen de Paris:
Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l’unico problema. Per non sentire l’orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi piega verso terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Ma di che cosa? Di vino, di poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi.