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Albert Camus, Alexandra David Néel e Jean Giono: nelle case degli scrittori in Provenza

Albert Camus, Alexandra David Néel e Jean Giono: nelle case degli scrittori in Provenza

Fare turismo letterario in Provenza e Costa Azzurra – Prima parte.

Le case degli scrittori in Provenza

Alcuni ci sono nati, per altri sono state tra le tante tappe di una vita, altri ancora si sono fermati per passare i loro ultimi anni: le case di scrittori in Provenza sono una meta interessante. Testimoni di un passaggio più o meno prolungato o di una presenza duratura, scenari di giochi d’infanzia, di quotidianità adulte, di stagioni senili trapuntate di memorie personali e letterarie.

Tra i muri delle case degli scrittori che hanno vissuto in Provenza hanno preso forma brogliacci e stesure, appunti e ripensamenti: due mondi – i luoghi le pagine – impregnati ciascuno dell’altro, ed entrambi della personalità e del carattere di chi li ha abitati e creati. Case, ma anche giardini, villaggi, quartieri, città; famiglie e ricordi. E, ancora, atmosfere, incontri, relazioni: spazi con un’aura che si può respirare.

Ancor prima che delle ambientazioni di romanzi e racconti, del resto, il turismo letterario si nutre di ambienti vissuti.

Manosque, Lou Paraïs, tavolo da lavoro e oggetti personali di Jean Giono

La casa di Albert Camus a Lourmarin

A Lourmarin si trova la casa di Albert Camus. Per molti un mito letterario, per gli abitanti di uno dei villaggi più belli di Francia che lo hanno conosciuto, “uno di loro”.

A Lourmarin, Camus era un habitué e un abitudinario: ogni mattina presto, prima della passeggiata quotidiana, gli preparava il caffè la vicina, madame Suzanne Ginoux. Al ristorante Ollier prendeva l’aperitivo sempre allo stesso tavolo: il personale lo chiamava “Monsieur Terrasse”, onorando così il suo desiderio di anonimato. Il Café de l’Ormeau era un’altra delle sue mete ricorrenti. Allo stadio sosteneva la Jeunesse Sportive Lourmarinoise, la squadra locale. E spesso raggiungeva l’amico René Char nella vicina Isle-sur-la-Sorgue. Luoghi del cuore di Camus che esistono ancora, e che per questo è facile trasformare in una passeggiata letteraria nel cuore del Luberon.

Da dove partire? Inevitabilmente, dalla casa dell'odierna rue Albert Camus dove oggi abita Catherine, la figlia dello scrittore: l’edificio non si può visitare, ma dall’esterno sono visibili diversi tratti delle vecchie magnaneries provenzali, le tipiche costruzioni dove in passato si allevavano i bachi da seta.

Tra queste pareti il Premio Nobel scrisse Le premier homme, il romanzo autobiografico che non terminò mai: i fogli furono trovati nell’auto in cui Camus viaggiava quando andò a sbattere contro un platano lungo la Nazionale 5. E allora la promenade non può che concludersi al piccolo e un po’ appartato cimitero di Lourmarin, dove lo scrittore, giornalista, intellettuale e filosofo franco-algerino riposa in una tomba modestissima: la sua grandezza non necessita d’altro.

Lourmarin, rue Albert Camus

Samten Szong, la casa di Alexandra David Néel a Digne-les-Bains

Samten Szong, nomen omen. È la casa di Alexandra David-Néel a Digne-les-Bains, nelle Alpi di Alta Provenza, e in tibetano significa “la forza della meditazione”. Oggi è un museo e un centro di interpretazione dedicato alla scrittrice e orientalista francese.

Donna all’avanguardia, nella sua “prima vita” fu femminista e anarchica, impegnata in politica e nel sociale, filosoficamente vicina alla massoneria e cantante lirica di successo.

L’Asia (dove trascorse 25 anni) arrivò solo dopo il matrimonio con Philippe Néel (nel 1904), suo indefettibile sostenitore: Alexandra fu la prima donna europea a visitare la Città Proibita di Lhasa, e le opere che seguirono ai suoi viaggi aprirono prospettive inedite per il pensiero occidentale all’inizio del XX secolo.

Alexandra David-Néel acquistò la casa al 27 dell’Avenue du Maréchal-Juin al ritorno dal Tibet, nel 1928, e visse qui per una trentina d’anni con Aphur Yongden, la guida sikkim che l’accompagnò nei suoi più importanti viaggi in Asia (1911-1925 e 1937-1946) e in seguito suo figlio adottivo. Del resto, questa fu l’unica casa mai posseduta da Alexandra: lei stessa la ingrandì e decorò in modo da conferirle uno stile architettonico anglo-tibetano.

Nella casa, divenuta museo di Francia nel 2016, sono accessibili la camera e lo studio della scrittrice, ma anche la sua biblioteca personale con quasi 5000 titoli, e una collezione di oggetti asiatici, costumi e oggetti domestici. Notevole il materiale d’archivio disponibile, tra testi e documentazione grafica e fotografica.

Un “viaggio nella scrittura e nella cultura di viaggio” reso possibile anche dal lavoro instancabile di Marie-Madeleine Peyronnet, segretaria particolare di Alexandra David-Néel dal 1959, che continuò a pubblicarne gli scritti, dando alle stampe, tra l’altro, la corrispondenza con il marito e numerose opere postume. Sempre a Madame Peyronnet si deve la creazione, nel 1977, della Fondazione Alexandra David-Néel.

Nella dimora Samten Szong, Alexandra David-Néel scrisse numerosi articoli giornalistici e libri sui suoi viaggi, oltre a saggi sul buddismo e sugli insegnamenti segreti dei lama tibetani. E qui scelse lei stessa di morire l’8 settembre 1969, superati i 100 anni, lasciando alla città di Digne la proprietà, i diritti d’autore e i suoi preziosissimi archivi.

Pièce de la Maison d'Alexandra David-Néel © Ville de Digne les Bains

Le Paraïs, la casa di Jean Giono a Manosque

Insieme a Fréderic Mistral, Jean Giono è il più provenzale degli scrittori di Provenza. Nato a Manosque nel 1895, figlio di un calzolaio italiano e di una stiratrice, Giono – pacifista, cantore della natura e del mondo rurale, figura dominante nel panorama letterario del XX secolo – trasse da questa terra un'instancabile ispirazione.

Dal 1930 al 1970, la villa di Manosque chiamata Le Paraïs (Lou Paraïs in provenzale) fu la casa e il rifugio di Jean Giono, della moglie Elise e delle loro due figlie. Qui lo scrittore realizzò quasi tutte le sue opere e alla sua morte lasciò una biblioteca personale contenente più di 8.500 libri, oltre a una vasta collezione di lettere, foto, manoscritti, carte private, oggetti d’arte e mobili.

Nel 1985, Le Paraïs – che dal 2016 è di proprietà del Comune – è diventata la sede dell’associazione Les Amis de Jean Giono, che gestisce gli archivi, organizza ogni estate i Rencontres Giono, e accoglie tutto l’anno visitatori e ricercatori. Le visite guidate (dal martedì al sabato) permettono di accedere alle diverse stanze adibite a studio dei quali si serviva lo scrittore e alle pièces à vivre rifugio dei suoi ricordi, della sua vita quotidiana e del suo lavoro.

La boutique propone quasi tutte le opere di Jean Giono, e il giardino a terrazze di Le Paraïs è il posto giusto per cominciare a leggerle: da qui, infatti, si vede il centro storico di Manosque, teatro dell’infanzia dello scrittore.

La Provenza descritta da Giono non si identifica in luoghi che si trovano sulle carte geografiche, ma è una sorta di concentrato dello spirito dei luoghi. Anche per questo la visita di Le Paraïs prosegue idealmente per le strade del villaggio, ma anche tra i paesaggi dell’Alta Provenza, da esplorare per cogliere a fondo la sensibilità e la poetica di uno scrittore che si è nutrito della sua terra natale. L’Hôtel Raffin-Centre Jean Giono di Manosque – l'altro imprescindibile punto di riferimento per conoscere lo scrittore – organizza escursioni letterarie punteggiate di soste per leggere brani tratti dai libri di Giono e commentarne l’opera e la vita.

Manosque, Lou Paraïs, lo studio di Jean Giono

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