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Arles, finalmente LUMA!

Arles, finalmente LUMA!

LUMA Arles, il campus creativo che dialoga col mondo.

LUMA Arles, un campus creativo "aperto"

Aperto ufficialmente il 26 giugno, LUMA Arles, campus creativo di 11 ettari nel Parc des Ateliers della città, si annuncia faro della cultura, dell’arte e del design internazionale, in un insieme architettonico di notevole interesse che si inserisce di diritto nel ricco patrimonio culturale arlesiano.

In una città già prodiga di stimoli culturali – dai siti patrimonio mondiale dell’Unesco all’appuntamento estivo con Les Rencontres d’Arles, solo a titolo di esempio – il campus è destinato ad accogliere gli artisti e i designer di domani.

Nel perimetro del polo s’innalza la spettacolare torre progettata da Frank Gehry: una struttura geometrica irregolare di 25mila metri quadrati e 56 metri di altezza la cui superfice esterna è ricoperta da 11mila pannelli di acciaio inossidabile. Cuore pulsante del campus e nuovo elemento iconico dello skyline arlesiano, la torre è destinata a ospitare sale espositive, gallerie per progetti in situ, centri di ricerca e archivi della Fondazione LUMA, come pure sale multiuso per conferenze e gruppi di lavoro.

LUMA Arles - Rilfessi 2 © Rémi Bénali

Affacciato sull’Avenue Victor Hugo, quasi di rimpetto alla sede della Fondazione, il Parc des Ateliers che accoglie LUMA Arles è un ex sito industriale ferroviario dismesso del quale fanno parte diverse strutture: in particolare, alcuni degli ex stabilimenti produttivi sono stati ristrutturati da Selldorf Architects per diventare spazi modulari per mostre e performance.

Opera dell'architetto paesaggista Bas Smets, a loro volta i giardini e il parco circostanti hanno il compito fondamentale di tessuto connettivo tra il polo culturale e la città.

LUMA Arles dall'Avenue Victor Hugo

Un progetto internazionale con le radici nel territorio

Il progetto di LUMA Arles è stato concepito da Maja Hoffmann, che nel 2004 ha creato la Fondazione LUMA a Zurigo, in Svizzera: un'organizzazione filantropica internazionale attiva nel campo della relazione tra arte, cultura, ambiente, diritti umani, educazione e ricerca. La Fondazione si propone di offrire agli artisti l'opportunità di produrre e sperimentare i loro nuovi lavori in stretta collaborazione con artisti e attori di altre discipline, curatori e pubblico di tutti i settori.

LUMA Arles - The Impermanent Display 1 © Marc Domage

Apertura, relazione e contaminazione sono dunque la cifra di questo progetto arlesiano di indiscutibile respiro internazionale, ma ugualmente consapevole della necessità di un legame solido con il territorio che lo accoglie e che, dal 2013 ad oggi, lo ha visto prendere forma.

Da qui, un insieme di riferimenti inequivocabili. Il materiale dell’involucro della torre LUMA che cattura e riproduce tutte le variazioni di luce del cielo e dà all'edificio un aspetto in continuo cambiamento, ad esempio, strizza d’occhio al tocco pittorico di Vincent Van Gogh, che non ha mai smesso di catturare sulle sue tele le sfumature e le variazioni di luce del cielo provenzale durante il suo periodo ad Arles. La pianta circolare della struttura in vetro che circonda la base della torre è un omaggio esplicito all'anfiteatro romano di Arles. E lo stesso parco – più di 40mila metri quadri – privilegia una vegetazione tipica della regione, scelta e disposta in modo da attenuare gli effetti del mistral e delle calde temperature estive – ed è esplicitamente ispirato all’unicità dei paesaggi della Camargue, della Crau e delle Alpilles.

Sfumature Ultra Violet in un quadro di Vincent Van Gogh

LUMA Arles secondo Maja Hoffmann

Che cos’è LUMA Arles per Maja Hoffmann? L'espressione, in un solo luogo, dei molteplici fili che compongono il tessuto di una vita. È lei stessa a spiegarlo:

«LUMA rappresenta il mio rapporto con l'arte, che si è sviluppato attraverso una relazione con gli artisti e una presenza nella natura: un ambiente, un oggetto di studio, una curiosità per la complessità di un ecosistema, una consapevolezza della fragilità di un equilibrio da preservare e di relazioni da reinventare. Man mano che ho sviluppato i miei impegni e progetti nel corso della mia vita, sono stati tracciati percorsi e tracciate linee, soggette alle fluttuazioni inerenti a ciascuno dei campi che ho affrontato e all'influenza dei movimenti che hanno plasmato questo periodo. La cultura e la creazione contemporanea sono gli aghi sensibili che percepiscono i cambiamenti, i fremiti, i movimenti infra-sottili del nostro tempo, delle nostre società e del mondo, prima ancora che le idee siano ordinate e le parole siano in grado di formularle. L'arte è il vettore attraverso il quale queste onde, catturate e interpretate dagli artisti, si esprimono. La produzione è il momento in cui si gioca la trascrizione di questi impulsi inspiegabili, uno spazio-tempo soggetto a strattoni, tentativi, dubbi ed epifanie, che sfociano in un'opera».

Per Maja Hoffmann

«Le conversazioni con gli artisti diventano viaggi che si estendono sia in una geografia che in un tempo incrociato, scambi formali, semplici intuizioni o anche piste. Il tempo diventa uno dei materiali, un alleato che permette alle idee di essere chiarite, contestate, confutate, nutrite e infine di avere successo. Questo rapporto con il tempo, che il mio impegno con la natura in Camargue e altrove mi ha permesso di capire e maturare, è un fattore incomprimibile e necessario. Cerco di preservare la sua forza e il suo insegnamento nelle mie attività, in particolare per il progetto LUMA ad Arles».

Il programma di LUMA Arles

Al pubblico, LUMA Arles offre molteplici approcci e modalità di fruizione. Da un lato valgono una visita anche solo i “contenitori”, cioè le architetture presenti all’interno del Parc des Ateliers – La Tour, Les Forges, La Mécanique Générale, La Grande Halle e Le Magazin Électrique – e le installazioni distribuite all’interno del jardin paysager.

Dall’altro è impossibile riassumere in poche righe un programma che prevede esposizioni, conferenze, performance ed eventi che a loro volta si giovano della partecipazione degli artisti in presenza o in relazione con LUMA Arles.

LUMA Arles - Parc des Ateliers, gli edifici © LUMA Arles

Nella ricchezza del programma culturale e nel calibro dei protagonisti dell’estate di LUMA Arles si riflette il percorso esistenziale, culturale e professionale di Maja Hoffmann, radunando un vero e proprio parterre de roi del quale fanno parte Thomas Adès, Etel Adnan, John Akomfrah, Sophia Al Maria, Diane Arbus, Charles Arsène-Henry, Alighiero Boetti, Kerstin Brätsch, Ian Cheng, Ólafur Elìasson, Hans-Peter Feldmann, Urs Fischer,Fischli / Weiss,Katharina Fritsch,Isa Genzken, Frank Gehry,Liam Gillick, Édouard Glissant, Nan Goldin, Dominique Gonzalez-Foester, Konstantin Grcic, Pierre Huyghe, Carsten Höller, Arthur Jafa, Derek Jarman, Koo Jeong A, Mike Kelley, Kapwani Kiwanga, Jakob Kudsk Steensen, Annie Leibovitz, Richard Long, Bruce Nauman, Christian Marclay, Helen Marten,Paul McCarthy, Duane Michals, Precious Okoyomon,Philippe Parreno, Michelangelo Pistoletto, Sigmar Polke, Anri Sala,Tino Sehgal, P. Staff, Rirkrit Tiravanija, Rosemarie Trockel, Cy Twombly, Franz West e Christopher Wool.

LUMA Arles - The Impermanent Display 2 © Marc Domage

Informazioni pratiche

LUMA Arles
Parc des Ateliers
35 avenue Victor Hugo, Arles
Dal 26 giugno al 26 settembre
Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.30
Accesso libero su prenotazione. Viste guidate e commentate a pagamento.

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