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Corniche Kennedy, un romanzo che non ci sarebbe senza Marsiglia

Corniche Kennedy, un romanzo che non ci sarebbe senza Marsiglia

"Lì sei sempre in mezzo a qualche cosa, proprio dentro. È lì che succede, è lì che siamo". L'adolescenza a Marsiglia.

Si danno appuntamento in fondo alla curva, dopo Malmousque, dove la corniche ricompare sopra il litorale, via rapida incisa tra terra e mare, limitare d’asfalto. Lunga e stretta, segue la costa e al tempo stesso cinge la città, ne contiene gli eccessi, congestionata nelle ore di punta, scorrevole di notte – e allora luminosa, il suo tracciato fluorescente serpeggia nelle ottiche di satelliti in orbita nella stratosfera. Soglia magnetica al margine del continente, zona di contatto e non frontiera, perché la sappiamo porosa, trafitta da passaggi e da scale che salgono verso i quartieri vecchi o scendono lungo gli scogli. A guardarla si pensa a un fronte dispiegato che la vita attacca da tutti i lati, una linea di fuga planetaria, senza fine: lì sei sempre in mezzo a qualche cosa, proprio dentro. È lì che succede, è lì che siamo

Loro sono Eddy, Mario, Suzanne e il loro gruppo di amici. Ogni giorno si ritrovano qui e la corniche, anzi La Plate – parallelepipedo di cemento tra le rocce –, diventa il teatro delle loro adolescenze per il tempo di un’estate.

Ci si è messa spesso, la letteratura, a dare voce e volto a questa età di confine, in cui i pensieri cambiano da un giorno all’altro, proprio come mutano i corpi, al ritmo di cuori che battono all’impazzata e non ne vogliono sapere di calmarsi. Maylis de Kerengal ne ferma gli istanti, fonde senso di onnipotenza e paura. L’adolescenza, in Corniche Kennedy*, è intensità della vertigine e leggerezza del volo, sono i tuffi sempre più pericolosi dalle scogliere con cui i ragazzi sfidano il mondo e se stessi per dire “io esisto”. Esisto perché faccio parte del gruppo.

È questo il nocciolo della storia. Un gruppo di ragazzi della periferia nord della città che camminano sulle rocce come funamboli sulla corda e sfidano i regolamenti comunali a suon di tuffi. Un’adolescente di buona famiglia che li osserva dalla sua stanza gabbia dorata, li invidia e finisce per unirsi a loro. Un poliziotto nostalgico che veglia sulla banda mentre cerca di contrastare il traffico di droga. Una città unica come Marsiglia, con la sua bellezza incontenibile e le sue infinite contraddizioni. Ma la città è un fondale e la trama un pretesto, è il gesto che sfoglia le pagine dell’album delle fotografie dei protagonisti e della loro età. Scatti impeccabili, quelli di Maylis de Kerengal, che colgono l’adolescenza nuda e cruda e la mostrano così com’è, senza ritocchi e senza attenuanti. Soprattutto, senza giudicare.

Corniche Kennedy, di Maylis de Kerengal, è edito in Italia da Feltrinelli.