Salagon è prima di tutto una testimonianza, un luogo che esprime valori forti: la trasmissione del sapere popolare, del sapere della natura, del rispetto dell’ambiente, dell’attenzione al mondo contadino e alla diversità culturale.
Quella sensazione di pace
Il priorato di Salagon (dove di priori e religiosi non c’è traccia da diversi secoli) è un complesso monumentale situato nella pianura di Mane, vicino a Forcalquier. Potremmo definirlo un luogo-simbolo delle Alpi di Alta Provenza.
Il primo impatto è pacificante. A contatto con le pietre e le piante – a Salagon troviamo una chiesa, un museo e numerosi giardini – siamo colti da un senso di serenità semplice, e solo poco a poco cominciamo a capire la complessità e la ricchezza di ciò che l’uomo ha realizzato qui.
La curiosa storia di Salagon
La storia di Salagon è fitta di eventi e presenze: nel corso del tempo il sito è stato di volta in volta santuario, necropoli, priorato, residenza e perfino fattoria. Dell’antico priorato benedettino del XII secolo sussiste la chiesa, e l’insieme architettonico è completato da un edificio che risale al Rinascimento, due cortili terrazzati e alcune dipendenze agricole.
Ma tutto, in realtà, è cominciato molto prima e proseguito fino a ‘900 inoltrato. Le tracce più antiche sono quelle di un sito del Neolitico, su cui poi venne costruita una città gallo-romana e ancora, nella tarda antichità, una basilica funeraria. Durante la II Guerra Mondiale, invece, fu l’armata italiana di occupazione a requisire Salagon per farne una scuderia.
Per ricostruire questa cronologia – ripercorsa con rigore dalla mostra permanente Salagon, è tutta una storia – ci sono volute otto campagne di scavi archeologici.
Una chiesa semivuota e un museo strapieno
Insieme al monastero di Ganagobie, Salagon è una delle testimonianze più notevoli dell’epoca medioevale in Alta Provenza. La chiesa, in pietra calcarea originaria del luogo, risale addirittura all’ XI secolo.
La facciata rispetta i canoni degli edifici religiosi provenzali del periodo e si fa apprezzare per la semplicità degli ornamenti: poche statue e capitelli a cesto con foglie d’acanto. L’interno, in due navate, conserva anch’esso decorazioni semplici: da notare alcune formelle che rappresentano figure umane e animali, e una traccia delle pitture murali di inizio XV secolo.
Oltre all’edificio religioso, sono visibili alcune vestigia dell’epoca in cui Salagon era basilica funeraria, le tracce dell’impianto idrico risalenti al periodo gallo-romano e, soprattutto, l’edificio rinascimentale – oggi perfettamente restaurato – che prese il posto degli spazi che accoglievano le celle dei monaci.
Il museo etnografico che vi è ospitato raggruppa una collezione di oltre 15mila oggetti che evocano la vita rurale della prima metà del XX secolo.
Salagon, la cura della terra
Salagon non sarebbe un posto così speciale senza i suoi giardini, collocati negli appezzamenti attorno al complesso dove fino agli anni ’80, quando il Ministero della Cultura lanciò un programma di ricerche sui saperi naturalistici popolari, grano e meloni crescevano fin sul sagrato della chiesa. L’equipe che gestisce i giardini di Salagon segue le regole dell’agronomia biologica, i protocolli naturali di trattamento delle piante e una gestione rigorosa dell’acqua: criteri, tutti, che permettono di valorizzare la notevole biodiversità del luogo con i suoi diversi ecosistemi.
I giardini di Salagon: annusando s'impara
Nei giardini di Salagon possiamo passare un’intera giornata senza rischiare di annoiarci. Ecco i quattro più interessanti.
Il giardino dei semplici – che a qualcuni ricorderà un gruppo musicale degli anni ’70 – raccoglie le piante utilizzate come medicinali nelle società tradizionali dell’Alta Provenza: nel Medioevo, “semplici” erano i rimedi tratti da una sola pianta, mentre i farmacisti realizzavano i cosiddetti rimedi composti. Con l’ortica, ad esempio, si curavano emorragie e reumatismi, mentre la bardana era utilizzata per il suo potere depurativo.
Il giardino medioevale ci fa conoscere la storia delle piante in Occidente prima che Cristoforo Colombo scoprisse il Nuovo Mondo. Qui, perciò, né patate, né pomodori, né peperoni. In compenso, veniamo a sapere che nel Medioevo la cucina non era affatto insipida: a insaporire i piatti erano senape, rafano, erba cipollina, scalogno e quelle che oggi chiamiamo erbe provenzali. In un angolo, le piante magiche e quelle velenose: la mandragola, ad esempio, usata come afrodisiaco e fecondante, o la verbena officinale, erba della magia d’amore.
Il giardino dei tempi moderni, dedicato all’origine e alla storia di frutti e fiori, è suddiviso in tre aree: Europa, Asia e Americhe. Qui possiamo compiere un vero e proprio viaggio nella flora mondiale. Che aspetto ha il mais primitivo? E come si presenta la stevia prima di diventare un’alternativa allo zucchero nelle nostre bevande? A Salagon possiamo vederlo con i nostri occhi.
Il giardino degli aromi propone un’esperienza sensoriale straordinaria, e, almeno in Francia, unica. Passeggiando tra fiori e piante possiamo imparare a riconoscere le grandi famiglie degli odori: boscoso, fruttato, animale, balsamico, fiorito, verde, speziato… Una parte del percorso racconta la composizione dei profumi, con i loro tre registri: la nota di testa, la nota di cuore e la nota di fondo. E, per finire, troviamo piante che ci ricordano gli odori quotidiani, buoni e cattivi. Piante che sanno di salame all’aglio (diffusissimo in Provenza), di pesce, di caramella, di immondizia, di candeggina, di noccioline grigliate e… fermiamoci qui: a ciascuno il piacere (o il disgusto) della scoperta!
Informazioni
Salagon è anche un luogo di mediazione e divulgazione culturale. Oltre alle informazioni pratiche, sul sito del priorato di Salagon si può consultare la programmazione culturale che anima il luogo per gran parte dell’anno. Tra gli appuntamenti fissi, la partecipazione a numerose manifestazioni nazionali ed europee, tra le quali:
- le Notti europee dei musei (maggio);
- i Rendez-vous ai giardini (giugno);
- le Giornate dell’archelogia (giugno);
- le Giornate europee del patrimonio (settembre);
- la Festa della scienza (ottobre)
In più, mostre, atelier, degustazioni e animazioni per grandi e piccoli nel calendario curato direttamente da Salagon.