C’è ancora qualcuno che non conosce il pastis? Questa bevanda alcolica a base di anice, tipica di Marsiglia e della Provenza, è stata creata nel 1916 quando in Francia venne proibito l’assenzio, il liquore preferito dai poètes maudits. Al di là delle notizie storiche, oggi vogliamo parlarvi di quanto possa essere straordinario bere un bel bicchiere di pastis… made in Italy!
Viaggio intorno a un bicchiere
Chi ordina un pastis si appresta a cominciare un viaggio che coinvolgerà tutti i cinque sensi. L’udito è solleticato con un invitante gorgoglìo mentre versiamo l’acqua con cui è sempre accompagnato e gli occhi sono deliziati dal loro incontro: il liquore ambrato cambia colore e una nuvola bianca scesa dal cielo entra nel bicchiere come per magia, è un momento speciale da non perdere. Godetevelo ogni volta senza distrarvi, perché il pastis reclama la vostra attenzione.
Il tintinnìo dei cubetti di ghiaccio è una musica e solo toccare il vetro vi porterà in mano una piacevole freschezza, avvicinando il bicchiere alla bocca sarà l’olfatto a fare la sua parte: il suo profumo non farà che aumentare la voglia di berlo. Del gusto è inutile parlare, l’unica fortuna di chi non ha mai bevuto un pastis è di non sapere cosa si è perso!
La felicità in Occitano
Il buon pastis non abita solo in Provenza e si può trovare, anche in Italia, un prodotto speciale che unisce due grandi tradizioni: i liquori a base di erbe e piante di montagna preparati in casa e il liquore a base d’anice bevuto all’osteria. Il pastis di cui stiamo parlando nasce dalla parte italiana delle Alpi Marittime e si chiama Argalà, un nome che nella parlata occitana dell’alto cuneese significa “soddisfatto”, ma non una soddisfazione qualunque… addirittura rimanda alla pace dei sensi! Argalà è un modo di essere, è la felicità di una tavola imbandita e amici con cui brindare.
I creatori di Argalà sono due ragazzi di Boves: Enrico Giordana, che eredita la tradizione della Distilleria Giordana di Roccavione fondata dal nonno e chiusa poco prima della sua nascita, e Piero Nuvoloni-Bonnet, le cui estati passate in Francia, a Grenoble, portano il ricordo e i profumi di questa bevanda. Dal loro incontro prendono vita Argalart e il suo ottimo 'giallino' piemontese.
Non solo un aperitivo
Aromi e sapori nascono dal distillato di grano di alta qualità unito a una miscela di piante e spezie selezionate, prevalentemente provenienti da agricoltura biologica. La lavorazione si può riassumere in quattro importanti momenti: l’infusione in bagno freddo d’alcol di piante e spezie, l’estrazione dell’alcolato in alambicco, la miscelazione dell’infuso con l’alcolato e la lenta decantazione, che avviene senza usare chiarificanti. Piante coltivate nelle valli cuneesi, erbe spontanee raccolte sulle nostre montagne, spezie esotiche e zucchero di canna del Commercio Equo e Solidale fanno di Argalà un piacevole incontro tra storie e sapori di tutto il mondo
Ottimo da consumarsi come aperitivo, è anche apprezzato come digestivo, grazie alla complessità degli aromi e dei profumi che lo caratterizzano. Questo pastis tutto italiano è l’essenza delle nostre terre, sospese tra il cielo delle vette e il mare di Marsiglia, in cui le montagne non sono mai state un confine ma un ponte che univa popoli che parlavano la stessa lingua, giocavano a carte e a bocce nello stesso modo e ordinavano l’aperitivo con la stessa voglia di dissetarsi: “Pastis!”.
Dove trovare l'Argalà
Chi è curioso di assaggiare l'Argalà - ma anche gli altri liquori alpini e quelli "floreali" prodotti da Enrico e Piero - li può trovare aul sito Argalart. Ma non è meglio arrivare a Boves e provare live una degustazione Taste and Toast Experience in compagnia dei due alchimisti?
Immagine di copertina: Enrico Giordana e Piero Nuvoloni-Bonnet, creatori di Argalà © Argalart