Stai leggendo

Èze, il paradiso terrestre in Costa Azzurra

Èze, il paradiso terrestre in Costa Azzurra

Un villaggio aggrappato alla collina, una vista da urlo e un giardino incantato.

Èze Village, da dove partire

A 8 km da Monaco e 12 da Nizza, Èze è uno dei primi comuni francesi che si raggiungono dall’Italia. La particolarità del suo territorio è l’estensione in altitudine, che va dal livello del mare (dove si trova Èze Bord-de-mer) fino ai 429 del punto più alto di Èze Village, il borgo arroccato sulla collina che percorriamo in compagnia di Patrick Le Tiec, direttore dell’Ufficio del Turismo locale.

Alla base del villaggio si trovano – oltre ai punti vendita delle profumerie Fragonard e Galimard, per chi fosse in vena di shopping – i parcheggi dove lasciare l’auto: Èze va conquistato con una passeggiata che è sì in salita, ma che lungo il percorso offre un’infinità di piacevoli occasioni di sosta.

Èze, vista dal giardino esotico

Il sentiero di Nietzsche

La prima scusa per una breve pausa è, sulla nostra sinistra, il punto in cui il sentiero di Nietzsche si ricongiunge alle strade del villaggio. A noi gente di città già a corto di fiato, Patrick racconta che il filosofo tedesco, che dal 1883 al 1888 soggiornò diverse volte in Costa Azzurra, usava salire a piedi dal litorale inerpicandosi nel verde fino a qui.

“È quando l’ispirazione creatrice fluisce in me più riccamente, che i miei muscoli funzionano al meglio”, diceva. Ma è senz’altro vero anche il contrario, visto che la salutare abitudine di questa camminata lunga poco più di due chilometri– oggi uno dei molteplici percorsi a piedi che si possono intraprendere da Èze – gli ispirò la terza parte di Così parlò Zarathustra.

Èze, accesso allo Chemin Frederic Nietzsche

Èze, terra di conquista

Poco dopo l’imbocco dello Chemin de Nietzsche – che nulla vieta di percorrere al contrario per raggiungere la spiaggia ombreggiata dai pini marittimi di Èze Bord-de-mer e allungarsi fino a Saint-Laurent d’ Èze e all’omonima cappella medievale – prendiamo le prime rampe di scale per raggiungere la Place du Centenaire (il centenario è quello dell’annessione di Èze alla Francia nel 1860) e da qui la poterne, vero e proprio ingresso alla parte antica di questo borgo nido d’aquila.

Si tratta di una doppia porta fortificata che risale al XIV secolo, protetta idealmente da un cannone della stessa epoca, che dà a Patrick l’opportunità di ricordarci che Èze fu terra di conquista: nel X secolo, il villaggio fu invaso dai Mori, per poi intrecciare il suo destino, a partire dal 1388, con quello di Casa Savoia; per effetto delle alleanze e delle inimicizie del casato, il borgo subì l’offensiva della flotta di Solimano il Magnifico e delle sue truppe nel 1543, e ancora fu danneggiato a più riprese dai soldati delle armate francesi nel XVII e XVIII secolo.

Èze, la poterne, ingresso alla parte antica del villaggio

Per le antiche scale

La passeggiata prosegue lungo le stradine e le scalinate di Èze: Rue du Barri, Rue du Malpas, Rue du Bornou. Rue de Pise… La più ampia è, guarda caso, la Rue Principale.

Gli edifici che le costeggiano, il percorso mai davvero rettilineo, il cammino di ronda, le piazzette inaspettate dietro uno dei tanti angoli del villaggio, danno la sensazione di un salto indietro nel tempo, marcato dalla roccia a cui sembrano aggrapparsi le case, dai loro muri di pietra e dalle tante testimonianze di un passato anche molto remoto: Patrick ci indica in uno dei vicoli di Èze in cui è bello perdersi, la presenza di frammenti di muro che risalgono addirittura all’età del bronzo.

Èze, casa di pietra

Èze tra passato e presente

Lungo un percorso solo apparentemente casuale, Patrick fa in modo che ci imbattiamo negli incontournables del villaggio, ma anche in tante piccole curiosità.

Tra le case di Èze, ad esempio, l'abitazione della famiglia Riquier, sulla piazzetta del Pianeta, si distingue per la sua porta ornata di bassorilievi. «I Riquier», veniamo a sapere da Patrick, «arrivavano da Nizza e furono tra i primi signori di Èze; il villaggio fu il loro primo feudo all’esterno del capoluogo e rimase sotto il dominio della famiglia dal XIII al XVI secolo».

Quanto alla casa, nel 1930 uno degli ultimi proprietari fece installare nella piazzetta antistante una fontana dalle fattezze italianeggianti, tuttora visibile. Ma il rapporto del villaggio con l’acqua fu a lungo piuttosto complicato: «L’acqua arrivò nelle case degli ezasques nel 1952. Prima, gli abitanti di Èze potevano contare solo sulle cisterne».

Èze, la Place du Planet e la fontana all'italiana

Vecchie dimore e hotel di prestigio

Tra le dimore più degne di nota di Èze vanno annoverate senz’altro lo Château de la Chèvre d’Or e lo Château Eza.

«Il primo», ci spiega Patrick, «prende il nome dall’animale leggendario che, lasciandosi inseguire, faceva in modo che i ladri in cerca del tesoro del castello finissero per perdersi nel tentativo di raggiungerlo. Il secondo era la residenza del Principe Guglielmo di Svezia, che vi soggiornò dal 1923 al 1953».

Oggi entrambi gli edifici ospitano prestigiosi hotel di charme, ma «l’economia di allora, quando Èze non contava ancora sul turismo, era fatta quasi esclusivamente di agricoltura, sviluppata soprattutto nella valle dell’Aighetta coltivata a terrazze e nella zona di Saint-Laurent d’Èze: da lì, a dorso di mulo, arrivavano fichi, carrube, olive e agrumi, di cui il mandarino di Èze è una varietà particolarmente pregiata. E il piano terra dello Château Eza, che ora accoglie atelier di artisti e simpatiche boutique, serviva allora da cantina e deposito di vivande».

Èze, la chèvre d'or della leggenda

L’edificio più antico e “misterioso” di Èze

Proseguendo la passeggiata che ci porterà al culmine del villaggio, scopriamo un altro punto di interesse che merita una sosta. Si tratta di uno degli edifici più antichi, se non il più antico in assoluto, del comune di Èze, fondato nel 1306. È la Chapelle de la Sainte-Croix, più conosciuta come la Chapelle des Pénitents blancs.

«Quello dei penitenti bianchi era un ordine laico cittadino», ci spiega Patrick. «I membri della confraternita erano incaricati di portare in giro per la Provenza l’assistenza da parte del villaggio, in particolare ai più poveri, ai lebbrosi e agli appestati, fino alla fine del XIV secolo».

Dall’esterno la cappella è quasi invisibile, perché sembra un edificio come gli altri. Vi si accede da un piccolo passaggio coperto ed è la scritta sopra la porta di ferro a permettere di identificarla. La cappella custodisce un patrimonio importante: alcuni crocifissi e statue della Vergine del XIII e XIV secolo, un’opera attribuita a Ludovic Bréa e un ciclo di dipinti religiosi di Michel Marie Poulain.

Patrick attira la nostra attenzione su due curiosità: un crocifisso in cui Gesù, a dispetto della situazione, mostra un sorriso, e un teschio posato su due tibie che annuncia “Tu sei come io ero, tu sarai come io sono”.

Èze, Chapelle de la Sainte-Croix o Chapelle des Pénitents blancs

Il giardino esotico di Èze, tra piante, gatti e statue muliebri

La “vetta” è ormai prossima: il nostro zigzagare ci porta là dove si estende il giardino esotico, per diversi aspetti una delle tappe più interessanti dell’intera passeggiata. Una breve sosta alla biglietteria è d’obbligo: Patrick saluta con grande cordialità la signora che distribuisce i biglietti d’ingresso – non si vedono da qualche giorno – e riserva un buffetto al suo gatto che spesso, ci spiega, lascia la postazione ufficiale e si concede un giretto nel giardino o per le strade del villaggio, dove tutti lo conoscono ed è diventato una specie di mascotte. Probabile anche che stia vivendo una vita parallela per effigiem in giro per il mondo, giacché ogni giorno riesce a infilarsi in decine di fotografie dei visitatori.

Èze, giardino esotico, fichi d'India e altre succulente

Quanto al giardino, lo dobbiamo all’ingegnere agronomo, nonché sindaco dell’epoca, André Gianton, assistito per l’occasione da Jean Gastaud che si era già impratichito realizzando il giardino esotico di Monaco. La dotazione iniziale – è il 1949 quando il giardino esotico vede la luce – contava su circa un centinaio di piante, aumentate nel corso degli anni fino a diventare una notevole collezione botanica dedicata alle piante succulente.

Un percorso tematico consente di prendere confidenza con le piante, ma anche di imbattersi nelle figure muliebri delle statue di Jean-Philippe Rochard, e in quel che resta dell’antica fortezza medievale su cui è costruito il giardino, a 429 metri sul Mediterraneo. «Dell’originaria fortezza quasi circolare disposta su vari livelli», commenta Patrick, «sono rimaste davvero poche pietre: i soldati di Luigi XIV la smantellarono con certosina meticolosità».

Èze, giardino esotico, statua di Jean-Philippe Rochard, figura femminile

La discesa dal paradiso terreste

Dispiace lasciare questo paradiso terrestre – per quanto pieno di spine – con piante che sorprendono per la varietà delle sagome e per i fiori dalle forme e colori più svariati.

Dispiace anche perché il panorama che si gode da qui è uno dei più eccezionali della Costa Azzurra: «La vista si estende fino alle montagne dell’Esterel e al golfo di Saint-Tropez», spiega Partick, e giura che nei giorni più tersi si può arrivare a vedere perfino la Corsica.

Se l’ascensione ci ha consentito un incontro ravvicinato con l’universo delle succulente provenienti da tutti i continenti, la discesa si svolge lungo il lato nord del giardino che accoglie piante mediterranee o provenienti da regioni umide.

Èze, panorama dal giardino esotico

Notre-Dame de l’Assomption, gialla come il sole

La meta successiva, e conclusiva, della nostra passeggiata per Èze è Nostra Signora dell’Assunzione, una chiesa barocca (1764-1778) che si fa ricordare per l’inganno bonario dei suoi trompe-l’oeil: all’interno, Patrick ci fa notare come finestre vere e false e pulpiti reali e fittizi si rispondono a vicenda in un sorprendente gioco di specchi.

La chiesa ospita diverse pale d’altare che rappresentano i santi guaritori (San Sebastiano, Sant’Antonio d’Egitto, San Grato), la Vergine Maria, le anime del purgatorio e San Francesco d’Assisi, così come le vedute del villaggio prima della distruzione del castello.

Anche l’esterno fa la sua parte: con il suo giallo impregnato di sole, è l’architettura che rende Èze inconfondibile anche da lontano, perfino da quelle foto aeree che riescono ad abbracciare l’intero villaggio fino al mare, rivelandone tutta la poesia.

Merci, Patrick!

Èze, Notre-Dame de l'Assomption

Informazioni su e la Costa Azzurra

Informazioni dettagliate su Èze si trovano sui siti dell' Office de Tourisme d'Èze e dell' Office Métropolitain de Tourisme et des Congrès de Nice (entrambi in lingua italiana). Altre informazioni sono disponibili sul sito del Comité Régional du Tourisme Côte d’Azur France e su Explore France.