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I magnifici nove che dipinsero la Provenza

I magnifici nove che dipinsero la Provenza

Lei li ha ispirati, loro le hanno dedicato dei capolavori, lei li fa vivere nei suoi musei.

I pittori ispirati dalla Provenza e dalla Costa Azzurra

Cezanne, Renoir, van Gogh, Signac, Bonnard, Matisse, Léger, Picasso, Chagall… sono solo alcuni dei pittori che si sono ispirati alla Provenza e alla Costa Azzurra, e ai quali la regione – che è di fatto un museo a cielo aperto dei paesaggi dei quali si snon impregnate le loro opere – ha a sua volta consacrato spazi espositivi e luoghi di cultura.

Chi si è innamorato della bellezza dei panorami, chi è rimasto stregato dalla luce che bagna le coste e l’entroterra, chi ha tratto giovamento dalla mitezza del clima, chi è stato catturato dai profumi della natura, chi si è sentito a casa nei villaggi pigri del litorale o in quelli arroccati dell’interno… Tutti vi hanno realizzato alcune delle loro opere più interessanti e hanno lasciato tracce del loro passaggio: tracce tangibili (ad eccezione di van Gogh), ma soprattutto un’impronta culturale molto forte, un “modo di guardare”, prima ancora che di dipingere, che ne rappresenta la prima eredità.

Paul Cézanne, enfant du pays a Aix-en-Provence

Tra Paul Cezanne (1839-1906) ed Aix-en-Provence il legame è indissolubile. Nato e cresciuto nella città delle Bouches-du-Rhône, Cezanne divisde (non equamente, anzi nettamente a favore della seconda) la sua vita tra Parigi e la Provenza. Nei suoi paesaggi catturato vallate e rilievi (negli ultimi ventotto anni della sua esistenza, tutti vissuti in Provenza, ritrae decine e decine di volte il massiccio calcareo della Montagne Sainte-Victoire), i villaggi tra le colline e le case nel verde: non c’è colore della Provenza che sfugga ai suoi pennelli.

Paul Cézanne, la Sainte-Victoire, Musée d'Orsay, Parigi

Se non esiste in Provenza un Musée Paul Cezanne, i luoghi cezanniani si moltiplicano: basterebbe da sola la collezione Cezanne del Museo Granet a riassumere con i suoi capolavori la poetica e il percorso artistico del maestro. Tra le opere esposte, un dipinto che anticipa le versioni monumentali delle Grandes Baigneuses, una natura morta della giovinezza, un ritratto di Madame Cezanne, una tela in omaggio a Delacroix e l’acquisizione più recente del museo, il ritratto di Emile Zola.

Aix-en-Provence sta preparando, per l’anno prossimo, un appuntamento eccezionale, Cezanne 2025: la città renderà omaggio all’enfant du pays attraverso un percorso culturale che si snoderà tra l’atelier in cui il pittore lavorò tra il 1092 e il 1906 (ora in restauro, riaprirà i battenti per l’occasione), le cave di Bibémus che pure dipinse e dove si rifugiò nel suo cabanon, il Jas de Bouffan (che sarà finalmente accessibile al pubblico) dove Cezanne trascorse parte della sua vita.

Proprio alla relazione del pittore con la tenuta di famiglia sarà dedicata anche la grande mostra nella quale il Musée Granet riunirà un centinaio di opere dell’artista nell’anno cezanniano.

I siti cezanniani a Aix-en-Provence

Musée Granet - Aix-en-Provence

Aix-en-Provence, Atelier Cezanne © Francesca Molinari

Pierre-Auguste Renoir al Domaine des Collettes, Cagnes-sur-Mer

Parigino di nascita, Pierre-Auguste Renoir (1841-1919) sceglie Cagnes-sur-Mer, che scopre nel 1903 mentre è in viaggio verso l’Italia, per contrastare i suoi problemi di salute: soffre di artrite e il clima del Sud, pensa, gli gioverà più di quello della capitale.

Nel 1907 acquista il Domaine des Collettes, una vasta tenuta sulle alture del villaggio dove fa costruire un’ampia casa e due studi: vi si trasferisce nell'autunno del 1908 insieme alla moglie e ai tre figli. Da allora non lascia mai la Costa Azzurra.

Alle Collettes, Renoir dipinge (e scolpisce) fino alla morte che lo colpisce a 78 anni. Gli aranci e gli ulivi centenari della proprietà, ma anche la stessa abitazione – nella quale Renoir ha modo di accogliere, tra gli altri, “colleghi” del calibro di Matisse, Monet, Rodin, Modigliani e Picasso –, compaiono in diversi paesaggi e sono per lui un’importante fonte d'ispirazione: l’ultima sua fase artistica è nota anche come periodo cagnois.

Pierre-Auguste Renoir

Oggi Les Collettes – acquistata dalla città di Cagnes-sur-Mer nel 1960 – è il Museo Renoir e ospita dipinti e sculture dell’artista, oltre al suo studio originale.

Di Pierre-Auguste Renoir, il museo accoglie quindici dipinti, tra i quali Les Grandes Baigneuses, Les Cariatides, Coco lisant, Madame Pichon e le opere dedicate ai luoghi, come La Ferme, Paysage aux Collettes et la vallée de la Cagne, Le baou de Saint-Jeannet. Tra le sculture, si possono ammirare due bronzi che ritraggono il figlio Claude, il busto di Aline (destinato alla tomba della moglie) e diversi nudi, tra cui Le Jugement de Paris e la Venus Victrix. Anche il parco e i giardini sono aperti al pubblico e ospitano mostre e sculture.

Musée Pierre-Auguste Renoir - Cagnes-sur-Mer

Pierre-Auguste Renoir, Les grandes baigneuses

Vincent van Gogh tra Arles e Saint-Rémy-de-Provence

Vincent van Gogh (1853-1890), come accennato, è l’eccezione che conferma la regola. Nonostante trascorra in Provenza i due anni più prolifici in assoluto del suo percorso artistico – in questo lasso di tempo dipinge circa trecento quadri – la regione non custodisce in permanenza nessuna delle sue opere. Quasi non ci si crede, talmente questa terra è intrisa dello spirito dell’artista.

Lo si respira ad Arles, dove van Gogh posa il cavalletto nel 1888. Ha qualcosa di familiare Place du Forum, ad esempio, dove esiste tuttora il caffè che vediamo nel celebre Terrazza del caffè di notte. E non stupisce il fatto che l’atmosfera del lungo Rodano, con le sue luci e i suoi riflessi, abbia guidato la mano dell’artista nel tracciare le pennellate della Notte stellata: l’ennesima opera in cui non solo le forme – i cipressi, gli ulivi, la strada sinuosa – ma la stessa luce, e persino l’aria che i colori di van Gogh sanno rendere tersa, trasudano di Provenza.

Vincent Van Gogh, la nuit étoilée

Bombardata nel 1944, la Casa gialla – la casetta a due piani che si affacciava sul giardino di Place Lamartine – non esiste più, eppure sembra che sia ancora lì, tanto la sua immagine è entrata nell’immaginario collettivo. E sono ancora lì la scalinata del Pont de Trinquetaille, l’Arena, gli Alyscamps, il giardino di quello che oggi è l’Espace van Gogh e allora era il manicomio dove fu ricoverato il pittore, il Pont de Langlois (poco fuori Arles): luoghi che van Gogh ha conosciuto e dipinto nei 15 mesi vissuti in città.

Ad Arles la presenza dell’artista si avverte anche nelle sale della Fondation Vincent van Gogh, creata nel 2014 con l'obiettivo di offrire un luogo di riferimento sulla vita e l'opera del pittore, e sull’influenza che la sua figura continua a esercitare sugli artisti contemporanei.

Nel 1989 van Gogh viene ricoverato nella clinica di Saint Paul de Mausole, alle propaggini di Saint-Rémy-de-Provence, a causa dei suoi disturbi mentali. Immerso tra gli ulivi, il luogo si raggiunge percorrendo un viale bordato di cipressi: si possono visitare il giardino, il chiostro e la stanza in cui Van Gogh dorme durante il suo soggiorno, immergendosi nell’atmosfera e nei paesaggi che tanta influenza hanno su di lui.

A Saint-Rémy-de-Provence, inoltre, il Musée Estrine è la sede di un centro educativo dedicato al percorso artistico e umano di Vincent van Gogh.

Fondation Vincent van Gogh - Arles

Saint Paul de Mausole - Saint-Rémy-de-Provence

Musée Estrine - Saint-Rémy-de-Provence

Saint-Paul de Mausole, ricostruzione della stanza di Van Gogh

Paul Signac, "sbarcato" a Saint-Tropez

Dalla terra al mare. Velista appassionato (lo inizia alla navigazione un altro pittore, Gustave Caillebotte), Paul Signac (1863-1935) arriva a possedere personalmente una trentina di imbarcazioni ed è alla costante ricerca di paesaggi costieri che possano alimentare il suo amore per il mare e la sua pittura.

Se l’oceano della Bretagna è a lungo il suo “mare d’elezione” (celebri le sue marine di Concarneau), nel 1892 getta l’ancora dello yacht L'Olympia a Saint-Tropez e scende a terra in quello che è ancora un piccolo borgo di pescatori: incantato dalla zona, Signac acquista una casa, La Hune, la trasforma nel suo studio e ne apre le porte a numerosi pittori, tra i quali un giovane Henri Matisse.

Paul Signac, Port de Saint-Tropez

I porti della Costa Azzurra (dopo Saint-Tropez l’artista si sposta ad Antibes) occupano dunque un posto di rilievo nelle sue opere che – grazie al caratteristico stile puntinista di cui lo stesso Signac è, insieme all’amico George Seurat, uno dei massimi rappresentanti – ne catturano con maestria le variazioni di luce e di colore.

Nella cittadina della Costa Azzurra, il Musée de l'Annonciade, fondato nel 1922, ricorda che Saint-Tropez fu uno dei centri più attivi dell'avanguardia pittorica di inizio XX secolo, grazie appunto a Paul Signac. Le collezioni esposte, che coprono un arco temporale che va dal 1890 al 1950, sono composta da dipinti di rilievo, principalmente dei movimenti Pointillist, Nabis e Fauve.

Musée de l'Annonciade - Saint-Tropez

Paul Signac, Golfe Juan

Pierre Bonnard a Le Cannet

Del gruppo dei Nabis (dall'ebraico nabiim, cioè profeti, ispirati) fa parte anche un altro pittore che ritroviamo agli inizi del ‘900 in Costa Azzurra. È Pierre Bonnard (1867-1947), il cui primo soggiorno a Saint-Tropez risale al 1904, dove conosce Paul Signac, seguito da soggiorni a Nizza, Marsiglia, Tolone e Banyuls-sur-Mer, a casa di Maillol.

Tra giugno e luglio 1909 Bonnard è di nuovo a Saint-Tropez, dove è ospite dell’artista fauve Henri Mauguin, noto per i suoi paesaggi mediterranei. Da allora, ogni inverno e talvolta in altre stagioni, affitta casa per almeno un mese all'anno Saint-Tropez, Antibes o Cannes.

Se già questi primi passaggi azuréen ispirano alcuni dei dipinti che contribuiscono alla sua affermazione artistica, nel 1926 il pittore acquista una casa in posizione panoramica a Le Cannet, il villaggio in collina alle spalle di Cannes dove soggiornerà a più riprese, dipingerà più di 300 opere e morirà all’età di 79 anni.

Pierre Bonnard, Paesaggio di Le Cannet

La luce e il fascino del Sud, e una visione del paesaggio che lo porta a idealizzare il Midi come una sorta di antico paradiso, arricchiscono la tavolozza di Pierre Bonnard di colori più intensi e vivaci, come il giallo del sole mediterraneo e il blu intenso del mare aperto.

Il legame tra Bonnard e Le Cannet trova riscontro al Museo Bonnard, nel cuore del borgo: il primo museo al mondo dedicato all’artista viene inaugurato nel giugno 2011 con la mostra Bonnard e Le Cannet. Alla luce del Mediterraneo.

N.B. Dal 3 maggio al 6 ottobre 2024 diverse opere del Musée Bonnard saranno “in trasferta” a Aix-en-Provence: l’Hôtel de Caumont Centre d’Art dedica infatti la sua mostra estiva al genio di Pierre Bonnard e all’influenza che esercitò su di lui l’arte giapponese. L’esposizione Bonnard et le Japon mostrerà come Bonnard abbia incorporato l'estetica dell'arte giapponese nel suo modo di trattare lo spazio, il tempo e il movimento, creando opere che si allontanano dal naturalismo e dall'impressionismo.

Musée Bonnard - Le Cannet

Hôtel de Caumont Centre d’Art - Bonnard et le Japon

Pierre Bonnard, veduta di Le Cannet

Henri Matisse a Nizza

Henri Matisse (1869-1954) scopre Nizza a 48 anni, nel dicembre 1917: arrivato in città per ragioni di salute – vuole curare una brutta bronchite – decide di restare per sempre. Mentre la luce e i riflessi del Mediterraneo lo catturano, la sua vivace tavolozza cattura a sua volta i colori brillanti della Riviera francese e dei suoi fiori, insieme alle sfumature azzurre e blu del mare e del cielo.

Oltre a realizzarvi la maggior parte delle sue opere, a Nizza Matisse vive, lavora e si svaga in numerosi luoghi che ne influenzano il processo creativo: l’Hôtel Beau Rivage – collocato tra il Mediterraneo, il Vieux Nice e il centro cittadino – dalla cui finestra aperta sul mare il pittore dipinge i suoi primi “interni nizzardi”; lo studio preso in affitto al 105 del Quai des États-Unis, dove realizza Le violoniste à la fenêtre; il Club Nautique de Nice, al porto, al quale Matisse si iscrive e dove pratica il canottaggio; di nuovo nella città vecchia, gli appartamenti del Palais Caïs de Pierlas in Place Charles Félix, in fondo al Cours Saleya, con il balcone che affaccia sul mare; il grande appartamento all’interno dell’ex Hôtel Régina, sull’altura del quartiere borghese di Cimiez, che lascerà dal 1943 al 1948 per trasferirsi a Vence, nell’entroterra, dove soffiano meno forti i venti di guerra.

Henri Matisse nel 1933

Sulla stessa collina Henri Matisse riposa oggi nel cimitero (da cui si può ammirare una bellissima vista della città). E vive nella sua arte esposta al Museo Matisse, nel cuore dell’uliveto del Parc des Arènes de Cimiez.

Il museo, che ha sede nella Villa des Arènes e che ha celebrato nel 2023 i suoi primi 60 anni, custodisce oltre 30 dipinti, centinaia di disegni e incisioni, ma anche gouache e decine di sculture, oltre ai libri e agli oggetti personali del maestro: è stato lo stesso Matisse a donare la maggior parte delle opere che oggi costituiscono la collezione museale.

Un’altra testimonianza importante della presenza di Matisse in Costa Azzurra è La Chapelle du Rosaire (nota come Cappella Matisse), progettata dall’artista per le suore domenicane. All’esterno si notano il tetto di tegole bianche e blu e l’alta croce in ferro battuto, con mezzelune e fiamme dorate; all’interno, tre grandi dipinti neri su ceramica bianca che raffigurano San Domenico, la Natività e la Via Crucis. Ma uno degli elementi più apprezzati sono le grandi vetrate gialle, verdi e blu che inondano di luce le pareti imbiancate a calce. La cappella e lo spazio museale adiacente si possono visitare.

Musée Matisse - Nizza

Chapelle Matisse - Vence

Nizza, Museo Matisse - Foto: © H. Lagarde, OTC Nice

Fernand Léger a Biot

Già artista di fama internazionale, Fernand Léger (1881-1955) frequenta regolarmente Biot fin dal 1949 per lavorare ad alcune sculture policrome di ceramica con l’atelier Brice. Nulla di strano, quindi, se nel 1955 acquista una villa ai piedi del villaggio, il Mas Saint André, per farne un luogo di vita e di lavoro, ma anche con l’idea di esporre e le sue opere e composizioni monumentali in un contesto spaziale adeguato.

Purtroppo, Léger morirà solo pochi mesi dopo, ma grazie alla moglie Nadia e allo stretto collaboratore Georges Bauquier, la residenza assumerà un nuovo ruolo: il 13 maggio del 1960 si inaugurerà il Museo Fernand Léger di Biot, con il patrocinio di Picasso, Braque e Chagall.

Ampliato e donato alcuni anni dopo allo Stato francese, che lo dichiara Museo Nazionale, il Musée Fernand Léger, circondato da una grande giardino mediterraneo, permette di ammirare – tra dipinti, mosaici, vetrate e sculture – oltre 450 opere del pittore, ripercorrendo 50 anni (dal 1905 al 1955) della sua parabola artistica.

La facciata dell'edificio si presenta come un immenso mosaico, che lo stesso Léger aveva originariamente progettato per decorare lo stadio di Hannover.

Musée Fernand Léger - Biot

Biot, Museo Fernand Léger

Pablo Picasso tra Costa Azzurra e Provenza

Pablo Picasso (1881-1973) si stabilisce ad Avignone allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, nel 1914, dove passa l’estate frequentando gli amici Braque et Derain. Ad Avignone, il celebre Arlequin di Picasso fa parte della collezione Jacques Doucet del Museo Angladon.

Dopo ripetuti soggiorni in Costa Azzurra, all'inizio della Seconda Guerra Mondiale Picasso installa il suo atelier allo Château Grimaldi di Antibes, affacciato direttamente sul mare. Nel castello lo stesso maestro, ancora vivente, inaugura il suo museo.

Foto di J.-L. Andral, 2008

Nel frattempo frequenta Vallauris (che ha già scoperto nel 1936), dove nel 1946 comincia a modellare l'argilla, e vi si stabilisce dal 1948 al 1955: di Picasso, Vallauris custodisce La Guerre et la Paix e Les Quatre parties du monde che l'atrista dipinge nel 1959 nella cappella romanica del castello (ora Musée National Picasso), la statua de L'Homme au mouton (L'uomo con la pecora) collocata in Place du Marché, e numerose opere ceramiche suddivise tra il Musée de la Céramique e il laboratorio-galleria di ceramica Madoura.

Tra le altre residenze che accompagnarono tratti significativi del percorso artistico di Picasso nel sud della Francia, tre meritano di essere ricordate.

La prima è Villa La Californie, maestosa villa in stile Art Nouveau sulle alture di Cannes. Pablo Picasso vi abita con Jacqueline Roque e vi lavora dal 1955 al 1961: alcuni scatti dell’epoca riproducono l’atelier dell’artista che, ormai settantenne e al culmine della celebrità, non si stanca di sperimentare. Villa La Californie è oggi una residenza privata.

La seconda è il Mas Notre-Dame-de-Vie, nel villaggio di Mougins dove l’artista ha già soggiornato più volte alla fine degli anni Trenta con la musa di allora Dora Maar e altri artisti, all'Hotel Vaste Horizon). Picasso trascorre qui gli ultimi 12 anni della sua vita e vi muore a 91 anni l’8 aprile 1973, dopo aver realizzato oltre 300 opere; ma le sue spoglie riposano, insieme a quelle di Jacqueline, nei pressi di Aix-en-Provence, nel parco dello Château de Vauvenargues, che Picasso acquista nel 1958 e dove pure risiede per alcuni periodi, allo scopo di “avvicinarsi” a Cezanne nel quale riconosce un maestro.

Richiamato dalla presenza di van Gogh e dalla possibilità di assistere alle corride, Picasso frequenta e dipinge anche Arles, la Camargue e le Alpilles. Ad Arles, il Musée Reattu espone 57 disegni donati da Picasso al termine della sua seconda esposizione al museo.

Musée Picasso - Antibes

Musée Picasso - Vallauris

Musée de la Céramique - Vallauris

Galerie Madoura Vallauris

Musée Réattu - Arles

Pablo Picasso, Le village de Vauvenargues

Marc Chagall a Nizza

Dopo molteplici soggiorni nel sud della Francia, Marc Chagall (1887-1985) si stabilisce definitivamente in Costa Azzurra nel 1948. Nel 1949 l’artista bielorusso di famiglia ebraica si trasferisce a Vence, in una casa vicino alla cappella Matisse.

Per 20 anni, Chagall – mentre viaggia e lavora per soddisfare importanti commesse pubbliche e private, realizzando vetrate, dipinti, arazzi, scenografie e altre opere destinate a raggiungere prestigiose sedi europee e internazionali – approfitta dei periodi in Costa Azzurra per diversificare le sue tecniche. Tra le altre, si dedica alla ceramica, che pratica con la famiglia Ramié presso la galleria Madoura di Vallauris, nello stesso studio di Picasso.

Da fine anni ‘50 l’artista prende parte al progetto per la creazione della Fondazione Maeght di Saint-Paul de Vence – Aimé Maeght era già iI suo mercante d’arte a Parigi – che verrà inaugurata nel 1964, e nel 1962 realizza il mosaico che raffigura Mosè salvato dalle acque come decorazione del battistero della cattedrale del villaggio, Notre-Dame de la Nativité. Morto il 28 marzo 1985, Marc Chagall riposa nel cimitero di Saint-Paul de Vence.

Il Museo Nazionale Marc Chagall di Nizza – nato dalla volontà dell’artista di riunire in un unico luogo le 17 tele che compongono il Messaggio Biblico, il suo più importante lavoro sulla Bibbia – accoglie oggi anche un mosaico e vetrate sul tema della creazione del mondo. Il museo ospita la più grande collezione di opere di Chagall al mondo: circa 800 lavori, tra disegni, pastelli, gouache e sculture.

Musée Marc Chagall - Nizza

Marc Chagall nel 1920, in una foto di Pierre Choumoff

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