Christian Frisetti ci accoglie con un caffè nel giardino di un piccolo mas provenzale: il punto d’arrivo dopo le sue prime due vite, a Lione e a Parigi, e i suoi mille mestieri. Mestieri – dalle costruzioni alla lavorazione della pelle – in cui si rendeva conto di avere un talento nelle mani, ma non riusciva a esprimerlo come avrebbe voluto. Finché è arrivato in Provenza e si è innamorato di una forma, quella della cicala, vedendola incisa nella pietra di statue e fontane.
Ha ‘preso casa’, ha trasformato fienile e granaio in laboratorio e ha deciso di restare. Le sue dita, da quel 1997, non hanno più smesso di essere felici.
Come siamo arrivati fin qui? Perché ci siamo innamorati di una cicala diversa dalle altre. L’insetto canterino simbolo della Provenza e del suo clima dolce è il soggetto più riprodotto in assoluto in forma di souvenir e come motivo decorativo: ceramica, metallo, tessuto, in qualunque villaggio non c’è negozio che non le metta in bella mostra e, alla fin fine, si assomigliano tutte.
La nostra e le sue 'sorelle', più piccole e più grandi, no.
Monsieur Jean Louis Deprade, che le vende a Saint-Rémy de Provence (da Fleur de Coton, al 50 di rue Carnot), ci ha messo in contatto con Christian. E lui ci ha raccontato come un foglio di pasta da modellare si trasforma in cicala, ma anche in girasole, in rami d’olivo e perfino in tartaruga: a quanto pare c’è una specie, la tartaruga di Hermann, che in Provenza è diffusissima.
Cicale, sette colori e sette dimensioni
La tecnica del nostro artigiano è tutta personale. Christian Frisetti non modella la pasta direttamente in forma solida, ma traccia disegni sulla carta e, quando raggiunge il risultato voluto, piega il foglio per ottenere la terza dimensione. Partendo da questa forma costruisce a mano gli stampi, uno a uno, e con gli stampi realizza gli oggetti dopo aver aggiunto all’impasto le polveri di colore (i rossi e le ocre vengono da Roussillon) per ottenere le tinte desiderate. Ed è a questo punto che la cabala ha inizio.
“Sono innamorato del numero sette”, ci racconta Christian mentre ci fa strada nel laboratorio e ci mostra attrezzi e materiali. “Per questo le mie figure hanno solo sette colori. Tre caldi, cioè rosso, arancione e giallo, tre freddi, ossia verde, blu (il più apprezzato) e ombra (un grigio che, dopo la ceratura finale a mano, sembra quasi metallizzato), e uno neutro, l’avorio”. Anche le diverse dimensioni delle cicale, guarda caso, sono sette (da 3 centimetri in su).
Il triangolo magico di Christian Frisetti
L’altra fissazione di Christian è il triangolo, la sua forma geometrica preferita e piena di significati simbolici. Sta di fatto che per le cicale più piccole crea un supporto-contenitore triangolare e che anche il criterio con cui ha scelto casa è geometrico: il mas-laboratorio è al centro del suo ‘triangolo magico’ personale: i vertici coincidono con Montelimard a nord, Perpignan a ovest e Mentone a est. È in questo perimetro che potrete trovare le sue cicale, e non un metro più in là.
Simona Mazzolini