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Nizza, cosa c'è sotto?

Nizza, cosa c'è sotto?

Una città profonda e segreta, dalle rovine dell’antica Nikaïa alla location della “rapina del XX secolo”.

Nizza sopra e sotto

Nizza la bella, con le sue spiagge di ciottoli, la Promenade des Anglais con le iconiche sedie color del mare, le stradine del Vieux Nice, il mercato dei fiori in Cours Saléya, il carnevale più atteso della Costa Azzurra, i ristoranti che ci deliziano con le specialità della cucina nizzarda…

Ma cosa c’è sotto questo “sopra”, questa Nizza vivace, colorata, elegante, piena di scorci e panorami da lasciare senza fiato? Una Nizza piena di misteri in parte ancora da esplorare.

Le gallerie del castello

A Nizza in molti salgono sulla collina del Castello per godere della vista che da lassù domina la baia, senza rendersi conto di… camminare sul vuoto! Pochi metri sotto i piedi degli ignari visitatori il terreno è un traforo di gallerie segrete scavate durante la seconda guerra mondiale, e forse in parte anche qualche secolo prima.

Certo è che, nel 1939, la Difesa Passiva francese vi creò un rifugio antiaereo per proteggere la popolazione; nel 1943 i tedeschi recuperarono il sito e lo trasformarono in costruzione militare; successivamente, durante la Liberazione, vi rimise mano il governo francese.

I tunnel “ufficiali” sono due: il più vecchio (di pochi anni) passa sotto il Quai des États-Unis e raggiunge la spiaggia dei Bains de la Police; l’altro parte all'altezza dell'ascensore dello Château e conduce al monumento ai Caduti. Entrambi – come pure le gallerie secondarie che dai due tunnel si dipartono, ora bloccate dalle macerie – sono chiusi al pubblico da decenni, ma gli esperti testimoniano (e diversi video visibili su Youtube lo confermano) che all'interno si possono ancora vedere i cavi elettrici dell’epoca e una scala a chiocciola di ghisa con ornamenti vegetali del XIX secolo, trafugata dai tedeschi al Casinò de la Jetée-Promenade.

Le altre gallerie: realtà o leggenda metropolitana?

Le due gallerie “ufficiali” non sono le uniche a comparire nelle tante narrazioni su Nizza sotterranea: una tesi che ha non pochi fautori sostiene che sotto la città si estenderebbe un vero e proprio reticolo di tunnel.

Così, si vocifera di percorsi sotterranei che congiungerebbero Place Saint-François al monastero di Cimiez, o l’antica Carreira de la Judaria (oggi inglobata nella Rue Benoît-Bunico) alla Place du Palais; si sente parlare di tunnel e passaggi che portano alla Rue de la Condamine, o al cimitero di Saint-Barthélemy, o alla cripta dell'abbazia di Saint-Pons.

Ad ogni buon conto, le gallerie sarebbero state murate o bloccate dai detriti, e nessuno è disposto a dichiarare (anche perché lo avrebbe fatto illegalmente) di averle viste di persona: ci si basa sui “sentito dire”.

La Cripta Archeologica di Nizza

Mentre i tunnel del periodo bellico non sono percorribili, della Nizza sotterranea si può visitare la Cripta Archeologica: una stanza sotterranea di 2.000 m² situata sotto il Boulevard Jean-Jaurès e la Place Garibaldi, lungo il fiume Paillon. Al suo interno si trovano i resti delle fortificazioni che facevano parte della città bassa e difendevano la contea di Nizza.

Portati alla luce durante gli scavi per la prima linea tranviaria della città, nel 2006, nei pressi della Porta Pairolière i resti sono molto ben conservati, forse proprio perché le fortificazioni “scomparvero” per ordine di Luigi XIV agli inizi del ‘700 e per tre secoli nessuno se ne occupò.

Nel 2012, visto il suo interesse storico e patrimoniale, la Cripta di Nizza è stata classificata Monumento Storico. Per vederla si può partecipare a una delle visite guidate organizzate dal Centre du Patrimoine - Le Sénat, da prenotare online.

Nizza sotto le rotaie del tram

Anche gli scavi preliminari per la realizzazione della linea 2 del tram hanno permesso di riportare alla luce diverse testimonianze del passato di Nizza, come pure è avvenuto in occasione di diversi cantieri per l’ammodernamento urbanistico e infrastrutturale della città, o la realizzazione di nuove edificazioni.

Negli ultimi decenni, a quanto pare, il Servizio Archeologia della Metropoli Nice Côte d'Azur ha avuto parecchio da fare.

Proprio sotto la linea 2 ad esempio, in corrispondenza della futura stazione sotterranea Garibaldi-Le Château, i ricercatori hanno scoperto una fossa comune risalente al 18° secolo. Non essendo state identificate tracce di violenza sulle decine di corpi sepolti in fretta e furia, gli esperti hanno ipotizzato trattarsi delle conseguenze di un’epidemia della quale, prima del ritrovamento, non si erano riscontrate testimonianze.

Ancora, sul sito della caserma Filley è affiorato un pezzo di un'antica necropoli, con la scoperta di due sepolture greche risalenti al I secolo a.C.: si tratta delle prime tracce tangibili della presenza a Nizza dei focesi, i coloni greci in arrivo da Marsiglia (allora Masslia) che fondarono Nikaïa (la Victoriosa) da cui Nizza prende il nome.

E in altri punti gli archeologi hanno individuato i resti di una fattoria romana e una fornace di tegole del I secolo d.C.

La scoperta più recente: una galleria a zig zag

Tra le scoperte più recenti, a primavera 2021 i lavori in corrispondenza della piazza Colonel Pierre-Paul Jeanpierre vicino alla stazione SNCF hanno rivelato la presenza di un rifugio antiaereo di fine anni ’30 nel centro di Nizza. Si tratta di una trincea coperta, una galleria “a zig zag” lunga 63 metri alla quale si poteva accedere da entrambe le estremità, pensata per offrire riparo agli abitanti in caso di bombardamento.

Se il sito di piazza Colonel Jeanpierre sarà consolidato e conservato così com'è, peggior sorte ha avuto invece l’analogo rifugio che si trovava sotto il giardino dell'ex Place Defly, distrutto negli anni '70 durante la costruzione del parcheggio sotterraneo dell'attuale Place Marshall.

Una torre e un assedio tra sacro e profano

Durante gli scavi del 2017 è emersa la base della Tour Cinq-Caire, torre pentagonale del XV secolo che difendeva il fronte nord della città, e che Nizza avrebbe ora in programma di smontare e conservare con l’aiuto della tecnologia 3D.

La torre è contemporanea dell’assedio Franco-Turco del 1543, quando Solimano II, alleato del re di Francia, pose sotto assedio Nizza che allora apparteneva al duca di Savoia. Il 15 agosto, giorno dell’attacco finale, la città fu bombardata a lungo dal mare e il nemico riuscì ad aprire una breccia nelle mura, dalla Porta Paroliera alla torre pentagonale: gli assedianti tentarono di sfondare proprio qui, trovando però una resistenza accanita. Ma a questo punto la narrazione prende due strade diverse, una sacra e una profana.

Nel primo caso, il respingimento dei turchi da parte dei nizzardi viene attribuito all'intervento della Vergine Maria. Nel 1552, per commemorare il glorioso evento, fu fondata vicino al forte la cappella di Notre-Dame du Sincaïre (dal “Cinq-Caire” della torre) in onore della Vergine, e le autorità municipali fecero voto che ogni 15 agosto “i consoli, il clero e tutto il popolo di Nizza” si sarebbero recati nella cappella per ringraziare la Vergine stessa della sua benevola protezione.

La versione profana, a sua volta, vuole che, proprio quando un turco piantò la propria bandiera in cima alla breccia, una brutta popolana di mestiere lavandaia (Donna Maufaccia, ossia "Malfatta") gli sottraesse la bandiera e, lo buttasse giù dalla breccia. Non paga, in segno di scherno Caterina Segurana (questo il vero nome della donna) avrebbe mostrato le proprie terga ai turchi e l'episodio avrebbe dato ai Nizzardi abbastanza coraggio da respingere gli assalitori. Sull'antico bastione esiste tuttora una stele in onore di Caterina.

Nizza città invisibile

Al di là dei ritrovamenti avvenuti durante gli scavi in diversi punti della città, e che Nizza stessa sta cercando di rendere il più possibile fruibili da parte di cittadini e visitatori, il Vieu-Nice, con il suo “doppio” sotterraneo nel quale si compenetrano e si fondono realtà e di leggenda, potrebbe entrare a buon diritto tra le Città invisibili di Italo Calvino.

La parte più vecchia di Nizza, infatti, ebbe un’evoluzione molto particolare, che vide il suolo della città alzarsi nei secoli fino a dar vita a un vero e proprio groviglio di spazi sotterranei.

Fino al XVI secolo, all'interno delle sue mura una popolazione stimabile in circa 5mila persone era distribuita tra città bassa, costituita prevalentemente in case di due o tre piani, e città alta arroccata sulla collina del Castello. Quando i duchi di Savoia decisero di militarizzare l'intera collina, espellendone la popolazione nella città bassa, la volontà diffusa di non rinunciare al riparo della cinta muraria spinse i Nizzardi della città vecchia, che nel tempo arrivarono a essere anche a 15mila, a sfruttare in altezza l’area disponibile intra muros. I livelli si moltiplicarono verso l’alto, come testimoniano alcuni edifici tuttora esistenti del Vieux-Nice, ma anche verso il basso: “sotto” furono ricavate cantine, ma anche magazzini, ricoveri per gli animali, laboratori artigiani e altro ancora, spesso connessi gli uni con gli altri: una città sotto la città, altrettanto brulicante di vita.

Il colpo del secolo nelle fognature di Nizza

L’altra rete che si estende sotto il suolo di Nizza è quella fognaria: quasi 400 chilometri di condutture e 83 di gallerie, accessibili solo agli addetti ai lavori. Ogni notte, dai tombini della città, il personale incaricato del servizio si cala in questo intrico, lo pulisce, fa manutenzione, esegue riparazioni... Un lavoro impegnativo, scomodo – gli spazi, umidi e ristretti, in alcuni punti non superano 1,20 metri di altezza e 80 centimetri di larghezza –, e talvolta pericoloso.

Avvolti più da odori rivoltanti e gas mefitici che dal mistero, nel 1976 questi spazi furono la location della “rapina del secolo”, messa a segno ai danni della camera di sicurezza della Société Générale senza che venisse sparato un solo colpo. Una sorta di Casa de Papel alla francese, per giunta ante litteram, che fruttò alla banda Spaggiari (dal nome del cervello del furto nelle fogne, Albert Spaggiari) un bottino di 46 milioni di franchi (circa 29 milioni di euro attuali). Se per il furto vero e proprio furono sufficienti tre giorni, la sua preparazione richiese tre mesi di lavoro clandestino, e non si sa quante persone dalle più diverse competenze professionali, per attraversare le fogne in modo da accedere ai sotterranei della banca.