Che cosa facciamo quando siamo turisti?
Cerchiamo di non passare per turisti perché detestiamo sentirci dei turisti. Semmai “viaggiatori”, “conoscitori del luogo”, “habitué”… Perfino “di passaggio” è meglio del marchio infame.
Sta di fatto che vorremmo proprio non avere quella “T” che ci si legge in faccia.
Ma le possibilità di non essere riconosciuti sono pochissime: al più potremo sfuggire a un altro turista, dopo esserci guardati occhi negli occhi in una sorta di sfida all’Ok Corral. Chi smaschera l’altro vince.
Hoodmaps, la mappa interattiva che colora le città
Ci vengono in aiuto un sito e un'app made in Usa, che funzionano benissimo anche in Provenza e Costa Azzurra. E colorano le zone della città a seconda della tipologia di frequentatori più diffusa: i quartieri affollati di turisti – e quindi da evitare come la peste – sono rossi, quelli frequentati dagli hipster sono gialli, le isole felici (?!) dei ricchi sono verdi, le aree ad alta densità di studenti sono blu, le concentrazioni di business-people sono azzurre e le zone dove sta la gente normale sono grigie.
Il punto è: chi lo dice? Tendenzialmente chi frequenta la città, e ogni zona si colora della tinta scelta dalla maggior parte delle persone che collaborano alla mappa partecipativa Hoodmaps. Qui anche noi possiamo dire la nostra: se un quartiere blu (studenti = squattrinati) ci sembra invece un concentrato di miliardari, la segniamo in verde. E la maggioranza vince, cioè decreta il colore che la mappa visualizzerà. Il criterio è democratico ma non scientifico: se ci svegliamo di buon umore, finisce che dipingiamo tutto di rosa, se la nostra giornata è nera potremmo colorare di conseguenza.
Nizza e Cannes: dimmi che quartiere è
Siccome il colore, da solo, non dice moltissimo, gli ideatori di Hoodmaps hanno pensato di dare ai partecipanti la facoltà di lasciare un tag sulla mappa (che a sua volta può essere confermato o smentito da qualunque altro utente, ed è sempre la maggioranza che ha la meglio).
Prendiamo Nizza: i tag ci aiutano a capire che la zona dalle parti della Corniche des Oliveir è “un’oasi di pace”, che in una certa via si esercita il mestiere più antico del mondo, che i pressi della stazione non sono considerati troppo sicuri e che il Vieux Nice è la zona della città a più alta densità di mangiatori di gelati da passeggio.
Nella baia di Cannes, il rosso e il verde lasciano poco spazio agli altri colori. In particolare, la zona degli hotel più lussuosi – ma questo l’avremmo capito anche senza l’aiuto della mappa – è risulta frequentata tanto dai turisti ricchi quanto dai divi di Hollywood (in tempo do Festival). Meno scontato scoprire che a Vallauris c’è il peggior incrocio stradale del mondo. Buono a sapersi, invece, che i tramonti più belli si accendono sul porto di Golfe-Juan.
Avignone ed Aix-en-Provence, bestiario universitario
I frequentatori di Aix-en-Provence sono piuttosto parchi di commenti, ma salaci. Nella zona verde della Torse, a est della città e vicinissimo a diversi impianti sportivi, si darebbero appuntamento i coureurs fatigués, i joggers a corto di fiato. E si sospetta il trasferimento sulla mappa di una competizione tra atenei cittadini che assume un tono tra il goliardico e il bestiale: un polo universitario è definito “università dei topi”, l’altro “università degli scarafaggi”.
Ad Avignone, invece, un romanticone ha voluto appuntare il posto in cui ha dato il suo primo bacio, uno sportivo ha scritto dove si trova la migliore sala con pareti da scalata e un sospetto turista ha fatto presente che in Place Pie si trovano molti bar.
Marsiglia, chi frequenta la zona attorno al Vieux-Port
La fascia attorno al Vieux-Port di Marsiglia, che nell’insieme attrae turisti e hipster come il miele le mosche, è un vero e proprio microcosmo.
Per cominciare, ci dicono i tag, il fondale del porto è pieno di monopattini diligentemente affogati; bar e pub si trovano un po’ ovunque; d’estate gli instgrammer si rifugiano in un caffè di Rue Neuve Sainte-Martine; il quartiere del panier è diventato “b&b land”; all’Hotel Intercontinental l’acqua Evian costa 6 euro; la zona del fast fashion – ma anche quella dove qualcuno potrebbe sfilarci il portafoglio – è l’area pedonale intorno a Rue de Rome…
Per dovere di completezza: per l’aperitivo si suggerisce l’Anse de la Réserve e il paradiso delle vecchiette è un po’ arretrato rispetto al Pharo, verso il liceo professionale Colbert.