Mare e terra alla provenzale
Melanzane e pesce spada? Pancetta, peperoni e seppioline? Cacio, pepe e ricci di mare? “Mare e terra” non è solo un modo di battezzare un condimento per la pasta che fonde sapori ed aromi terrestri e marini. È anche un modo di vivere – e prima ancora progettare – una vacanza. Sì, in barca a vela, tra Provenza e Costa Azzurra.
Ed è, ci siamo detti, un buon modo per soddisfare le curiosità di chi non ha mai provato questo tipo di vacanza, e magari per appassionarsi a un nuovo modo di viaggiare (lo scopriremo solo navigando), senza tutti gli “e se…?” di chi si accinge per la prima volta a questa avventura. E se mi manca la terraferma? E se gli spazi a bordo sono troppo stretti? E se il tempo è dispettoso? Il giusto equilibrio tra mare e terra, in casi come questo, è un ottimo punto di partenza per godersi la vacanza.
Gli interlocutori prima del viaggio
Sulla scelta “mare e terra” ha convenuto anche Philippe, lo skipper della “nostra” barca a vela: lo abbiamo incontrato virtualmente attraverso la piattaforma di noleggio barche Click&Boat alla quale abbiamo deciso di affidarci per progettare questa prima volta in barca a vela, considerando che siamo alle prime armi e che avevamo le classiche “poche idee ma confuse”. Due, per la verità, erano chiare fin dall’inizio: la meta, tra Provenza e Costa Azzurra, e il mezzo, la vela.
Ma il nostro primo interlocutore di Click&Boat è stato uno dei professionisti a disposizione di chi è interessato a noleggiare una barca: la piattaforma francese ha diversi consulenti italiani dedicati a chi sta pensando a un noleggio settimanale o più prolungato in Provenza e Costa Azzurra e, una volta che si è entrati in contatto con una persona specifica, è la stessa che continua a seguirci fino al completamento della prenotazione.
Grazie ai consigli di Gaia abbiamo deciso di noleggiare un catamarano che, a quanto pare, è molto più stabile di una barca a vela con un solo scafo, sia in navigazione sia quando si è ormeggiati; inoltre, ha spazi più ampi che lo rendono confortevole e non mettono a dura prova la convivenza. Quando gli abbiamo detto che in passato avevamo già fatto un po’ di navigazione fluviale sui canali francesi, Gaia ci ha rassicurato ulteriormente: la vita a bordo non sarà molto diversa da quella di una specie di casa galleggiante.
Da dove salpare: Hyères (e c’è un perché)
Mettendo insieme i consigli di Gaia e le nostre conoscenze “terrestri” della Provenza e della Costa Azzurra, abbiamo pensato di imbarcarci a Hyères, che ha già un po’ l’aria di Provenza anche se l’espressione Costa Azzurra è stata coniata proprio qui.
Ci ha convinto il fatto che la cittadina del Var è la base perfetta per una vacanza “mare e terra”. A noi interessa poter decidere cosa fare senza troppi vincoli e secondo l’umore del momento, e proprio per questo ci piace avere a portata di mano molti “modi di passare il tempo” – dalle attività più impegnative al relax totale – entro distanze non troppo ampie. Sappiamo dalle nostre precedenti trasferte che dalle parti di Hyères le alternative non mancano, né lungo la costa né nell’arcipelago delle Isole d’Oro, le dirimpettaie della città.
La lampada di Aladino in barca a vela
Con Philippe abbiamo parlato di filosofia: navigare ti permette di prendere le distanze – da casa, dal lavoro, dalle relazioni abituali… – e ti dà una chance di “vedere le cose da un altro punto di vista”. Non sappiamo ancora se questo esperimento cambierà il nostro approccio alle persone e alle cose; per il momento abbiamo convenuto che veleggeremo alla giusta velocità e alla giusta distanza dalla costa per goderci tutto il bello che non si vede quando si è “in” un posto.
Quanto al chi fa cosa, l’abbiamo pensata così: noi diciamo a Philippe quali esperienze vorremmo fare, e lui disegna il tragitto tenendo conto del meteo, del vento e degli aspetti pratici. Abbiamo anche fatto un patto: lui ci insegnerà i primi rudimenti della navigazione a vela e noi daremo una mano tra cucina e cambusa.
L’altro aspetto interessante emerso dalle nostre chiacchierate è la scoperta che, per certi aspetti, la vacanza a vela è come la lampada di Aladino, con la differenza che non c’è limite al numero dei desideri se non il tempo che si ha a disposizione.
La lista dei desideri
Mano a mano che ne parliamo e ci facciamo un’idea dei luoghi e delle opportunità che offrono, la nostra lista dei desideri si allunga. A dire il vero le liste sono già diventate tre: “posti che vogliamo raggiungere”, “desideri in mezzo al mare” e “desideri con i piedi per terra”. Ecco che cosa ci siamo annotati finora.
Posti che vogliamo raggiungere o costeggiare
Prima di tutto abbiamo deciso, con metodo rigorosamente neutrale, la direzione: la monetina ha detto est.
I luoghi che ci piacerebbe raggiungere o costeggiare sono in parte lungo la costa e in parte al largo, pur restando in un raggio di miglia marine ragionevolmente contenuto. Comprendono, in ordine sparso:
- la lunga costa di Hyères con le sue spiagge (ad esempio la Capte, dove la sabbia finissima s’insinua fin sotto gli alberi e tra spiaggia e pineta non c’è soluzione di continuità), le saline, la penisola di Giens e il Cap Bénat;
- le Isole d’Oro: Porquerolles, Port-Cros, l’Ile du Levant;
- l’Esterél;
- Brégançon;
- Saint-Tropez e il vicino Cap Taillat;
- le Isole di Lérins.
Desideri “in mezzo al mare”
L’abc dei desideri in mezzo al mare sono i bagni nelle acque più trasparenti e cristalline, che siano in cale riparate e protette o davanti ai tratti più incantevoli della costa: anche l’occhio vuole la sua parte. E poi ci piacerebbe:
- alternare notti in porto, con qualche cenetta in un buon ristorante, e notti all’ormeggio nel mare più nero del nero per osservare il cielo stellato;
- circumnavigare:
- Porquerolles per poter dire la nostra su qual è la spiaggia più bella vista dal mare – le Langoustier? la Plage d’Argent? la Courtade? Notre-Dame? – e trovarci faccia a faccia con la parte più scoscesa dell’isola, quella che guarda a nord;
- Port-Cros per la sua costa rocciosa e a tratti ripida, e le sue insenature naturali;
- l'Ile du levant per i suoi panorami mozzafiato;
- verso Bregançon, fare un tuffo dalle parti dell’Ilot du Jardin per un bagno da brividi (Philippe ci ha raccontato che da un certo punto il profilo dell’isolotto sembra il muso di un coccodrillo);
- ormeggiare al Cap Taillat al tramonto, quando i bagnanti riprendono il sentiero per rientrare a Saint-Tropez e la vista sul golfo sfodera tutto il suo charme (per Philippe, uno degli ormeggi più belli lungo il nostro itinerario);
- fare snorkeling (sul catamarano c’è già l’attrezzatura!) all’ecomuseo sottomarino al largo dell’isola Sainte-Marguerite;
- farci portare un piatto di coquillages mentre siamo ormeggiati al largo. Philippe conosce Cap’10 by Sea Services che fa delivery per le barche ancorate vicino alle isole di Lérins;
- navigare nel Santuario marino Pelagos sperando di vedere i delfini e, se siamo fortunati, farci accompagnare da loro per un tratto: «a debita distanza per non disturbarli», ci ha detto Philippe.
Desideri “con i piedi per terra”
Per il nostro skipper, i desideri “con i piedi per terra” si traducono in ore nelle quali non saremo a bordo. Sarà per averci fuori dai piedi che è stato così prodigo di consigli? Comunque vorremmo:
- a Porquerolles, noleggiare le biciclette (elettriche?) per andare alla scoperta dell’isola pedalando sotto le querce e tra i vigneti, visitare la mostra Il Mare immaginario della Fondation Carmignac e fare una partita a petanque nella piazza;
- a Port-Cros, inoltrarci nella foresta e nelle vallate selvagge del parco naturale (*promemoria: portare le scarpe da marcia), e fare il bagno tra i pesci davanti alla spiaggia di Port-man;
- in uno dei villaggi dell’Estérel, passeggiare tra le bancarelle del mercato provenzale;
- a Brégançon visitare il Fort, la residenza estiva di Macron, sperando che Monsieur le Président non sia in casa;
- all’isola di Sainte-Marguerite, andare a trovare i monaci benedettini e scoprire la loro vita fatta di preghiera e lavoro agricolo su un’isola che, secondo noi, somiglia già molto al paradiso.
Tra Provenza e Costa Azzurra: la vacanza a vela è già cominciata
Il bello di questa vacanza a vela a metà tra Provenza e Costa Azzurra è che, anche se sarà in agosto, per noi è già cominciata: la progettiamo, la montiamo, smontiamo e rimontiamo mille volte. La sentiamo già nostra, come sentiamo già “nostro” il catamarano di Philippe e pregustiamo crostacei e tramonti.
Forse dipende proprio da questo dialogo iniziato con Gaia prima e Philippe poi: due interlocutori preparati, sempre cordiali e inguaribilmente appassionati di barca a vela. Ci hanno rassicurato anche sul fronte Covid: al momento, ci ha aggiornato Gaia, né in Francia in generale né nel Var in particolare (anche i prefetti possono emettere provvedimenti legati alla lotta al coronavirus per i territori di competenza) ci sono indicazioni riguardanti il green pass per il noleggio barche, se non in riferimento a grandi eventi (vale lo stesso principio tanto a terra quanto in barca). Quanto al catamarano, Philippe provvede alla sanificazione prima e dopo ogni utilizzo. Ma l’ultimo contatto non è stato… l’ultimo: se ci fossero novità – ci hanno fatto sapere dagli uffici di Click&Boat e dal porto di Hyères – «on vous tient au courant», ci tengono al corrente. O forse saremo noi a chiamare Philippe, per dirgli che abbiamo aggiunto un desiderio alla lista.