Fragole, buone da mangiare e da… annusare
La parola "fragola" deriva dal latino fragare, avere un (buon) odore. Quanto al sapore, se vogliamo dare retta ai botanici, la fragola non è nemmeno un vero e proprio frutto: i frutti sono quei granellini giallastri che ne punteggiano la superficie; la fragola, invece, è un rigonfiamento del peduncolo che si sviluppa dopo la fecondazione del fiore.
La presenza delle fragole selvatiche, che nascono spontanee nei boschi, è attestata fin dal tempo dei Romani che, lungi dal considerarne le virtù gustative, la menzionavano giusto come componente dei cosmetici per il suo odore gradevole.
La fragola da coltivazione, ben più voluminosa delle sorelle selvatiche, raggiunge la Provenza nel 1714, per opera di un tale Amédée-François Frézier che, in arrivo dal Cile, sbarca a Marsiglia col suo carico di piante (un’altra specie era arrivata dal Canada nel Nord della Francia un paio di secoli prima).
In Provenza le fragole hanno anche l’indirizzo
La coltivazione delle fragole in Francia subì un duro colpo dopo la seconda guerra mondiale, a causa dello sfruttamento eccessivo dei terreni e di alcune malattie che colpirono le coltivazioni.
Fu allora che la ricerca si diede da fare e che dal lavoro dell’Istituto Nazionale dell’Agricoltura di Avignone vide la luce la prima delle fragole “moderne”, la Gariguette.
Curiosità: la Gariguette deve il suo nome all'indirizzo di uno dei ricercatori avignonesi di allora che viveva in Chemin des Gariguettes a Châteauneuf-de-Gadagne, nel Vaucluse.
Oggi la regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra è la terza produttrice di fragole in Francia, con le coltivazioni concentrate soprattutto nel Vaucluse e nelle Bouches-du-Rhône.
I posti delle fragole in Provenza
Fino a diversi decenni fa, era rinomata per le fragole la zona di Aubagne, dove la coltivazione del frutto rosso era legata a un’altra tipicità, la lavorazione della terracotta: data la loro fragilità, le fragole erano conservate in appositi vasi di forma oblunga e non smaltati, i pots à fraises, di fabbricazione locale.
Oggi le fragole provenzali per eccellenza sono quelle di Carpentras e di Carros. A Carpentras, nel Vaucluse, si coltiva la Fragaria ananassa Euch, varietà dai frutti piuttosto grandi; a Carros (nelle Alpi Marittime), nell’entroterra di Nizza e in qualche zona del Var, la più diffusa è la varietà Pajaro, fragola storica di questa zona, “figlia” delle piante portate da Frazer a Marsiglia dal Cile nel 18° secolo.
Le feste della fragola in Provenza e Costa Azzurra
Le feste della fragola più interessanti della Provenza e della Costa Azzurra sono due, legate alle principali zone di produzione.
Carros celebra in genere la Fête des Fraises et du Terroir in aprile. Le date dell’edizione 2022 non sono ancora note, ma si può tenere d’occhio l’agenda del Comune. L’appuntamento è con circa due tonnellate di perle rosse di Carros.
Carpentras ha invece già fissato la data della Fête de la fraise 2022. Appuntamento il 23 aprile con un programma ricco di attività:
- vendita e degustazione di frutta con i produttori di fragole di Carpentras e di vini AOC Ventoux;
- dimostrazioni culinarie dei Discepoli di Escoffier;
- laboratori culinari, educativi e ludici per bambini;
- presentazione di prodotti legati alla fragola: berlingot, sciroppi, marmellata, dolci e prodotti locali;
- dimostrazioni di pasticceria e fontana di cioccolata calda;
- intrattenimento musicale.
Zuppa di fragole alla lavanda
La Festa della fragola di Carpentras potrebbe essere l’occasione giusta per procurarsi gli ingredienti da utilizzare nella preparazione della zuppa di fragole alla lavanda, una ricetta molto facile, economica e rapida da realizzare (ma va calcolato il tempo di raffreddamento), capace di ricreare un’atmosfera provenzale fin dal primo boccone. Per 4 persone occorrono:
- 500 gr di fragole;
- 70 g di zucchero;
- 40 cl di vino rosé;
- sciroppo di fragola;
- 1 cucchiaio raso di fiori di lavanda per alimenti.
In una casseruola versiamo il vino, lo zucchero e qualche goccia di sciroppo di fragola. Portiamo e ebollizione mescolando e, abbassata la fiamma, lasciamo cuocere per una decina di minuti.
Togliamo lo sciroppo così ottenuto dal fuoco, aggiungiamo i fiori di lavanda e lasciamo riposare coperto per altri 10 minuti circa.
Nel frattempo tagliamo le fragole a pezzetti, mettiamole in un contenitore e poi versiamo lo sciroppo ancora tiepido.
Facciamo riposare al fresco per circa tre ore e serviamo, accompagnando con navettes marsigliesi ai fiori d’arancia che, essendo per loro natura piuttosto dure, si possono intingere nello sciroppo delle fragole.