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Arles, le 5 ragioni che la rendono imperdibile

Arles, le 5 ragioni che la rendono imperdibile

Patrimonio dell’umanità, capitale della fotografia, città del cuore di Van Gogh, vivaio di arte contemporanea e porta della Camargue. Impossibile annoiarsi.

Arles val bene un weekend. Anzi, ben più di un weekend. Perché è una città a misura d’uomo, perché passeggiare per il centro è un piacere e perché si respira  un’atmosfera tutta speciale. E basta qualche giorno per farsela entrare nella pelle.

Arles, al tavolo di un caffè.

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Per l’Unesco, Arles è Patrimonio dell’Umanità

Certo, Roma è Roma. Ma Arles è la città a più alta concentrazione di monumenti romani dopo la nostra capitale. Quasi tutti raggiungibili a piedi e senza l’incubo del traffico: l'anfiteatro romano (les arènes), il teatro antico, i criptoportici, le terme di Costantino, le vestigia del circo romano, gli Alyscamps. Tutto questo, a cui si aggiungono il chiostro e il portale di Saint-Trophime, di epoca romanica, ha convinto l’Unesco a inserire la città provenzale nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità. Insomma, Arles merita davvero una sosta. O anche una camminata: gli Alyscamps sono il punto di partenza del "cammino di Arles", una delle tre vie (quella chiamata anche “via Tolosana”) che portano fino a Santiago di Compostela.

.Arles, l'arena © Lionel Roux - OT Arles

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Les Rencontres d’Arles, rendez-vous della fotografia

Ci sentiamo un po' tutti fotografi, ma l'arte dello scatto è un'altra cosa. Les rencontres d’Arles stanno alla fotografia come il Festival di Cannes sta al cinema, con la differenza che… qui siamo tutti invitati. E chi ama l’ottava arte non può non partecipare, almeno una volta nella vita. Il programma internazionale dei Rencontres è ricchissimo. Un assaggio? Nelle prime due settimane – la quinzaine d'ouverture – ogni sera un fotografo o un esperto di fotografia presenta una proiezione notturna di immagini en plein air sullo sfondo del teatro antico. E poi concerti, performance artistiche, conferenze, dibattiti e una sessantina di mostre che invadono i luoghi più emblematici della città, ma anche spazi che normalmente non sono aperti al pubblico. L’edizione 2017 va dal 3 luglio al 24 settembre.

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La città che ha stregato Van Gogh

Arles e Van Gogh, Van Gogh e Arles. Forse non esisterebbero l’uno senza l’altra. Ad attirare il pittore olandese nel Sud della Francia fu la luce. Da quando arrivò, in un giorno di febbraio del 1888, il pittore visse un periodo di lavoro intenso e appassionato nella luce del mezzogiorno. I mesi passati ad Arles, nella vita di Vincent, sono il periodo in cui realizzò il maggior numero di dipinti e disegni: oltre 300 opere nell’arco di poco più di un anno. Per riempire un grande vuoto – a dispetto di una produzione artistica così intensa, fino a pochi anni fa la città non custodiva nessuna opera del pittore – Arles ha dato vita alla Fondazione Van Gogh: un luogo anch'esso pieno di luce che presenta – con una o due mostre temporanee ogni anno – alcune opere originali del maestro olandese, in parallelo con quelle di un artista contemporaneo.

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Arles ha l’arte contemporanea nelle vene

Se la Fondazione Van Gogh rende omaggio all’artista esplorando il suo influsso sull’arte di oggi, l’arte contemporanea ad Arles si esprime anche in molti altri contesti. Numerose strutture, istituzionali, associative e private, si sono date per obiettivo la diffusione dell’arte contemporanea. Solo nel centro antico, sono già 17 gli spazi che si sono federati per creare una rete dedicata all’arte contemporanea e propongono tutto l’anno mostre e iniziative a tema. Ma sarà la nuova sede della Fondation LUMA, un centro d’arte contemporanea sperimentale, la struttura destinata a diventare la ‘casa’ dell’arte contemporanea ad Arles: l’edificio di 56 metri d’altezza progettato da Frank Gehry, l’architetto americano papà del museo Guggenheim de Bilbao, è ancora in costruzione, ma il cantiere si potrà visitare già dal 27 maggio 2017. La Fondazione, invece, è pienamente operativa e altre costruzioni dello stesso sito – il Parc des Ateliers, ex area ferroviaria un tempo utilizzata per la riparazione dei treni –, già rinnovate, ospitano il programma artistico della fondazione e diversi appuntamenti dei Rencontres d’Arles.

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Da Arles tutte le strade portano in Camargue

La Camargue è un territorio in cui gli uomini vivono – tra cielo e acqua – insieme ai cavalli, ai tori e agli uccelli. Arles è la sua porta. Per raggiungere i suoi spazi naturali protetti, santuario fragile di una fauna e una flora senza pari in Europa, si parte da qui. Imboccando la strada che porta a Les-Saintes-Maries-de-la-Mer (la route d’Arles, appunto) o una delle altre vie che dalla città si dirigono verso il delta del Rodano e il Parco Naturale regionale di Camargue, si incontrano paesaggi unici. Ma anche le tracce di attività sviluppate dall’uomo in piena armonia con un habitat così particolare, come l’allevamento di tori e cavalli, la coltura del riso, la raccolta del sale, la produzione del vino e un artigianato fatto di mestieri – come la fabbricazione delle selle di cuoio – in cui le mani sono ancora lo strumento più importante.

Troppe cose  da fare, veder, provare in un solo weekend? Scegliete fior da fiore e poi tornate in un'altra stagione: Arles ha qualcosa da regalarvi tutto l'anno.

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