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Della lentezza e del mangiar bene

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Della lentezza e del mangiar bene

Chez Ju, ristorante provenzale a Mollegès.

Peter Mayle e tutti i Sud del mondo

Peter Mayle, nei suoi memorabili libri “Un anno in Provenza” e “Toujours Provence” da inglese racconta come, nei primi mesi di vita in Provenza, avesse terribilmente sofferto la “lentezza” del Sud della Francia. Quando operai e viticultori che assoldava per ristrutturare casa o avviare la vigna gli dicevano “Ci vediamo domani, nomalement” aveva presto compreso quanto quel "normalement" fosse terribilmente aleatorio e che significava, nella migliore delle ipotesi, ci vediamo “prima o poi, nei prossimi giorni”.

Peter Mayle, Un anno in Provenza e Toujours Provence

D’altra parte i “Sud” sono ovunque nel mondo. Una mia cara amica, che per anni ha lavorato in una Ong che operava in Palestina, mi raccontava che alla proposta di un appuntamento, se la risposta era “Inshallah bukra” (che significa “capiterà domani se dio vuole”) c’era una qualche remota possibilità che l’appuntamento sarebbe stato rispettato, ma se la risposta era “Bukra Inshallah” (che significa “domani se dio vorrà”) si poteva essere certi che l’interlocutore non si sarebbe fatto vedere.

Del resto, da uomo del Sud (Italia) da trent’anni a Milano so bene cosa significa dalle mie parti, ad esempio per confermare un invito a cena, ci vediamo “verso le otto”. Significa che “alle otto” si può placidamente iniziare a pensare cosa cucinare. Lì dove a Milano, concordato un orario, puoi regolare l’orologio sul citofono che suona annunciando l’ospite.

Questo lungo preambolo per parlare di Chez Ju, ristorante provenzale – in tutti i sensi – a Mollegès, microscopico villaggio a due passi dai più noti Saint-Remy-de-Provence ed Eygalierès.

Chez Ju

Chez Ju abbiamo tempo da regalarci

Da Ju (Julien Bres all’anagrafe) non solo si mangia molto bene, ma si entra in una dimensione temporale che purtroppo abbiamo perso e che recuperare, anche solo per una sera, se riesci a toglierti di dosso le scorie cittadine, ti riconcilia con la vita.

Arrivati alle 20.00 e usciti quasi a mezzanotte per mangiare i tradizionali tre piatti “(entrée, plat e dessert) e bere un marc provenzale finale offerto dal simpaticissimo Julien.

Julien Bres, patron di Chez Ju

Durante le lunghissime attese tra una portata e l’altra Julien compare spesso rassicurandoti con una precisione grottesca – “un minuto e 30 secondi” – che il piatto fumante è in arrivo. In quel “minuto e 30 secondi” ci sono tutti i “normalement”, i “Bukra Inshallah” e i “verso le…” del mondo.

Ma qui il problema non è suo, è tuo. Se quelle “scorie” – milanesi quanto parigine – non riesci a toglierle, la cena ad “andamento lento”, come l’avrebbe definita Tullio De Piscopo, può essere una vera tortura; ma se riesci a fare quel salto mentale per renderti conto che non si può vivere con l’orologio in mano (per mangiare prima, per finire prima, per tornare a casa prima… E poi?) e che il bello (della vita) è anche la lentezza, allora la magia è compiuta.

Chez Ju, l'atmosfera provenzale

Ripenso al bellissimo film “Basilicata coast to coast” che oltre a riportarmi nella mia terra mi fa riflettere sulla scelta dei protagonisti di attraversare la Basilicata, da costa a costa, a piedi “(10 giorni) e non in auto (tre ore) motivata da un rigenerante “abbiamo tempo da regalarci”. Ecco, regaliamoci del tempo, tutte le volte che possiamo, perché ne vale davvero la pena.

I piatti di Chez Ju, un'attesa che vale

Ne vale ancora di più la pena se il tempo è scandito dai piatti di Chez Ju. Una “padellata” di funghi girolles all’aglio con oeuf poché (l’uovo “molle” tipico della cucina francese); oppure rane alla provenzale, tenere e saporitissime, sempre più difficili da trovare. E nelle entrées (la assaggerò la prossima volta) la soupe au pistou, tipico piatto provenzale che si cucina in famiglia ma non si trova quasi mai nei ristoranti perché richiede una lunga preparazione.

Il bello della cucina di Chez Ju è proprio questo: il menù non è vastissimo, la scelta è limitata ma è la vera cucina provenzale: pochi fronzoli e tanta sostanza. Proseguiamo con un favoloso cosciotto di coniglio alla senape e i tipici pomodori farciti cotti al forno. Ma se è nei cibi semplici che si vede la qualità, il pezzo forte è la favolosa purea di patate che accompagna il plat e che davvero ti riporta ai momenti in cui ai fornelli c’erano mamme e nonne.

La cucina di Chez Ju

Il dolce, in Provenza, è sempre la nota dolente sulla quale cadono ristoranti ben più pretenziosi di Chez Ju. Qui una tarte alle pesche o un clafoutis di albicocche reggono benissimo nella loro semplicità.

In un posto dove per mangiare devi “rassegnarti” a stare più di tre ore, la “cornice” non può essere un dettaglio e quella di Chez Ju è perfetta. Nella semplice rusticità (non ci sono due sedie e due tavoli uguali, e le sedie, di ferro, sono tutte inesorabilmente scrostate) cogli, però, un tocco di ricercatezza. C’è una raffinata regia che senza eccessi e ostentazione riesce a raggiungere l’obiettivo voluto, per cui la terrasse dove d’estate si cena, è, nel suo ordinato disordine, un’oasi fuori dal tempo.

Chez Ju, un'oasi fuori dal tempo

Tutto questo fa di Chez Ju una tappa consigliatissima in cui si recupera un po’ di senso della vita e del tempo che spesso non abbiamo più. Inoltre si mangia benissimo. Che possiamo chiedere di più?

Maurizio Tucci

Chez Ju
27 Traverse du Poids Public
13940 Mollegès
+33 (0)4 32 61 98 82
contact@bistrot-chez-ju.fr