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Turismo 2021 in Provenza, Alpi e Costa Azzurra: che cosa vorremmo noi italiani

Turismo 2021 in Provenza, Alpi e Costa Azzurra: che cosa vorremmo noi italiani

In Francia nel 2021, bicchiere mezzo pieno

Nessuno sa quando potremo oltrepassare il confine per ragioni non dettate dal lavoro, dalla salute o dall’ urgenza, ma la Francia ci aiuta a vedere il bicchiere mezzo pieno preparandosi per accoglierci al meglio.

È quanto emerge dal mediatour – questa volta tutto in digitale – organizzato come ogni anno a gennaio da Atout France per far conoscere tutte le novità che ci aspettano al di là della frontiera.

Italiani, “una grande voglia di tornare a viaggiare”

Che cosa  vorremmo trovare noi italiani in Francia e, in particolare, in Provenza, Alpi e Costa Azzurra, in un 2021 che ci vede tutti segnati, inevitabilmente, dall’esperienza della pandemia? Com’è cambiata la nostra domanda? Come siamo cambiati noi e il nostro atteggiamento nei confronti del viaggio e del turismo?

Prova a rispondere – e lo fa molto efficacemente – Paolo Galliani, giornalista specializzato nel settore del turismo che possiamo leggere su Dove e sulle testate del gruppo QN Quotidiano Nazionale, rispondendo alle sollecitazioni di Barbara Lovato, Responsabile Ufficio Stampa di Atout France Italia.

Il primo dato che emerge dalle considerazioni di Galliani, suffragato da recenti indagini realizzate da organizzazioni del settore travel, è “una grande voglia di tornare a viaggiare”; l’orizzonte temporale della partenza è l’estate, quando – ci si aspetta – la pianificazione e la gestione della campagna vaccinale saranno all’altezza delle aspettative; e le mete privilegiate sono quelle di prossimità. Il territorio italiano, quindi, ma anche i Paesi più vicini: la contiguità geografica, oltre che culturale, fa della Francia una delle prime destinazioni extranazionali alle quali guarderemo una volta che si potrà partire.

Provenza, Alpi e Costa Azzurra: che cosa vorremmo

Sempre secondo Paolo Galliani, i cambiamenti più significativi del nostro atteggiamento riguardano il modo di viaggiare e la finalità del viaggio. Per la maggior parte degli italiani «la parola d’ordine è passare da un turismo “sfrenato” a un turismo “ragionato”». E l’implicazione più immediata è, giocoforza, una richiesta molto stringente di standard elevatissimi di sicurezza, meglio ancora se suffragati dalla certificazione delle attività di sanificazione e dell’adozione di gesti barriera.

Quanto agli stili di viaggio, il turismo “mordi e fuggi” lascia definitivamente il posto a un atteggiamento meno superficiale e più riflessivo. Che non si traduce necessariamente in una modalità più contemplativa, anzi… Dal suo osservatorio privilegiato, Galliani nota una predilezione sempre più netta per le esperienze immersive: «Neppure la grandeur di un monumento o la consapevolezza di poter provare presto un “effetto wow” bastano ormai a spingerci a partire».

2021, il turismo diventa “motivazionale”

«Non ci accontentiamo più di voir, vogliamo vivre i luoghi e li scegliamo in funzione delle esperienze che sono in grado di offrirci», spiega Galliani.

Condividere il nostro tempo con gli abitanti, conoscere i savoir-faire in presa diretta e cogliere la passione: non conta più tanto il luogo, il dove andiamo, ma il tipo di esperienza e di sensazioni che quel luogo sa offrirci.

Rispetto al passato, il turismo 2021 è “motivazionale”. «Quello che noi italiani vogliamo, oggi, è incontrare qualcuno, raccogliere delle storie, trovare una narrazione che riempia di significato il nostro viaggiare», conclude il giornalista. Lo troveremo in Provenza, tra le Alpi e sulla Costa Azzurra?


Immagine della testata: OT Serre Chevalier Vallée Briançon - Crédit Zoom