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Provenza o non Provenza? Questo è il dilemma

Provenza o non Provenza? Questo è il dilemma

Riceviamo e volentieri pubblichiamo “I miei anni in Provenza”, di Francesca Molinari.

I miei anni in Provenza

Quando la tua vita è racchiusa nel raggio di una manciata di chilometri, confortata da una quotidianità rassicurante che hai pienamente sotto controllo, anche un cambiamento che molti vedrebbero come positivo e alcuni come un sogno che si realizza, seppur per un tempo limitato, può fare quasi paura.

Inizio 2015. Quando una sera, mentre stavamo cenando, mio marito mi ha comunicato che la sua azienda aveva deciso di trasferirlo temporaneamente in Provenza, a Aix-en-Provence, non l’ho presa molto bene. Significava un cambiamento totale della mia vita, uno sconvolgimento delle abitudini mie e dei miei figli che allora frequentavano le elementari. Io, abituata in un paesino in campagna, a 10 minuti di strada da Como… Andare in un Paese straniero, di cui non conoscevo la lingua... non ci volevo nemmeno pensare

Francesca Molinari

I timori si superano, ma la prima impressione ti si stampa nella mente e condiziona a  lungo la percezione dei luoghi e delle situazioni. Fino a quando un nuovo modo di vedere si fa largo poco a poco, fino a smorzare i preconcetti e a ribaltare la prospettiva quasi senza che tu te ne accorga.

Mi sono ritrovata a vivere in pieno centro di Aix, in un appartamento sulle Allées Provençales con un bel terrazzo affacciato sulla Fontaine de la Rotonde, a un passo da Cours Mirabeau. Di notte il rumore era continuo: le macchine lungo Avenue Bonaparte, gente che passeggiava lungo le Allées, ragazzi che si mettevano a cantare a squarciagola e alle 6 del mattino la macchina che puliva le strade già in azione. In seguito, poi, con i lavori alla piazza del Tribunale, il mercato è stato trasferito proprio all’inizio degli Allées e quindi rumore si è aggiunto al rumore. Volevo tornarmene subito a casa! Poi, piano piano, mi sono abituata a quei suoni, alla confusione, ai profumi agrumati e speziati della profumeria proprio sotto casa, al continuo finire estivo delle cicale… Siamo rientrati nel nostro piccolo comune dopo quasi quattro anni trascorsi a Aix-en-Provence. Ora il silenzio ritrovato mi dà noia: avrei preferito continuare a vivere lì, nel rumore

Aix-en-Provence, fontana della Rotonda © Francesca Molinari

Francesca non ci ha detto perché ha chiesto a inProvenza di trovare uno spazio alla sua storia: ci ha lasciati liberi di fare qualche congettura. Ci piace pensare che l’abbia fatto con l’idea di “condividere per rivivere”, che è poi una delle ragioni che hanno permesso a questa testata di nascere e continuare a esistere. A Francesca, quindi, raccontare la sua Aix-en-Provence da “abitante”.

Aix è una realtà estremamente viva e accogliente con moltissime proposte culturali, sia per i turisti che per i residenti. Noi abbiamo cominciato a conoscerla poco a poco, a fare la spesa nei negozi locali e nei mercati, a sorseggiare citron pressé nei pomeriggi assolati guardando i numerosi turisti che, con un numero sulla maglietta e al seguito di una guida con una palettina colorata, stavano visitando la città.
Giorno dopo giorno abbiamo scoperto i suoi luoghi più nascosti, quelli che un turista frettoloso non riuscirebbe mai a vedere. Abbiamo partecipato a concerti, visitato mostre e musei, frequentato la sua fornitissima biblioteca dall’ingresso così particolare (consiglio a tutti di andarlo a vedere e di entrare in biblioteca a recuperare la pubblicazione mensile gratuita L’Agenda Culturel dove sono illustrati tutti i ricchi e vari appuntamenti cittadini)

Aix-en-Provence, ingresso biblioteca © Francesca Molinari

Ci siamo immersi nella vita quotidiana della città partecipando alle Messe. Abbiamo scoperto una piccolissima chiesa in Rue Lieutaud, la Cappella dei Penitenti Grigi, dove la celebrazione è ancora in latino, e abbiamo partecipato alla Messa grande in Cattedrale dove già ai “nostri” tempi raccoglievano le offerte anche con il Pos!
Siamo stati presenti anche alle ricorrenze aixoises come la festa di San Giovanni, con le danze e il fuoco, o la benedizione dei calissons che sono i dolci tipici di Aix. Abbiamo fatto sport e giocato nei suoi parchi, tra cui lo splendido Parc de la Torse. Abbiamo visitato mercatini e trovato un negozietto in centro che vendeva oggetti antichi recuperati da vecchie case pronti per essere acquistati da qualcuno desideroso di offrirgli una seconda vita. Abbiamo seguito i percorsi dedicati a Cézanne, visitato il suo splendido atelier e la sua casa, riscoprendo i luoghi che si ritrovano nei suoi quadri

Aix-en-Provence, Atelier Cezanne © Francesca Molinari

Bastano quattro anni per diventare “cittadini” di una realtà urbana di 143mila abitanti? Sì, a vedere come si è trasformata in questo arco di tempo la vita quotidiana di Francesca. Ma restare un po’ turisti dentro, non permettere all’abitudine di sopraffare la curiosità, dà all’essere e al sentirsi “cittadini” un senso più pieno.

Aix per noi è stata anche il punto di partenza per visitare tutta la Provenza e oltre: ci siamo spinti fino a Carcassonne. Ogni week-end si decideva dove andare e così abbiamo visitato Avignone con lo splendido palazzo dei Papi; Arles; Nîmes, talmente bella che le ho lasciato un pezzo di cuore; Orange; Marsiglia, naturalmente; la Camargue, Les-Saintes-Maries-de-la Mer e il parco ornitologico con i suoi bellissimi fenicotteri rosa; Roussillon, dove i miei figli si sono divertiti a correre scalzi nella polvere ocra; Gordes, un paese da cartolina con la vicina Abbazia di Sénanque e Fontaine de Vaucluse, famoso perché lì sgorga il fiume a cui fa riferimento Petrarca nella canzone “Chiare, fresche et dolci acque”. Suggerisco a tutti di inserire questi luoghi nel proprio programma di viaggio. Ad Aigues-Mortes, dopo un giro sul trenino per le saline, ci siamo recati in città dove, senza averlo programmato, ci siamo imbattuti nella festa di San Luigi, celebrata con una ricostruzione medievale della vita della città, accampamenti, botteghe, cavalieri, sbandieratori e il mercato medievale; imperdibile la camminata sulla cinta muraria e la visita dalla Tour de Constance. Come dimenticare, poi, il bagno fatto sotto il Pont du Gard, l’acquedotto romano raffigurato sulle banconote da cinque euro, o la passeggiata per Isle-sur-la-Sorgue piccola Venezia con il suo ricchissimo mercato domenicale?

Pont du Gard © Yann de Fareins

Nel pieno della fioritura della lavanda non potevamo non recarci a Valensole, con i suoi incredibili colori e profumi; concederci un bagno in mare a Carry-le-Rouet e Cassis;  immergerci nella storia medievale a Les Baux (scarpe comode se decidete di visitarla!). Abbiamo visitato il Museo del Novecento di Uzès (fatevi raccontare dal custode come è nato questo incredibile museo privato) e, per la gioia dei nostri figli, anche il vicino Museo delle caramelle Haribo. Abbiamo seguito le orme di Nostradamus a Salon-de-Provence, sorseggiato un ottimo Chȃteauneuf-du-Pape nell’omonimo villaggio e visitato tantissimi piccoli e pittoreschi borghi che non sto qui ad elencare perché altrimenti non finirei più.
Abbiamo sempre trovato una grande cura per i luoghi, una gran voglia di farli conoscere, un’attenzione al turista e una valorizzazione del patrimonio artistico che a volte non si trovano nemmeno da noi in Italia

Una cantina di Châteauneuf du Pape

Secondo Seth Godin, guru del marketing contemporaneo, “Il marketing è ciò che facciamo ogni giorno, la storia che raccontiamo, le persone che serviamo” (Il Sole24 ore online, 13 febbraio 2021). Mettiamo la Provenza nelle mani di Francesca.

Se prima non volevo andare in Provenza, ora che sono rientrata in Italia vorrei solo tornare là, per immergermi di nuovo in quei colori, odori, profumi, nel calore dei provenzali, in quella vita “frenetica” e nell’incredibile ricchezza delle proposte culturali. Non vedo l’ora che si possa viaggiare di nuovo per ritornare in questi luoghi che ora amo tanto.
Se avete voglia di conoscere la Provenza non fatelo come turisti, fatelo come gente del luogo, prendetevi il vostro tempo, affittate una casa (ce ne sono tantissime che si possono prendere in affitto anche per pochi giorni), andate a fare la spesa nei negozi locali, immergetevi in quella che è la vita locale. Solo così potrete assaporare al meglio l’incredibile bellezza di quella regione e la cordialità dei suoi abitanti

Francesca Molinari

Aix-en-Provence, Piazza del comune © Francesca Molinari