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Marsiglia come non l'avete mai vista. E non la vedrete mai più

Marsiglia come non l'avete mai vista. E non la vedrete mai più

La macchina del diavolo. La Tour Eiffel di Marsiglia. E il telescafo giallo, varato un anno dopo Yellow Submarine.

Il coronavirus non c’entra. C’entra, semplicemente, la vostra età. E c’entrano marsigliesi e turisti che nel tempo hanno cambiato abitudini, finendo per modificare, insieme al loro modo di muoversi, il volto di Marsiglia.

La funicolare di Notre-Dame de la Garde

Se siete stati a Marsiglia prima del 1967, potreste essere saliti a Notre-Dame-de-la-Garde in funicolare, anziché in auto o in autobus come si fa oggi. Forse è accaduto ai vostri genitori o ai vostri nonni.

Marsiglia, La funicolare di Notre-Dame de la Garde © Institut national de l'audiovisuel

La funicolare di Marsiglia, o ascenseur de Notre-Dame-de-la-Garde, entrò in funzione nel 1892: nei suoi 75 anni di onorato servizio trasportò 20 milioni di passeggeri. Onorato, ma non silenzioso: faceva un tale baccano, per non dire un rumore infernale, che chi abitava nei paraggi la chiamava “la macchina del diavolo”. Andò in pensione perché la diffusione del trasporto su gomma ne aveva eroso poco a poco la redditività, e nel 1974 fu smantellata completamente.

Marsiglia, la funicolare e Notre-Dame de la Garde

Cosa resta, oltre a qualche foto d’epoca? Sulla scogliera vicino alla fine di rue Dragon, dove allora c'era la stazione inferiore, è ancora visibile un tratto in muratura della vecchia funicolare. Anche la spalla del viadotto è rimasta al suo posto: forma un promontorio sul quale si staglia una grande croce in faccia al mare. E in rue Fort du Sanctuaire, accanto al punto in cui si trovava il primo pilastro della funicolare, una fermata dell’autobus n. 60 si chiama tuttora Ascenseur.

Marsillia, La funicolare di Notre-Dame de la Garde, il meccanismo

Il pont transbordeur, o la Tour Eiffel di Marsiglia

Quante volte, su una sponda del Vieux-Port di Marsiglia, avete sognato di essere teletrasportati sulla riva opposta? Al momento, o si fa tutto il giro, dal Fort Saint-Jean al Palais du Pharo (o viceversa), o ci si ‘imbarca’ sul Ferry Boat che collega il Municipio, in Quai du Port, alla Place aux Huiles, sul Quai Rive Neuve: 283 metri di traversata che si percorrono in poco meno di 5’.

Dal 1905 al 1944, invece, per attraversare il bacino senza nessuna fatica si poteva prendere il ponte trasportatore: una struttura metallica poggiata su due piloni di ferro in grado di far passare da una sponda all'altra una piattaforma sospesa di 120 mq. per i ‘passeggeri’.

Marsiglia, la navicella del ponte trasportatore

Durata del trasferimento, 1’ e 30’’: restava il tempo per sedersi al buffet-ristorante che, fino agli anni ’30, serviva aragoste e bouillabaisse sulla piattaforma di osservazione in cima alla torre nord.

Data la sua imponenza e la quantità di ferro utilizzata, per i cittadini di allora il ponte trasportatore era una sorta di Tour Eiffel, simbolo della grandeur e della modernità di Marsiglia. Ma non mancavano né i detrattori che lo consideravano un ammasso di ferraglia, né i pittori che lo ‘omettevano’ dalle loro vedute del porto.

Marsiglia, il ponte trasportatore in un dipinto di Albert Marquet

Il 22 agosto 1944, l'esercito tedesco tentò di far saltare il ponte per bloccare il porto durante la battaglia di Marsiglia: di fatto cadde in acqua solo il pilone nord, ma il pont trasbordeur era ormai inservibile. Il resto venne abbattuto il 1° settembre 1945, con 400 kg di esplosivo.

Il telescafo di Callelongue

Mai sentito parlare di telescafo (accento sulla “a”)? È un ibrido, metà teleferica e metà scafandro da palombaro o, se preferite, una specie di cabinovia a immersione. L’antesignano dei sottomarini da turismo sui quali oggi si possono fare escursioni in diverse località più o meno esotiche nacque a Marsiglia negli anni ‘60.

Marsiglia, il telescafo di Callelongue © Vieux Marseille

Collocato tra les Goudes e il calanco di Callelongue, il telescafo compiva un percorso di 500 metri arrivando fino a 10 di profondità: abbastanza, allora, per regalare un’emozione. Sei passeggeri alla volta si infilavano nella cabina sostenuta dai cavi che scivolava lungo una rotaia metallica per poi scendere nella Grande Blue.

 Passeggeri nel telescafo di Callelongue © Institut national de l'audiovisuel

Dai vetri laterali e dagli oblò sul fondo del curioso veicolo, per 10’ tra andata e ritorno, i passeggeri ammiravano la flora e la fauna subacquee: se soffiava il mistral – ricordava ancora pochi anni fa Denis Creissels, uno dei due progettisti e costruttori dell’apparecchio, in un’intervista a Corse Matin – la gente si ritrovava avvolta da una vera e propria cattedrale di trasparenza, ma i pesci scarseggiavano. Se invece c'era stato vento da est, ne arrivavano interi banchi.

Passeggeri nel telescafo di Callelongue © Institut national de l'audiovisuel

Una vita breve ma intensa, quella del telescafo, con l’intera città tappezzata di manifesti: “20.000 occhi sotto il mare”, “Il mondo sottomarino in poltrona”, “L'avventura subacquea in giacca e cravatta”…

La gente faceva la fila per salire a bordo delle quattro piccole cabine gialle che sette giorni su sette, notte compresa, si immergevano nel Mediterraneo per scoprire le meraviglie nascoste sotto il pelo dell’acqua.

Marsiglia, il telescafo di Callelongue, schizzo

L’immersione inaugurale ebbe luogo il 1° luglio 1967, l’ultima il 31 agosto 1968. In così poco tempo, il telescafo permise a 31mila persone, per un biglietto da 12 franchi, di scoprire le profondità sottomarine di Marsiglia.