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Da Roma ad Arles Con il Gps. Nel 200 d.C.

provato per voi

Da Roma ad Arles Con il Gps. Nel 200 d.C.

Abbiamo provato Orbis, una sorta di “Google Maps” per calcolare itinerari e costi dei viaggi nell'impero romano. E abbiamo scoperto che…

Urbes et Orbis

Imposti la città di partenza e quella di destinazione, scegli mezzo di traporto e tipo di viaggio, e calcoli quanto tempo ci vuole, anzi ci voleva, per andare da un punto all’altro dell’impero romano. Non è Google Maps e nemmeno ViaMichelin, ma per certi versi è perfino più sofisticato.

Pont du Gard © Yann de Fareins

Si tratta di Orbis, lo Stanford Geospatial Network Model of the Roman World che ricostruisce tempi e costi di una vasta gamma di tipologie di viaggio nell'antichità.

Alla base, una versione semplificata della gigantesca rete di città, strade, fiumi e corsi d'acqua che rendeva possibili gli spostamenti attraverso l'Impero Romano intorno al 200 d.C. e oltre.

Via Domizia, colonne a Riez-la-Romaine © ADT04

Napoli-Aix-en-Provence: 10 giorni da casello a casello

Abbiamo provato Orbis, ci siamo divertiti un mondo e ci siamo resi conto che non ha senso prendersela per qualche chilometro di fila in autostrada.
In luglio – Orbis tiene conto anche della stagione – il percorso più veloce da Neapolis (Napoli) ad Aquae Sextiae (Aix-en-Provence) è di 1146 chilometri e dura 10,1 giorni.

La Tour Magne di Nîmes © C. Recoura

Quanto al tragitto, conviene viaggiare via terra fino a Populonium (Populonia, in Toscana) e poi imbarcarsi per arrivare a Massilia (Marsiglia), ma con tappa in Corsica, data l’autonomia di navigazione limitata; dalla città focese si raggiunge la meta con un ulteriore tratto di terraferma. Ma il viaggio più breve (1016 chilometri) è tutto via terra e costeggia il Tirreno fino a Forum Iulii (Fréjus) per poi addentrarsi verso Aix; piccolo particolare, ci si impiegano 33,4 giorni, più del triplo del tempo!

E il costo? È legato al peso trasportato e dipende dal mezzo. Un esempio? Viaggiare a dorso di mulo costa meno che muoversi su un carro.

Sito archeologico di Glanum © P. Berthé, CMN

Dimmi dove vai, ti dirò quanto ci vuole

Tarentum-Vappincum, cioè Taranto-Gap, d’inverno? Nella migliore delle ipotesi, 33 giorni e mezzo, passi alpini compresi. Panormus-Nemausus (Palermo-Nîmes) in primavera? 12 giorni scarsi: per mare si va più veloci, anche se tocca fare tappa a Carthago (Cartagine) e affrontare le insidie del mare aperto.

Da Patavium (Padova) ad Arausio (Orange) si fa più presto facendo il giro largo: in nave fino a (Rimini), via terra fino a (Pisa), di nuovo via mare lungo la Costa Azzurra – che non era ancora stata inventata – e rientro in terra ferma all’altezza delle foci del Rodano, quando il mare arrivava a lambire Arelate (Arles). 17,1 giorni in tutto.

Arco di trionfo, Saint-Rémy-de-Provence

Dove si può andare e cosa si può fare con Orbis

Orbis, il modello realizzato dalla Stanford University, è riuscito a localizzare e connettere tra loro 632 siti, la maggior parte dei quali sono insediamenti urbani, ma anche importanti promontori e passi di montagna, e copre quasi 10 milioni di chilometri quadrati di spazio terrestre e marittimo. I porti marittimi sono 301. La rete stradale di base comprende 84.631 chilometri di strade o sentieri, integrati da 28.272 chilometri di fiumi e canali navigabili.

Il Pont Julien, di epoca romana, nei pressi di Apt

1026 rotte marittime, molte delle quali documentate da fonti storiche, collegano 513 coppie di località in entrambe le direzioni, e sono integrate da collegamenti costieri a corto raggio tra tutti i porti e alcune rotte di medio raggio. La loro lunghezza totale è in media di 192.810 chilometri, ma varia mensilmente perché tiene conto delle condizione meteorologiche, così come varia la velocità di marcia del viaggio fluviale –  fattibile su due tipi di imbarcazioni diverse – legata alla forza delle correnti dei fiumi.

Proprio come sui Gps contemporanei impostiamo “evita i pedaggi”, infine, su Orbis si possono disabilitare alcuni tipi di strade, corsi d’acqua, o la navigazione in mare aperto.

Il teatro antico di Arles © Lionel Roux

Morale della Storia

Orbis, nato per scopi di ricerca e educativi, diverte e fa riflettere. Il che, a nostro avviso, non è un ossimoro. E se – tra una riforma della scuola e l’altra – la Storia si insegnasse anche cosi?

Forse sarebbe più interessante che mandare a memoria teorie infinite di battaglie e nomi di condottieri, o episodi come quelli che ebbero per protagonisti Muzio Scevola e Cornelia madre dei Gracchi. Oltre al cosa e al quando, ci aiuterebbe a capire qualche perché.

Simona Mazzolini

Prova Orbis, The Stanford Geospatial Network Model of the Roman World. La versione più aggiornata è disponibile su Google Chrome ed Explorer.

Immagine della testata: veduta aerea di Arles © Lionel Roux