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Canua Island, l'isola che non c'è (ancora)

Canua Island, l'isola che non c'è (ancora)

In Costa Azzurra non c’è più spazio? Un progetto che fa molto discutere punta a spostare il divertimento su un'isola artificiale al largo di Cannes.

Canua Island, l'isola galleggiante di Cannes

Al momento è “solo” un progetto, ma fa già parlare di sé tutta la Costa Azzurra in toni non unanimi e non sempre lusinghieri. È Canua Island: con un nome che sarebbe perfetto per un videogioco, rischia invece di essere un giocattolo per vacanzieri con le tasche piene, e una spina nel fianco per gli ambientalisti della regione.

In pratica, si tratta di un’isola artificiale – tecnicamente un trimarano di 1750 m² – che dovrebbe gettare l’ancora a primavera inoltrata in pieno Golfo di La Napoule, al largo di Cannes, Mandelieu e Théoule-sur-Mer.

L’obiettivo – grazie alla presenza di un ristorante, un lounge bar, un beach club con piscina d'acqua dolce, chaise-longue e comodi lettini – è richiamare clienti intenzionati a bere qualcosa, prendere il sole, farsi una nuotata, mangiare, ballare fino a tardi e magari fare notte nell’unica suite esclusiva dell’isola, la Maison Albar: dalla terrazza privata si potrà contemplare il sole che sorge all'orizzonte, tra le rocce rosse dell' Esterel, il Cap d'Antibes e le isole Lérins. In sintesi, una location inconsueta, in grado di ospitare fino a 350 persone, con doppio affaccio: da un lato il Mediterraneo, dall’altro la Costa Azzurra e, nottetempo, le sue luci.

Avventura imprenditoriale o sguardo al futuro?

I due imprenditori ed ex sportivi che stanno sviluppando il progetto – Marc Audineau, ex numero 1 mondiale nella vela dinghy ed ex atleta olimpico, e Tony Philp, ex campione del mondo di windsurf – rivendicano uno spirito pionieristico e spiegano che “Tra trent'anni, con l'innalzamento del livello delle acque, a Cannes potrebbe non esserci più una spiaggia. Quindi ci saranno delle isole artificiali; questa è la prima”.

In questi termini, Canua Island sarebbe il punto di partenza e il banco di prova di una strada obbligata prossima futura, ed è innegabile come già oggi il processo di erosione delle spiagge sia un problema concreto soprattutto dove, come da queste parti, il tessuto altamente urbanizzato è appena a ridosso delle spiagge: “quando il mare aggredisce”, fa notare France Culture, “c'è sempre un'erosione, dovuta alla deriva del litorale. I sedimenti vanno verso il mare e le spiagge regrediscono”.

Ma in un orizzonte temporale più ravvicinato Canua Island è anche, altrettanto inequivocabilmente, un’iniziativa imprenditoriale finalizzata a rispondere a una domanda di entertainment che la Costa da sola fa sempre più fatica a soddisfare. Una risposta, a mezza via tra le spiagge del litorale e gli yacht ancorati al largo, che vale un investimento da 15 milioni di euro.

Canua Island tra la Costa Azzurra e la capitale: i contrari

Dunque, la notizia dell’arrivo imminente di Canua Island – la cui gestione si farà carico anche dei trasferimenti da e per la costa, e che promette esperienze ed eventi destinati a farsi ricordare – anima un dibattito che non si ferma certo ai media locali. Anche perché l'autorizzazione all'ormeggio è di competenza dello Stato (la competenza di comuni arriva solo fino a 300 metri dalla riva) ed è a Parigi, da cui dovrà arrivare l’ok più importante, che molti bussano alla porta. Anzi, alle porte.

Il Comune di Cannes ha emesso all’unanimità un “parere negativo” sull'opportunità di accogliere la piattaforma galleggiante, sottolineando la necessità di “proteggere l'ambiente e la sicurezza della navigazione marittima”. Canua Island si troverebbe inoltre nelle condizioni di fare “concorrenza sleale” nei confronti degli stabilimenti balneari del litorale, tenuti a pagare una tassa municipale.

Il sindaco di Cannes, David Lisnard, ha sottoposto la questione al Primo Ministro, Elisabeth Borne, e al ministro della Transizione ecologica e della coesione di territori Christophe Béchu. Agli stessi interlocuori si è rivolto con toni preoccupati anche il presidente della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra Renaud Muselier (che si trova quasi sempre su posizioni opposte rispetto a quelle di Lisnard, ma non in questo caso). Muselier definisce il progetto dell’isola galleggiante “un'aberrazione ecologica” dalla quale attendersi “impatti nocivi”.

La riposta di Béchu non si è fatta attendere: “I miei servizi, completamente mobilitati per la protezione dell'ambiente marino, sono molto attenti a questo problema”, ha spiegato il ministro. “Questo progetto induce a una certa circospezione, che condivido. Il governo ha preso chiaramente posizione contro lo sviluppo di attività commerciali private nel mare territoriale”. Un’ombra sul futuro di Canua Island.

Ma non sono solo le Amministrazioni locali a far sentire la loro voce. L’associazione di residenti locali Syllau ha avanzato su change.org una petizione che denuncia “il rumore e le navette incessanti che porteranno i passeggeri a bordo”, e ha già superato i 3mila sottoscrittori.

Parlano bene di Canua Island…

Tra le amministrazioni locali, a favore di Canua Island si schiera il sindaco di Mandelieu, Sébastien Leroy, che si limita peraltro a dichiararsi genericamente “piuttosto interessato al progetto”.

Più incisive, naturalmente, le dichiarazioni dei promotori del progetto, peraltro un po’ sottotraccia perché non hanno nessuna intenzione di alimentare le polemiche.

Audineau e Philp assicurano che Canua Island creerà 100 posti di lavoro e che è stata costruita (da un cantiere navale di La Spezia, ndr) “nel rispetto del mare e della natura”.

Parlano di una “nave progettata in modo ecologico e a basse emissioni di carbonio”, e fanno presente che i rifiuti saranno "smistati a bordo" e poi trasportati a terra.

L’ancoraggio della piattaforma dovrebbe inoltre avvenire "su fondali sabbiosi", senza quindi minacciare le preziose distese di posidonia, l’erba sottomarina mediterranea in grado di catturare una grande quantità di carbonio.