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''Allons enfants de la Patrie'': marsigliese o alsaziana?

''Allons enfants de la Patrie'': marsigliese o alsaziana?

Come e dove è nata La Marsigliese, e quando è diventata inno nazionale.

"La Marsigliese" nasce a Strasburgo

Chiariamo subito: "La Marsigliese" non nacque nel capoluogo provenzale, ma a Strasburgo, nel Basso Reno. A scriverne le prime strofe fu Claude Joseph Rouget, detto de Lisle, spesso chiamato Rouget de l’Isle, capitano del Genio durante la Rivoluzione, allora di stanza nella città alsaziana.

La compose nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1792, dopo la dichiarazione di guerra da parte dell’Austria del 20 aprile 1792: "La Marsigliese" nacque allora come canto di guerra rivoluzionario e inno alla libertà, appello patriottico alla mobilitazione ed esortazione alla lotta contro la tirannia e l’invasione straniera.

“La storia”, riporta il sito dell’Eliseo, “ha trasformato questo canto di guerra rivoluzionario in un inno nazionale di libertà, che oggi accompagna la maggior parte degli eventi ufficiali.”

La Marsigliese prima della Marsigliese

Prima di assumere la sua denominazione attuale, la composizione destinata a diventare l’inno nazionale francese circolava principalmente in ambito militare, dove si diffuse con il passaparola e in molteplici versioni, e prese diversi nomi, tra i quali “Canto di guerra per l’armata del Reno” e “Canto di marcia dei volontari dell’armata del Reno”.

A pubblicare per la prima volta la canzone fu con ogni probabilità il dottor François Mireur, futuro generale degli eserciti d’Italia e d’Egitto giunto a Marsiglia per organizzare la marcia comune dei volontari del Midi, quelli di Montpellier e di Marsiglia. Lo fece con un nuovo titolo, ma ancora non definitivo: “Canto di guerra degli eserciti alle frontiere”.

La Marsigliese “battezzata” a Parigi

Quello che oggi è uno degli inni nazionali più conosciuti nel mondo dovette fare ancora parecchia strada prima di diventare “La Marsigliese”. Furono le truppe dei fédérés di Marsiglia a adottarla come canzone di marcia e a cantarla quando fecero il loro ingresso a Parigi il 30 luglio 1792 per prendere parte all’insurrezione al Palazzo delle Tuileries del 10 agosto, volta ad abolire la monarchia.

Incuranti dei diversi nomi già attribuiti alla composizione, gli abitanti della capitale che accolsero i federati chiamarono spontaneamente la canzone “La Marsigliese”: un nome assegnato, si può dire, a furor di popolo.

Un canto predestinato alla notorietà

Il titolo “La Marsigliese” non venne più messo in discussione. Aveva tutto quel che serviva per restare impresso nella mente dei francesi: la semplicità, la brevità, l’avallo popolare e il riferimento a qualcosa – la città di Marsiglia – di ben conosciuto da un capo all’altro dell’Esagono.

In più, “La Marsigliese” racchiudeva in sé un che di emblematico: l’unità della nazione, testimoniata dalle centinaia di chilometri percorsi per portare il canto – e la gloria della rivoluzione – da Strasburgo a Marsiglia e da Marsiglia a Parigi, con il sud, il nordest e l’Ile-de-France legati simbolicamente dalle note e dai versi di una canzone.

“La Marsigliese”, due volte inno nazionale

Nata come canto patriottico della Rivoluzione francese, “La Marsigliese” venne adottata per la prima volta come inno nazionale della Francia dalla Convenzione, e rimase tale per nove anni, dal 14 luglio 1795 fino all’insediamento dell’Impero nel 1804.

Osteggiata durante il regime napoleonico e la Restaurazione, “La Marsigliese” tornò a essere inno nazionale francese durante la Terza Repubblica, a partire dal 1879, ma una certa confusione continuava a regnare sotto il cielo di Francia: essendo più d’una le versioni in circolazione, non erano rari gli episodi di caos quando più orchestre si riunivano per suonare e cantare la composizione, che nel frattempo ebbe pure un’orchestrazione elaborata da Berlioz.

A fronte di questo grande disordine musicale, fu il Ministero della Guerra a scegliere una versione di riferimento nel 1887, su proposta di una commissione di musicisti professionisti.