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Quanto dura il Natale in Provenza?

Quanto dura il Natale in Provenza?

60 giorni di festa, tradizioni da (ri)scoprire e atmosfere fuori dal tempo.

Natale in Provenza, dal 4 dicembre al 2 febbraio

Feste, tradizioni e celebrazioni del Natale in Provenza cominciano il 4 dicembre, giorno di Santa Barbara, quando si semina il grano dell'abbondanza e si vanno a trovare gli artigiani e i produttori locali: per una spesa tutta provenzale, basta spingere la porta delle loro botteghe o dei loro laboratori. In alternativa, possiamo incontrarli nei mercatini di Natale: non c’è villaggio che non ne abbia uno.

Tradizionali statuine del presepe, i santons sono i protagonisti del Natale in Provenza. Ogni anno le famiglie provenzali ne introducono uno nuovo e gli trovano un posto ben visibile nella scenografia della natività, che si tramanda da una generazione all’altra. E siamo solo all'inizio: il presepe resta allestito fino alla Candelora, il 2 febbraio, quando vengono benedette le navettes, i tradizionali biscotti di Marsiglia.

I mercatini di Natale in Provenza

A partire da novembre, le piazze delle città e dei villaggi della Provenza annunciano il Natale con un proliferare di mercatini – che  durano da un solo giorno ad anche più di un mese, a seconda del luogo e della… notorietà – dove possiamo trovare piccoli regali fatti a mano, strenne artigianali e decorazioni natalizie. I mercatini sono anche un ottimo posto per incontrare gli artigiani locali, scegliere un nuovo santon per il nostro presepe e assaggiare qualche golosità di stagione, o acquistarla per portarla con noi e ritrovare l’atmosfera del Natale provenzale una volta tornati a casa.

Santa Barbara, il grano della prosperità

Il giorno di Santa Barbara, il 4 dicembre, i chicchi di grano rimasti dal raccolto precedente vengono seminati su un sottile strato di bambagia – e poi ricoperti da un altro strato che dovremo ricordarci di mantenere umido – in tre piattini. Un piccolo gesto simbolico che possiamo prendere a prestito dalla Provenza. Se il 25 dicembre il seme si sarà trasformato in un piccolo ciuffo verde, la credenza popolare dice che avremo davanti a noi un anno di prosperità.

Presepe provenzale a km 0

Scordiamoci Betlemme, le palme e tutto ciò che richiama il paesaggio della Palestina. Per i provenzali, Gesù è nato in Provenza e un villaggio provenzale è l’ambientazione perfetta per accogliere la rappresentazione della natività. La ricostruzione fotografa un momento di vita quotidiana in una Provenza diversa da quella di oggi, ma molto simile a quella di un secolo fa.

Santons, i soliti noti

I protagonisti indiscussi del presepe provenzale sono i santons, ma più ancora della Sacra Famiglia con bue e asinello annessi, le statuine che richiamano l’attenzione sono quelle dalla connotazione più locale: il pastore, la contadina, il panettiere, la pescivendola, il medico condotto… Nei villaggi che hanno la fortuna di contare tra i propri abitanti una santonnière o un santonnier è probabile che i tratti del viso delle piccole figure di terracotta colorate richiamino quelli dei loro concittadini. E gli animali? I cammelli sono ammessi per far arrivare i re magi; per il resto pecore, animali da cortile, persino il gatto di casa.

I pasti del Natale, “di magro” o golosissimi

In Provenza il Natale e il suo susseguirsi di piatti e prelibatezze tradizionali hanno un sapore tutto loro. La cena – "gros souper" o "repas maigre" – apre i festeggiamenti il 24, mentre il ricco "repas gras" o "réveillon" è tradizionalmente servito dopo la messa di mezzanotte. Il pranzo di Natale vero e proprio viene servito puntualmente il 25 dicembre.

Tredici dessert, non uno di più, non uno di meno

Ispirati agli ordini religiosi, i "quattro mendicanti" presenti nei tradizionali 13 dessert della Provenza sono: noci e nocciole per gli Agostiniani, fichi secchi per i Francescani, mandorle per i Carmelitani e uva passa per i Domenicani. I mendicanti sono accompagnati da "pompe à huile" (brioche all'olio d'oliva), torrone bianco e nero, verdaù (melone verde) e frutta candita. Abbiamo contato bene, sono solo otto: sugli altri – ma anche su alcuni di quelli citati – la discussione è apertissima, perché ogni zona ha le sue tradizioni e le considera le uniche provenzali Doc.

La messa di mezzanotte

Oltre che una celebrazione religiosa, la messa di mezzanotte del 24 dicembre è un momento di emozione e di condivisione. Vera e propria istituzione in Provenza, uno dei suoi punti forti è la cerimonia del Pastrage, quando una processione di pastori, pescatori e contadini in abiti tradizionali offrono i loro prodotti migliori al cospetto di Gesù.

La Pastorale, spettacolo in musica del Natale provenzale

La Pastorale è una rappresentazione mobile della natività, al suono di pifferi e tamburi. Cerimonia natalizia altamente spettacolare nella quale per i provenzali è un privilegio figurare, la Pastorale evoca il viaggio verso la capanna e la celebrazione di Gesù Bambino. Lo spettacolo è recitato in dialetto provenzale, con i pastori in costume tradizionale.

L'Epifania e l'irresistibile Gâteau des Rois

L'Epifania, con l'arrivo dei Re Magi, è uno dei momenti salienti del Natale provenzale, celebrato la domenica più vicina al 6 gennaio quando tutta la famiglia si riunisce per assaporare l’immancabile Gâteau des Rois (torta dei magi) decorato con frutta candita: una specialità troviamo solo in Provenza o quasi, e un altro buon motivo per restare qui ancora qualche giorno dopo Capodanno.

Candelora, tempo di navettes

Il 2 febbraio per i provenzali è il momento di riporre i santons nelle loro scatole e, per addolcire l’amarezza della conclusione delle feste, di gustare le tradizionali navettes di Marsiglia che nel 2021 compiono 240 anni. La forma di questi biscotti si ispira alla leggenda dell'arrivo di Maria Maddalena sulle rive della Camargue in barca a remi.