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Il giardino, la seconda casa dei provenzali

Il giardino, la seconda casa dei provenzali

Uno spazio da vivere tutto l'anno.

Un giardino per tutto l’anno

“300 giorni di sole all’anno”. Un tempo, la scritta campeggiava sui poster pubblicitari di tutte le stazioni turistiche della Provenza; oggi la si ritrova puntualmente sui siti degli uffici del turismo, proprio come su quelli di hotel, b&b, campeggi e agenzie immobiliari. Da Nizza al Monte Ventoux, dalle stazioni sciistiche delle Alpi alla Camargue.

Il messaggio è rivolto soprattutto ai parigini, vittime di un clima non troppo felice per tre quarti dell’anno, e ai tanti stranieri che arrivano dal Nord per scaldarsi le ossa.

Al di là del suo intento promozionale, cela però un’informazione interessante per tutti: in Provenza il giardino ha un’importanza non seconda a quella degli spazi interni, perché con le dovute accortezze lo si gode tutto l’anno.

Il giardino provenzale d’inverno

Basta lasciare i quartieri urbani a più alta concentrazione edilizia per rendersene conto. Dove c’è spazio, la stragrande maggioranza degli edifici affaccia a sud, per catturare il tepore e la luce. Secondo la stessa filosofia, è a sud che trova posto il giardino provenzale.

Si prenda il tipico mas provenzale: l’edificio fa da baluardo contro il vento che arriva da nord, mentre sul retro le aperture sono ridotte al minimo: piccole finestrelle e feritoie, solo se è strettamente necessario.

Molto spesso, inoltre, il confine del giardino è segnato da una siepe alta e fitta, o da una lunga fila di alberi folti. Tuie e cipressi sono diffusissimi, così come altri alberi il cui tronco ramifica anche nella parte più bassa.

Il giardino provenzale d’estate

Già preservato così dai rigori invernali, il giardino provenzale deve garantire anche la frescura nelle giornate più calde dell’estate: le zone d’ombra sono importanti quanto quelle esposte ai raggi del sole.

Il compito è affidato a uno o due grandi alberi piantati davanti alla casa: può fare all’uopo un platano come quelli che, ai lati di molte strade della Provenza, creano spettacolari gallerie verdi. Ma va ugualmente bene un tiglio, un ippocastano, un bagolaro.

L’importante è che il fusto sia alto, i rami ben allungati e frondosi: insieme all’aria che circola libera attorno al tronco, l’ombra naturale assicura la sensazione di freschezza più gradevole.

Per la stessa ragione le facciate di molte case provenzali sono ornate da un pergolato: un’anima di ferro – ma oggi si utilizzano anche altri materiali – attorno alla quale si allacciano e si intrecciano rami di glicine o di vite.

È, questa, un’ombra funzionale e simbolica insieme: essendo la più vicina all’ingresso della casa, e quindi in comunicazione con la cucina, in genere l'ombra del pergolato è quella che offre riparo alla tavola: in Provenza mangiare all’aperto è un rito quotidiano che custodisce un significato preciso. La bella stagione è già iniziata. O non è ancora finita.