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Dei tarocchi di Marsiglia e del fururo che ci aspetta

Dei tarocchi di Marsiglia e del fururo che ci aspetta

Breve viaggio quasi iniziatico nel misterioso mondo della cartomanzia.

Salute, amore, denaro. A chi chiedere come sarà il futuro per noi provenzofili, se non ai tarocchi di Marsiglia?

Le origini (taroccate) dei tarocchi di Marsiglia

Più che una matassa da dipanare, la provenienza dei tarocchi di Marsiglia è un groviglio inestricabile.

Partiamo da un’autorità in materia, Philippe Camoin, discendente dell’autore di uno dei più antichi mazzi di tarocchi di Marsiglia conosciuti, certo Nicholas Conver. Camoin – che negli anni ’90 ricostruì insieme al poliedrico autore e saggista cileno Alejandro Jodorowsky un mazzo di tarocchi basato su stampi in legno di parecchi secoli fa – sostiene che “il tarocco di Marsiglia è effettivamente nato a Marsiglia” e che “non è assolutamente stato copiato da un gioco che proverrebbe da un’altra parte d’Europa”.

Tre arcani maggiori dei tarocchi di Marsiglia

Tarocchi di Marsiglia all’italiana

Lo stesso Camoin è consapevole del fatto che un buon numero di storici non è affatto d’accordo con lui.

Alcuni studiosi, ad esempio, indicano come fonte d’ispirazione dei tarocchi di Marsiglia i celebri “Tarocchi del Mantegna”, attribuiti al pittore rinascimentale, o i cosiddetti “Visconti-Sforza”, i più antichi di cui si sia oggi a conoscenza, utilizzati alla corte dei Visconti nel XV secolo.

Quasi tutti riconoscono, peraltro, che i semi degli arcani minori – gli antenati delle carte da gioco che noi utilizziamo ancora oggi – sarebbero di origine italiana.

Una parola con molte radici

La disputa sulla provenienza geografica dei tarocchi di Marsiglia, però, ha confini molto più ampi. E il mistero s’infittisce.

Diversi autori attribuiscono al gioco le origini più varie, basandosi soprattutto sulle possibili etimologie della parola “tarocco”: egiziana (tar, cammino, e ros, reale), indo-tartara (tan-tara, zodiaco), ebraica (tora, legge), latina (rota, ruota, o orat, egli parla), sanscrita (tat, il tutto, o tar-o, stella fissa), cinese (Tao)...

Tarocchi e cartomanzia: come sarà il futuro?

Farsi leggere i tarocchi in riva al mare

La pratica della cartomanzia attraverso i tarocchi risale al XVIII secolo e, se è vero che i tarocchi di Marsiglia sono un mezzo di comunicazione tra colui che consulta le carte e il suo destino, potremmo scoprire molto di noi e di ciò che ci aspetta. Pronti?

Sembra facile, ma non lo è. La scelta delle carte segue modalità precise, perfino la sequenza dei gesti è importante. Ciascun arcano maggiore (21 più il Matto) è portatore di una simbologia estremamente articolata: le figure, i gesti, gli oggetti, la loro posizione, i colori… tutto ha un significato che a sua volta cambia se la carta estratta dal mazzo è dritta o capovolta. E non è la singola carta a parlare con noi, ma una sequenza in cui ciascuna nuova carta e la sua posizione rispetto alle altre modificano lo scenario che si va disegnando. Combinazioni nelle quali anche gli arcani minori possono intervenire, a completare risposte ancora incerte e a fare luce sul nostro destino.

Secondo gli esperti, occorrono almeno due anni di studi e di pratica per diventare ragionevolmente capaci nell’arte di leggere i tarocchi di Marsiglia.

Simona Mazzolini

Lettrice di tarocchi di Marsiglia