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Var, l'unica cosa che manca sono le piste da sci

Var, l'unica cosa che manca sono le piste da sci

Tra mare e colline, massicci e vallate, calette baciate dal sole e villaggi arroccati, un luogo unico dove Provenza e Costa Azzurra s'incontrano.

Il Var, tra Costa Azzurra e Provenza

I colori sono quelli, vividi, del Mediterraneo; la luce, quella della Provenza: sorprendente. Tra mare e colline, massicci e vallate, calette baciate dal sole e villaggi arroccati, il Var è un luogo unico, una gemma annidata tra Provenza e Costa Azzurra e in gran parte ancora preservata: parliamo del secondo dipartimento di Francia per superficie boscosa (che occupa quasi il 60% della superficie, mentre all’agricoltura ne tocca un altro 14%) e di una zona che, salvo pochissime eccezioni, l’urbanizzazione ha risparmiato dai suoi eccessi.

Del resto, l’hanno scelto e immortalato in molti, come Chagall, Dufy, Picasso, Matisse, Signac, Miró, Magnelli, Man Ray, Dior e Colette, ciascuno nel modo che gli era più congeniale. E anche oggi il Var ha molto da offrire a chiunque sia in cerca di bellezza in tutte le sue forme, perché l’enorme varietà paesaggistica del territorio e la notevole ricchezza culturale favoriscono un’infinità di approcci ed esperienze diverse.

Come ha chiosato Antony Matteuzzi, responsabile del Polo Promozione di Var Tourisme in occasione del Media Tour organizzato da Atout France il 4 maggio, «l’unica cosa che ci manca sono le piste da sci». Ecco, allora, una piccola raccolta di suggerimenti “freschi di conio” proposti dagli addetti ai lavori di alcune tra le zone più accoglienti del Var.

Media Tour Atout 4 maggio 2023, il team del Var

Var, riflettori puntati su arte e cultura: gli eventi top

Dai centri artistici all’avanguardia ai luoghi ricchi di storia, nel Var (e nei suoi 100 musei) il 2023 è l’anno dell’arte e della cultura. Due eventi in particolare spiccano tra i tanti che animano il calendario della programmazione culturale varoise:

  • il centenario di Villa Noailles a Hyères. Festival, mostre, spettacoli, conferenze, letture e laboratori proseguono fino a marzo 2024 tra la villa e il giardino, realizzati su iniziativa della coppia di intellettuali mecenati Marie-Laure e Charles de Noailles: un punto di riferimento di interesse nazionale per l’arte contemporanea e, al contempo, uno spazio di sperimentazione per artisti affermati e giovani talenti;
  • la mostra di arte contemporanea L’isola interiore (fino al 5 novembre) che la Fondation Carmignac espone nell’incantevole Villa Carmignac, edificio progettato per essere in piena armonia col paesaggio dell’isola di Porquerolles che lo accoglie – siamo, non dimentichiamolo, all’interno del Parco Nazionale di Port Cros – e circondato dai vigneti punteggiati di installazioni monumentali e percorsi di street art.

Il giardino cubista di Gabriel Guevrekian a Villa Noailles

I siti storici, fiori all’occhiello del Var

Per chi all’arte contemporanea preferisce i siti storici, le mete possibili non si contano: l’abbazia del Thoronet, la Certosa della Verne, la Basilica di Saint-Maximin-la-Sainte-Beaume, il chiostro e l’anfiteatro romano di Fréjus sono testimonianze uniche del passato, proprio come l’abbazia di La Celle, gioiello romanico provenzale, interamente restaurata e finalmente di nuovo accessibile al pubblico.

Non minore interesse suscitano realtà museali di pregio come il Museo di Belle Arti a Draguignan, il Museo di storia e arte a Bormes-les-Mimosas, il Musée di Niel a Hyères e il Museo delle Truppe Marine a Fréjus: luoghi che custodiscono il passato, ma concepiti o rinnovati con criteri innovativi per quanto riguarda spazi e allestimenti.

Abbaye du Thoronet, vista aerea © 4vents Centre des monuments nationaux

Saint-Tropez, oltre l’icona

Una destinazione mitica, iconica, che tutto il mondo conosce e riconosce. È innegabile: al solo nominarla, Saint-Tropez risveglia l’immaginario collettivo che la identifica con il suo lato glamour, chic e décontracté. Il suo côté bling bling, come lo chiamano i francesi non senza un velo di bonaria ironia. Ma Saint-Tropez è anche molto altro.

È una cittadina che ha saputo custodire le sue origini e la sua storia, e che a poca distanza da un lusso comunque allegro e rilassato coniuga il fascino e l’autenticità di un villaggio dalle solide tradizioni marinare con un’attenzione crescente all’arte e alla cultura.

Le prove? Alla Cittadelle, il Musée d’Histoire Maritime festeggia proprio quest’anno il suo decimo anniversario con diversi eventi e, nei giardini, la mostra di 12 opere monumentali di Nicolas Lavarenne. Al Musée de l’Annonciade, la mostra dell’estate 2023, “Cross, dans la lumière du Var”, è dedicata a uno dei maggiori artisti del neoimpressionismo, H.E. Cross, la cui arte ha aperto la strada al fauvismo e all'astrattismo. Il Musée de la Gendarmerie et du Cinéma punta i riflettori sulla storia e le riprese della serie televisiva "Sous le soleil Saint-Tropez", diffusa come "Saint-Tropez" in 130 Paesi. Dal 25 maggio al 16 ottobre, cinque opere monumentali dello scultore Lorenzo Quinn saranno esposte nei luoghi più emblematici del tessuto urbano, come il Quai Suffren, la Place Grammont o davanti all'inconfondibile tendone rosso del Café Sénéquier.

Le barche ormeggiate a Saint-Tropez © JL Chaix

Tutt’intorno a Saint-Tropez, le perle del Golfo

Sbaglia chi immagina Saint-Tropez come l’elegante ma solitaria perla racchiusa in un’ostrica. La bellezza è qui, ma anche tutt’intorno, nell’anfiteatro di colline rigogliose e vigneti che la circonda, estendendosi su tre promontori con il mare che fa da sfondo.

Siamo nel Golfo di Saint-Tropez dove l’art de vivre si esprime al meglio e le spiagge sono un richiamo irresistibile: come l’incantevole Pampelonne, o Ramatuelle, appena rimessa a nuovo con gli stabilimenti balneari integrati nella natura circostante. E allora, meglio passeggiare in riva al mare o approfittare di un patrimonio di cultura e tradizione che si esprime anche attraverso la cucina provenzale? In tavola, tapenade, anchoïade, bouillabaisse, olive, formaggi di capra, miele, torrone, e la mitica Tarte Tropezienne.

Un’altra alternativa – da non considerare un aut aut, ma piuttosto una buona ragione per prolungare la permanenza – è andare alla scoperta dei villaggi che, dal litorale al primo entroterra, incorniciano il golfo insieme a Saint-Tropez: Sainte-Maxime, Ramatuelle, Grimaud, Cavalaire-sur-Mer, Cogolin, La Croix-Valmer, La Garde-Freinet, La Mole, Gassin, Le Plan-de-la-Tour e Le Rayol-Canadel-sur-Mer.

Ramatuelle, al calare della sera

La terra dei Maures, natura incontaminata

Superato il Golfo di Saint-Tropez, la costa del Var riserva altre sorprese. Le Lavandou, Bormes-les-Mimosas, La Londe-les-Maures, Collobrières, Cuers dall’inconfondibile carattere medievale e Pierrefeu du Var (da non confondere con il Pierrefeu delle Alpi Marittime) sono i piccoli borghi che punteggiano un territorio incontaminato affacciato sul mare. Un territorio dove la natura, tra foreste, picchi rocciosi e spiagge di sabbia, regna sovrana, lasciando comunque spazio ai vigneti che producono due AOC, La Londe e Pierrefeu. Su tutto domina il Massif des Maures, una piccola catena montuosa ricoperta di foreste di querce da sughero e castagni: le sue seppur moderate asperità hanno in qualche modo contribuito a proteggere e preservare la bellezza dei luoghi.

Per ammirarla “lato mare” si può percorrere il sentiero che costeggia Bormes-les-Mimosas, Le Lavandou e La Londe-les-Maures: il panorama spazia dalle isole di Hyères (Port-Cros, Porquerolles e Le Levant) al Fort de Bregançon, luogo di villeggiatura dei Presidenti francesi.

Nella zona costiera del Massif des Maures, la natura fa da sfondo alle escursioni, ma anche alle tante attività – dalla vela al parapendio, dal paddle allo yoga, al ciclismo – che sembrano fatte apposta per immergersi nel paesaggio. O nelle vigne, che si possono attraversare in mountain bike elettrica nello Château de l’Aumérade di Pierrefeu: una delle tante proposte enoturistiche di un dipartimento, il Var appunto, che si dichiara primo produttore al mondo di vino rosé.

Le Lavandou, panorama

Tolone si fa metropoli, tra cultura e natura

Tolone da sola è una gran bella città, vivace, contemporanea, dinamica e, a dispetto dei suoi 2mila anni di storia, con un’anima giovane. Tolone insieme agli altri 11 centri della cosiddetta Provence Méditerranée diventa un’area metropolitana a misura d’uomo, un mosaico di località e attività sorprendenti.

La sua cifra sono i paesaggi di terra e di mare, gli oltre 200 km di spiagge, le foreste, le aree naturali, i parchi e i giardini, e una grande cura dell’ambiente naturale: le saline di Pesquiers, dove un percorso da fare a piedi o in bicicletta è stato concepito apposta per proteggere la flora e la fauna, sono un paradiso per i fenicotteri rosa e più di 100 specie ornitologiche; le banchine del porto di Tolone sono “zero smoke stopover” (durante gli scali, le navi da crociera spengono i motori e si collegano all’elettricità del porto, riducendo le emissioni di carbonio); un circuito di 136 km di piste e greenways è a disposizione per muoversi in bicicletta.

Il patrimonio storico e architettonico, che alla stessa Tolone non fa certo difetto, si moltiplica: basti citare il sito archeologico di Olbia, i castelli medievali, le fortificazioni di Vauban, gli edifici religiosi e le ville Belle-époque. E il discorso vale per la vita culturale, intensa e di alto valore artistico, con luoghi ed eventi di richiamo internazionale: moda, design e architettura d’interni alla Villa Noailles di Hyères, arte contemporanea all’Hôtel des Arts di Tolone, festival e spettacoli tutto l’anno alla Scène Nationale Liberté-Chateauvallon, o a Villa Tamaris a La Seyne-sur-Mer, le mostre del Musée du Niel e della Banque, Museo delle Culture e del Paesaggio, da Jean-Noel Drouin a Man-Ray.

Tolone, le case colorate del centro

I laghi e le gole del Verdon

Concludiamo questa carrellata lasciandoci il mare alle spalle per andare a scoprire un vero incontournable, non solo del Var ma dell’intera regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra.

Ai margini dell’Alta Provenza, le Gole del Verdon si fregiano del titolo di Grand site de France, un label che il Ministero dell’Ambiente assegna con parsimonia (i siti riconosciuti sono 51 in tutto il Paese). Si tratta di un luogo unico in Europa, dove il Mediterraneo incontra le Alpi e dove, per 33 km di lunghezza, il fiume Verdon ha scavato un letto la cui profondità varia dai 400 ai 700 metri.

La bellezza del paesaggio e la ricchezza dell’ambiente delle gole si possono affrontare in molti modi: con lo sguardo e il cuore che batte per l’emozione – il belvedere del Col d’Illoire permette di stare sospesi nel vuoto in tutta sicurezza e di immergersi letteralmente nel cuore della natura – o mettendosi in gioco: a piedi, in bicicletta o VTT, arrampicandosi sulle pareti vertiginose di roccia, praticando uno degli sport d’acqua nei laghi che il fiume genera allargandosi tra le gole, andando per villaggi…

Qualche esempio? Aups è annoverato tra Le più belle deviazioni di Francia (cioè dotate di un patrimonio interessante, un’identità artigianale e gastronomica, un’accoglienza e alloggi di qualità); le escursioni itineranti nelle Prealpi dell’Artuby attraversano a piedi nove villaggi; il nuovissimo percorso “Terre, Tartufi e Cascate” a due ruote (con, volendo, un pizzico di elettricità) conduce alla scoperta dei tesori dell’Haut-Var; il sentiero dell’Imbut – per cui occorre una buona pratica di escursionismo sui terreni di montagna – è considerato da molti la più bella passeggiata del Verdon.

E allora, pazienza se mancano le piste da sci (il rilievo più alto, nel nord-est del dipartimento, è la montagna di Lachens, con i suoi 1.712 m). Ce ne faremo non una, ma mille ragioni.

Gole del Verdon, panorama

Prima di partire per il Var

Tutto, ma proprio tutto, sul dipartimento del Var si può trovare su Visit Var, mentre altre informazioni si possono trovare su ExploreFrance™.

Per le singole aree e località:

Saint-Tropez

Golfo di Saint-Tropez

Mediterraneo Porte des Maures

Tolone e Provenza Mediterranea

Laghi e gole del Verdon

 Immagine pricipale: Golfo di Saint-Tropez © Jean-Louis Chaix

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