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Il respiro lento delle Alpilles

Il respiro lento delle Alpilles

Una terra autentica e piena di carattere, accogliente tutto l'anno.

Le Alpilles, colline aspre come montagne

Una cultura rurale autentica e discreta è la cifra delle Alpilles, un territorio che esprime la combinazione perfetta tra douceur de vivre e paesaggi di notevole bellezza. All’estremo ovest della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, questa fascia di terra prende nome dall’omonimo massiccio, ultima barriera prima del grande delta del Rodano.

Ai piedi di colline aspre come montagne, una quindicina di villaggi fanno a gara per charme, e le pianure, quelle del Rodano e della Durance, rivelano il disegno tracciato dal lavoro dell’uomo.

Il Parco naturale Regionale delle Alpilles

Siamo nel Parco naturale Regionale delle Alpilles, nel dipartimento delle Bouches-du-Rhône: 51mila ettari di territorio e un massiccio montagnoso lungo 30 km e largo 10 che culmina sfiorando i 500 metri slm con la Tour des Opies.

Qui boschi e garrighe convivono con aree coltivate in modo tradizionale e non intensivo, dove viti e ulivi la fanno da padrone ma lasciano anche spazio ad altre coltivazioni, testimoni di un’agricoltura diversificata: insieme, natura e coltura, rinnovano forme e colori lungo il succedersi delle stagioni. Un patrimonio da proteggere e valorizzare, al punto che la conservazione della qualità dei paesaggi rurali delle Alpilles è uno dei fondamenti dello statuto del Parco, e dal 2007 le Alpilles sono il primo territorio di Francia a beneficiare di una “Direttiva per la protezione e la valorizzazione dei paesaggi”.

Una terra piena di vita

Le Alpilles sono vive. Assecondano il respiro invisibile di una flora e una fauna che fanno omaggio alla biodiversità e custodiscono specie rare e protette. E assecondano il respiro di una presenza umana che dura da 4mila anni.

Nelle Alpilles l’anno è scandito da feste e tradizioni che si rifanno ai ritmi della vita rurale  – la transumanza, la mietitura, la vendemmia, la raccolta delle olive… – e a una religiosità legata a filo doppio al territorio: ogni borgo ha il suo santo patrono e ogni santo patrono ha le sue celebrazioni. Perfino il Natale, che nell’intera Provenza è più lungo perché segue le fêtes calendales, qui ha le sue liturgie, le sue manifestazioni e le sue tradizioni: solo a pochi chilometri di distanza, anche il sapore della pompe à l’huile, uno dei 13 dessert del Natale provenzale, ha già un sapore diverso.

Le stagioni nelle Alpilles

Come ovunque, anche nelle Alpilles il turismo arriva insieme all’estate, ma è un turismo discreto e in parte addirittura nascosto, quello delle seconde case immerse tra vigne e ulivi: solo le cancellate in ferro battuto e le lunghe file di alberi dei viali d’ingresso ne lasciano intuire la presenza.

Ma l’autunno è il momento in cui il cuore autentico delle Alpilles batte più forte: è il tempo delle olivades, la raccolta delle olive da cui si estrae un olio che arriva fin sulle più prestigiose tavole internazionali.

Ma è anche la stagione più “fuori stagione”, quando le condizioni sono favorevoli alla scoperta del paesaggio e degli spazi naturali (il clima è ancora tiepido, mentre è ormai scampato il pericolo degli incendi estivi), sia a piedi o in bicicletta, sia lasciandosi andare senza meta lungo una rete stradale ben sviluppata e ben manutenuta, anche fuori dalle zone più battute.

I villaggi delle Alpilles

Se Les-Baux-de-Provence, classificato con ragione tra i villaggi più belli di Francia, è la star incontrastata delle Alpilles, è di conseguenza anche una meta “ad alta frequentazione”. Ma la sua notorietà è più che meritata e vale il viaggio: nelle giornate più limpide, dall’alto delle rovine del castello la vista si allarga alla Camargue e talvolta addirittura fino al mare.

La strada più spettacolare per raggiungere Les-Baux, seguendo i tornanti tra i pini marittimi e scavallando il massiccio, è quella che parte da Saint-Rémy-de-Provence, il comune più popoloso della zona: il suo centro, circondato dai viali bordati di platani che proteggono ristoranti e deliziosi caffè, è un intrico di stradine e piazzette pedonali punteggiate di piccoli musei, gallerie d’arte e simpatiche boutique; il mercato del mercoledì è un concentrato di colori e sapori; al limitare della cittadina, ancora due luoghi straordinari: l’antica città romana di Glanum e Saint-Paul-de-Mausole, che ospitò Van Gogh nel periodo più intenso della sua produzione artistica.

Fontvieille, porta della Vallée-des-Baux, è un’altra gemma del massiccio delle Alpilles. E poco fuori dal centro abitato si raggiunge un antico mulino quasi intatto: forse quello delle lettere di Alphones Daudet, di certo una testimonianza della vita contadina nelle Alpilles.

E poi Maussane-les-Alpilles, circondato da un mare di uilvi. Aureille, che sonnecchia placido ai piedi della cima più alta del massiccio. Mouriès, sfiorato dalla romana Via Aurelia e capitale delle ‘olive spaccate’. Le Paradou, celebre per il suo presepe. L’arroccatissimo Eygalières con la piccola chiesetta di Saint-Sixte poco lontano. Saint-Etienne du Grès e Mas-Blanc-des Alpilles, dove regna una tranquillità tutta provenzale. E ancora Eyguières, Lamanon, Orgon, Sénas