Stai leggendo

Les Mées, un panorama che ti lascia di sasso

Les Mées, un panorama che ti lascia di sasso

Un percorso panoramico e un luogo leggendario nelle Alpi di Alta Provenza.

Les Mées, i Penitenti, il villaggio e il panorama

Tra Sisteron e Manosque, nel cuore di una zona ricca di ulivi vicino al villaggio di Les Mées, si erge un'imponente massa di pietra il cui aspetto evoca una processione di personaggi incappucciati. Uno “scherzo” della geologia che, come spesso accade, dalle sue stranezze – si pensi, sempre in Provenza, alle démoilselles coiffées di Bédoin e di Pontis – fa nascere leggende che si tramandano nei secoli.

Le bellezze del villaggio, la lunga teoria dei Pénitents di roccia e la possibilità di godersi un panorama spettacolare fanno di questa zona al di fuori della Provenza più battuta una destinazione decisamente interessante.

Les Pénitents des Mees

I Penitenti delle Mées, curiosità geologica delle Alpi di Alta Provenza

Situati alle porte della Riserva Naturale Geologica dell'Alta Provenza, les Penitents (i Penitenti) sono una formazione rocciosa della valle della Durance che acqua e vento hanno modellato nel corso del tempo dandole la vaga foggia di una lunga fila di monaci incappucciati. In realtà, si tratta di un’illusione prospettica: anche se la “facciata” dei Penitenti evoca forme rocciose approssimativamente coniche, si tratta di un insieme di creste e piccoli canyon che raggiunge uno spessore di diverse centinaia di metri.

Le rocce di quest’area si sono formate tra il tardo Miocene e il Pliocene per erosione di un accumulo di detriti subalpini cementati dal tempo: un conglomerato piuttosto atipico rispetto alla formazione di gran parte delle Alpi e simile, invece, a quello del sito di Meteora nel nord della Grecia, dove diversi pilastri di roccia sono sormontati da monasteri ortodossi, in parte ancora attivi.

Quanto alle dimensioni, il sito dei Penitenti delle Mées copre 27 ettari e la formazione rocciosa si estende per 2,5 km, arrivando a un’altezza massima di 114 metri: un’elevazione certo non vertiginosa, ma che vista dal basso assume un aspetto imponente. In più, i Penitenti delle Mées ospitano una flora e una fauna notevoli, comprese alcune specie protette.

I Penitenti delle Mées sono un sito classificato dal 1941.

Les Pénitents des Mées, la vegetazione sulle rocce

I Penitenti delle Mées, tra geologia e leggenda

Légende cristallisée en rocher […] murmure étrangement avec le vent

Dei penitenti pietrificati delle Mèes Jean Giono scrisse che la loro "leggenda cristallizzata nella roccia [...] mormora stranamente con il vento".

Certo è che il luogo che evoca racconti fantastici, e non da oggi.

Le prime dicerie hanno origine intorno all'anno 800 e da allora si moltiplicano varianti e particolari, ma la struttura principale della narrazione, con i suoi protagonisti e antagonisti, attraversa i secoli quasi intonsa per arrivare fino ai giorni nostri.

La leggenda dei Penitenti delle Mées narra che il conte Raimbaud, vittorioso nel combattimento contro i saraceni, portò con sé dalle crociate sette delle loro donne più giovani e belle, con l’intenzione di condurle nel suo castello e goderne a piacimento. Ma il nobile aveva fatto i conti senza l’oste: minacciato di scomunica, dovette suo malgrado arrendersi all’idea di liberare le prigioniere e di affidarle a un monastero nei pressi di Arles.

In occasione del trasferimento, i monaci della montagna di Lure furono incaricati di realizzare una lunga siepe per proteggere il passaggio delle infedeli fino alla Durance, dove una barca sarebbe stata pronta ad accoglierle per portare a compimento la missione. Per evitare di cedere alla tentazione, i monaci indossavano grandi cappucci ben calati sul viso, ma il diavolo ci mise lo zampino. Proprio mentre transitavano le affascinanti fanciulle, soffiò colpi di mistral talmente forti che i cappucci si sollevarono: i monaci rimasero soggiogati dalla bellezza muliebre e finirono per peccare col pensiero e con le mani, nascoste sotto gli ampi sai. La punizione, invocata da San Donato, non tardò ad arrivare: un fulmine colpì i monaci e li pietrificò, trasformandoli per sempre in una lunga processione di incappucciati di roccia.

Un’altra versione accreditata, ancora più crudele nei confronti dei poveri monaci, vuole che l’intervento di San Donato fosse preventivo: fulmine e pietrificazione sarebbero arrivati prima che i religiosi potessero fare cattivi pensieri, proprio per evitare loro di peccare.

Le Mées, un villaggio pieno di sorprese

Il villaggio delle Mées deve la sua notorietà alle strette rocce che si ergono alle spalle, ma il territorio del comune offre al visitatore anche altre interessanti sorprese.

Per cominciare, si tratta del più grande comune olivicolo delle Alpi di Alta Provenza e il suo olio d'oliva, rinomato per la qualità, ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti. Lo Chemin des Oliviers – un percorso segnalato di 3,6 km – permette di attraversare il paesaggio sul quale sono coltivati quasi 80mila alberi di ulivo, che le foglie tingono di sfumature argentate. Inoltre nel villaggio di Les Mées e nei suoi dintorni diversi frantoi sono aperti alle visite tutto l'anno; tra gli altri la cooperativa oleicola Le Moulin des Pénitents e il frantoio Arizzi: i più golosi potranno trovare anche piccoli dolcetti a base di olive.

Les Mées, il villaggio

A Les Mées non mancano neppure interessanti tracce del passato. In epoca medievale il villaggio era circondato da un bastione di cui sono tuttora visibili le porte a volta Saint-Christol, Baudouine, e Bertrand de Bras, mentre è più recente un portale del XVI secolo, coevo della chiesa di Notre Dame de l'Olivier; nelle stradine strette del centro fanno bella mostra di sé diverse case di pietra, così come meritano una visita la cappella di Saint-Roch, costruita sulle fondamenta di un edificio romano, la chiesa di Saint-Blaise e la Fontaine de la République.

Due, infine, i musei del villaggio: il museo dell'ulivo e l'ecomuseo dei PIgeonniers.

Alla scoperta dei Penitenti delle Mées

Per scoprire in modo inaspettato e spettacolare i Pénitents des Mées è stato allestito un sentiero segnalato di circa quattro chilometri che offre scorci inattesi e panorami impressionanti: un itinerario che si può percorrere in poco più di tre ore e mezzo di cammino e che ripaga ampiamente della fatica e della difficoltà di alcuni passaggi.

Dalla Place de la République si segue il sentiero di scoperta dei Pénitents, ben segnalato lungo tutto il suo percorso. Si risale la rue Clovis Piscon e si svolta a sinistra alla porta Saint Cristol per uscire dal villaggio, per poi imboccare la rue Saint-Roch fino alla cappella e al suo belvedere. L'itinerario segue la cresta e offre vedute notevoli sulle rocce e sulla valle della Durance. Una volta arrivati al passo, oltre 400 gradini di legno scendono all’ombra delle querce verso la base dei Pénitents, passando attraverso tre punti panoramici. Da qui si prosegue lungo il tracciato ai piedi della collina.

Un altro sentiero, lo Chemin de la Colle, conduce invece all'altopiano sopra il villaggio, dove si trovano i campi di lavanda.

Les Pénitents des Mees, punto panoramico

Due curiosità "elettriche"

Les Mées ha da raccontare anche due curiosità “elettriche”. La prima è il tunnel fluviale sotterraneo realizzato negli anni ’60 quando venne messa in piedi la centrale idroelettrica della Durance, nei pressi della diga di Serre-Ponçon: la costruzione del tunnel permise di risparmiare dalla distruzione il sito dei Penitenti.

La seconda è il parco di centrali solari fotovoltaiche della Colle des Mées, il più importante di Francia: una distesa spettacolare di pannelli solari a 800 metri d'altitudine che alimenta circa 12mila abitazioni. Data l’estensione, l’impatto sul territorio – ai danni delle coltivazioni di mandorli, lavanda, salvia, grano e orzo – è notevole, ma lascia ben sperare il fatto che la conversione del sito in terreno agricolo alla fine della sua vita dovrebbe essere facilitata dall'assenza di fondamenta di cemento; inoltre risulta accantonata una riserva finanziaria per il riciclaggio dei pannelli.

Les Mées, il parco fotovoltaico