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Cassis, tra calanchi e buon vino

Cassis, tra calanchi e buon vino

Il bello e il buono al profuno di Mediterraneo, al confine tra Provenza e Costa Azzurra.

Cassis, atmosfera e fascino

Per alcuni, è il confine occidentale della Costa Azzurra, ma Cassis è a soli 20 km da Marsiglia, incastonata tra le scogliere color ocra e oro di Cap Canaille da un lato e, dall’altro, il bianco del massiccio dei Calanques. Il suo stile di vita tipicamente mediterraneo trova una cornice ideale tra lo scenario naturale della costa, i colori del porto di pesca e dei ristoranti e caffè che lo circondano, e il castello che domina la cittadina e che un tempo faceva parte delle residenze dei signori di Le-Baux-de-Provence.

Cassis, il porto

Il clima favorevole permette di assaporare tutto l'anno un art-de-vivre scandito dai ritmi della natura e delle attività cittadine, così come dagli incontri favoriti dall’atmosfera dolcemente slow del fuori stagione: a Cassis ci si può imbattere in pescatori e scrittori, cassidesi di nascita o provenzali d'adozione, pronti a condividere – finalmente dimenticati gli eccessi fastidiosi della folla estiva – un ambiente dove è possibile fare escursioni, navigare, fare immersioni (con la muta, data la stagione), andare in bicicletta e scoprire sapori che sono un tutt’uno con il genius loci.

Cassis, barche dei pescatori ormeggiate nel porto

Il litorale di Cassis, bellezza da tenersi stretta

Chi ha visto Parigi e non Cassis, non ha visto nulla*

Il litorale di Cassis è unico. La natura è imponente, i colori esplodono, i rilievi sorprendono, la vegetazione la fa da padrona.

Il Parc des Calanques è il primo parco periurbano d'Europa, il Cap Canaille è la scogliera marittima più alta del Vecchio Continente, la pietra di Cassis venne utilizzata per le banchine di Alessandria d’Egitto, la Route des Crêtes che collega Cassis a La Ciotat svela panorami sorprendenti a ogni cambio di direzione.

L’amministrazione e gli abitanti della città sono consapevoli di tanta grazia e si adoperano per proteggere i doni che la natura ha voluto riservare a questo tratto di costa: da queste parti, la tutela dell'ambiente fa parte del DNA del territorio.

Cassis, massiccio dei calanchi

Port-Miou, En-Vau e Port-Pin

Port-Miou è un calanco diverso da tutti gli altri: facilmente accessibile, si distingue per il suo porto turistico, dove si può ammirare una lunga, incantevole fila di barche a vela, e per la sua lunghezza, perché si spinge fin nell'entroterra; allungata artificialmente per un chilometro, l’insenatura torna naturale quando si avvicina al mare.

In passato, Port-Miou era una cava che forniva blocchi di pietra bianca per gli edifici della regione ma non solo: dal XVIII secolo fino all’inizio degli anni ’80 la pietra, estratta a colpi di dinamite, salpava dal porticciolo diretta al porto ad Algeri, dove veniva utilizzata per produrre calce.

Cassis, Calanque de Port-Miou

Sempre a Port-Miou si lascia l’auto per dirigersi a piedi verso En-Vau, tra le più belle insenature della costa per il colore turchese dell'acqua, la spiaggia di ciottoli, gli alberi aggrappati alle scogliere e i panorami che oggi trionfano su Instagram come lo facevano un tempo sulle cartoline. L’accesso non è facilissimo, ma ne vale la pena. Il momento più bello sono le prime ore del mattino, quando il sole si irradia lungo questa enorme feritoia naturale che è molto piacevole esplorare anche dal basso, in kayak.

Cassis, in kayak tra i calanchi

Collocata tra Port-Miou e En-Vau, l'insenatura di Port-Pin è aperta sulla costa e – come dice il nome – contornata da una pineta; i muretti a secco delimitano le restanques, i terrazzamenti che permettono di coltivare la terra anche sui pendii più scoscesi. Lato mare, una piccola spiaggia di sabbia e ciottoli segna il passaggio con l’acqua trasparente del Mediterraneo.

Ma, prima di arrivare a Port-Pin, una piccola deviazione nasconde una sorpresa. È il "buco che soffia", o "narice di Nettuno” collocato sull'Istmo di Cacau: un minuscolo foro di 2 cm di diametro che "fischia" in balia della pressione dell'aria provocata dalle onde in una grotta sottomarina semisommersa. Quando il mare è mosso, se si posa un piccolo sasso sul trou, può capitare che venga scagliato a diversi metri di altezza, come se subisse l'azione di un geyser.

Cassis, Calanque de Port-Pin, veduta dalla spiaggia - Foto OTCM

Il bello e il buono di Cassis

Se esplorare il bello di Cassis – il tratto di costa che va Cap Canaille ai Calanques, con il villaggio di pescatori nel mezzo – ci ha messo appetito, niente di meglio della declinzaione cassidese di una cucina provenzale colorata, aromatica e tradizionale, che può contare sulla freschezza e sulla qualità delle materie prime garantita da una terra ricca e da un mare pieno di pesce.

Basta un’occhiata al mercato – e al piccolo mercato del pesce sul porto dove i pescatori ancora attivi portano ogni giorno le prelibatezze finite nelle reti – per capire che qui ci sono tutti gli ingredienti per una cucina semplice e familiare, per i piatti di tutti i giorni cucinati a fuoco lento, ma anche per le nuove e raffinate preparazioni con cui amano cimentarsi gli chef.

Grigliate di pesce, crostacei, bouillabaisse, anchoïades e aïoli… a Cassis non mancano certo i ristoranti per gustare le specialità locali, cucinate secondo tradizione o con qualche concessione alla creatività... Da novembre a marzo, poi, è tempo di ricci di mare da gustare su una fetta di pane imburrato e accompagnare con un bicchiere di Blanc de Cassis: parliamone!

La polpa color corallo dei ricci di mare

AOP Cassis, la decana delle Appellation d'Origine francesi

L'Appellation d'Origine Contrôlée Cassis ha celebrato quest’anno il suo 86° anniversario ed è la decana delle denominazioni francesi, ma la storia della viticoltura a Cassis è cominciata oltre 2500 anni prima, quando si insediarono qui le prime colonie greche.

Oggi il territorio dedicato alla coltivazione della vite è esiguo – 215 ettari di vigneti per 12 domaine, il più piccolo dei quali si deve accontentare di soli 7 ettari – ma è la qualità che conta: un’orografia scoscesa, i pendii rocciosi sul lato della falesia e le estati calde e secche fanno di questa terra un luogo particolarmente adatto alla coltivazione della vite, e i viticultori locali, forti di un savoir-faire antico, hanno saputo adattare i loro vitigni e le loro pratiche (l'85% dei vigneti è coltivato con metodo biologico o in via in conversione) per produrre un AOC unico, che deve la sua identità alla mineralità apportata dalle rocce calcaree e alla sottile salinità depositata dai venti marini sul terreno, sui tralci e sui frutti.

Cassis, i vigneti © Office de Tourisme de Cassis

Il Blanc de Cassis

Alla ricerca del meglio che può venire da un territorio così particolare, ai viticultori di Cassis non c’è voluto molto per rendersi conto che i loro vigneti – che beneficiano della brezza marina, di 3mila ore di sole l’anno e delle leggere precipitazioni concentrate soprattutto in primavera e in autunno – è particolarmente adatto alla produzione dei bianchi: oggi rappresentano il 73% della produzione e sono diventati un punto di orgoglio per l’intero sud-est della Francia!

Nel bicchiere, un colore giallo chiaro con riflessi luminosi, che esalano il loro dolce profumo di agrumi e fiori bianchi, arricchito da note minerali e iodate. Dopo qualche anno di invecchiamento, gli aromi diventano più complessi, con una nota generale di miele. La bocca, rotonda e vivace, rivela un'intensa freschezza e un bell'equilibrio, caratteristici dei vini di Cassis.

Blanc de Cassis davanti al mare

*Frédéric Mistral

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