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Buon compleanno Nizza, città della riviera invernale

Buon compleanno Nizza, città della riviera invernale

Il 27 luglio 2021 Nizza entrava nella Lista del Patrimonio Mondiale dall’Unesco. La città a un anno dal raggiungimento del traguardo.

“Nizza, città della riviera invernale” nel Patrimonio Mondiale Unesco

Un “evento storico, unico nella nostra storia per dimensioni e impatto”, scrive il sindaco Christian Estrosi sul suo account Twitter.

È il 27 luglio 2021 e “Nizza, città della riviera invernale” entra ufficialmente nella Lista del Patrimonio Mondiale. Un’avventura, quella che ha portato Nizza nel Patrimonio Unesco della Provenza e della Costa Azzurra, cominciata sette anni prima con la preparazione della candidatura. Un lavoro davvero complesso ma, decisamente, ne è valsa la pena.

Nizza, la Promenade des Anglais dopo il tramonto

Eccezionale valore universale: una sfida vinta

Secondo le Linee guida operative per l’attuazione della Convenzione sul Patrimonio Mondiale, per essere iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale, un sito deve dimostrare un “eccezionale valore universale”. Il bene deve cioè avere un eccezionale significato culturale che trascende i confini nazionali, e questo valore deve mantenersi tale per le generazioni presenti e future dell’umanità; per dimostrarlo, “basta” rispondere a uno dei dieci criteri di selezione stabiliti dall’Unesco. Nizza ha puntato sul numero 2:

Mostrare un importante scambio di valori umani, in un arco di tempo o all’interno di un’area culturale, sugli sviluppi dell’architettura o della tecnologia, delle arti monumentali, dell’urbanistica o della progettazione del paesaggio.

In effetti a Nizza la cosmopolita stazione invernale ha dato forma a un insieme urbano specifico, un esempio eminente della fusione di influenze culturali internazionali. Ne fanno parte gli edifici, attraverso la varietà degli stili architettonici e delle decorazioni, ma anche gli usi e le funzioni specifiche: alberghi, ville, palazzi del divertimento, teatri d’opera, casinò e luoghi di culto per le comunità straniere. Il paesaggio associato a questo periodo (passeggiate, parchi, belvedere e panorami, acclimatazione di specie esotiche ecc.) e le prospettive che creano un legame visivo permanente tra la città e il suo contesto geografico (mare e montagna) completano l’insieme urbano, archetipo della località rivierasca.

Nizza, Hugo d’Alesi, SFF Paris-Lyon-Méditerranée © Ville de Nice - J. Véran e P. Viglietti

Nizza e l’invenzione della riviera invernale

Quella che si è sviluppata a Nizza è una delle prime forme di turismo contemporaneo, con la trasformazione della città in stazione di riviera invernale, prima climatica, poi balneare.

Dal XVII secolo, “riviera” è l’area tra gli Appennini e il mare, lungo la fascia costiera delimitata a est dal fiume Magra (intorno a La Spezia) e a ovest dal Var.

Dalla fine del secolo successivo Nizza è il primo sito di questa costa – fino ad allora ritenuta inospitale e di difficile accesso – a sviluppare una vocazione al turismo invernale. Ed è a Nizza che si scoprono per la prima volta le attrattive di quella che sarebbe diventata la Riviera francese nel senso successivo del termine, fatta di paesaggi resi pittoreschi dalla vicinanza delle montagne e del mare, di un clima invernale mite, dell’esotismo della vegetazione e persino, in una certa misura, della singolarità dello stile di vita degli abitanti. Il termine “Riviera” designa quindi una particolare forma di organizzazione spaziale che nasce a Nizza e che si diffonderà poi su altre coste (da quella ligure in Italia alla costa dalmata, a quella di Yalta in Crimea a quelle dei laghi alpini), anticipando le mete turistiche privilegiate del XX secolo, rese accessibili dallo sviluppo dei mezzi di trasporto.

A Nizza la stazione invernale della riviera dà vita a una vera e propria città che, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, si fregia del titolo di “capitale invernale” per il numero sempre crescente di residenti che vi soggiornano. Nel 1900, sono 150mila all’anno.

L’altra specificità della Nizza di quel periodo è la natura cosmopolita della popolazione residente, inizialmente composta da inglesi, poi russi e cittadini dell’impero tedesco e austro-ungarico, prima di accogliere visitatori da tutta Europa e dalle Americhe: una densità straordinaria che genererà un vero e proprio contesto urbano, proiettando su un territorio vastissimo un impressionante insieme di alberghi, ville e edifici destinati alla locazione turistica.

Nizza, Hotel Negresco - credit A. Issock

Nizza Patrimonio dell’Umanità: un perimetro molto ampio

Non è la città in quanto tale a entrare nel Patrimonio Mondiale Unesco, ma un insieme urbano eccezionale, dovuto dalla nascita e dallo sviluppo della stazione invernale della Riviera.

Il suo perimetro comprende la Promenade des Anglais, il Quai des Etats-Unis e le terrazze di Ponchettes, il Mont Boron, le colline di Cimiez e Baumettes, e la Cattedrale ortodossa russa, per un totale di 522 ettari del comune di Nizza.

La cosiddetta zona cuscinetto di 4243 ettari si estende anche ai comuni di Falicon, Saint André de la Roche, Aspremont e Tourrette Levens.

Nizza in una vecchia cartolina

Nizza tra natura e intervento umano

A fare la fortuna di Nizza stazione invernale contribuiscono il clima mite e soleggiato, e la sua felice collocazione geografica: l’anfiteatro di colline e montagne che circonda la Baie des Anges, il paesaggio maestoso delle montagne sullo sfondo, l’azzurro del Mediterraneo. Tutti elementi, apprezzati a Nizza fin dal XVIII secolo, e che alla fine dell’800 diventano emblematici del paesaggio della Riviera.

Ma anche l’uomo ci mette lo zampino: intuizione felice sono le scelte urbanistiche che assecondano queste “doti naturali”. Il tracciato della piana centrale finalizzato a regolare lo sviluppo urbano legato al sorgere della località di villeggiatura è concepito a fine ‘700 con una forte volontà di abbellimento: la sua disposizione a ventaglio valorizza il sito attraverso lunghe linee visuali rettilinee tra il mare e le montagne.

Inoltre, a partire dal 1831 il Consiglio d’Ornato stabilisce regole volte a creare una città armoniosa e adorna, impreziosita dalle passeggiate lungo i grandi viali fiancheggiati da alberghi o negozi, le rive del mare o del fiume: concepite a partire dalla fine del XVIII secolo – la prima è la Promenade des Ponchettes – le passeggiate sono concepite col preciso intento di attirare e fidelizzare i forestieri attraverso abbellimenti e sviluppi (decorazioni, belvedere ecc.) che incontrino i loro gusti. La passeggiata più emblematica? La Promenade des Anglais.

NIzza, Promenade des Anglais - credit A. Issock

Agli inizi del ‘900 si deve invece l’abbellimento del patrimonio vegetale di Nizza. Le palme costeggiano il litorale con il loro tocco esotico, i pini ricoprono le montagne a est. Il paesaggio agricolo e pastorale alle spalle della città è sostituito da uno scenario paesaggistico, con filari di alberi lungo le strade. La città si dota di piazze e parchi pubblici o privati: un centinaio di alberi notevoli di questo periodo punteggiano ancora oggi lo spazio urbano, e anche la realizzazione del giardino botanico sulla Promenade du Paillon, in tempi molto più recenti, è in linea con gli interventi precedenti.

L’architettura, fiore all’occhiello di Nizza città della riviera invernale

Le architetture che esprimono il carattere cosmopolita di Nizza stazione invernale sono molteplici e s’spirano a innumerevoli cifre stilistiche, dal neoclassicismo all’eclettismo, all’Art Nouveau e all’Art Déco, fino agli inizi del modernismo del XX secolo, ma mostrano alcune costanti.

Prima di tutto, sono accomunate dalle influenze internazionali che testimoniano il cosmopolitismo di una città di vacanza modello: anche i committenti di numerosi edifici e i loro architetti, del resto, provengono da tutto il mondo. Gli artigiani italiani, a loro volta, portano un know-how specifico, fatto di intonaci colorati, fregi dipinti e sgraffiti. E belvedere, grandi sporgenze dei tetti, bovindi, logge, materiali e decorazioni di lusso fanno già parte degli stilemi del patrimonio edilizio di Nizza. Gli stessi nomi degli edifici evocano cosmopolitismo, aria fresca, belle viste, prestigio…

Il paesaggio urbano di villeggiatura non deve assomigliare a città industriali, e nemmeno semplicemente funzionali: vuole esprimere una certa arte di vivere, esotismo e benessere diffuso, e lo fa anche attraverso un’eccezionale densità di luoghi di accoglienza e di socialità.

Nizza, i colori tipici dell'architettura cittadina © H. Lagarde

Ville e edifici d’agrément

Le ville sono la forma più antica di alloggio turistico di Nizza stazione invernale. Ancora oggi ne esistono centinaia, in piccola parte nel centro della città e in parte preponderante immerse nel paesaggio collinare e sul litorale, dove spiccano tra il verde della vegetazione e l’azzurro del cielo.

La villa più antica, costruita sulla riva da Lady Penelope Rivers nel 1787, si trova sulla Promenade des Anglais, mentre la stragrande maggioranza delle ville risale all’inizio del XX secolo: diversi raffinati esempi art-deco, modernisti o contemporanei punteggiano il paesaggio urbano e collinare.

Altra tipologia di costruzione tipicamente nizzarda è il cosiddetto edificio d’agrément, la forma di alloggio pensata per la villeggiatura più diffusa a Nizza, un tipo di struttura caratteristico del paesaggio urbano del centro città: le sue facciate ornate ricordano quelle degli alberghi, di cui condividono, seppur per periodi tendenzialmente più lunghi, la funzione.

NIzza, esempio di ingresso Art Déco © Ville de Nice - J. Véran and P. Viglietti

Nizza Patrimonio Mondiale Unesco un anno dopo

Che cosa ha significato entrare a far parte della Lista del Patrimonio Mondiale dall’Unesco? Già nell’immediato, un consistente rafforzamento della reputazione internazionale di Nizza, una carta in più da giocare per incrementare ulteriormente la fruizione turistica lungo l’intero arco dell’anno e, in prospettiva, la spinta a investire ulteriormente nei punti di forza che la città ha (ri)scoperto di avere.

Quanto ai nizzardi, il traguardo raggiunto è un meritato motivo di orgoglio – la candidatura ha coinvolto gli sforzi di molti – e ha prodotto un’indubbia crescita del senso di appartenenza alla comunità urbana.

A un anno di distanza, in qualche modo molti cittadini si sentono ambasciatori e custodi di Nizza e del suo patrimonio materiale e immateriale. Anche chi non opera nel settore del turismo ha quindi acquisito una maggior consapevolezza del “valore” della propria città e sviluppato una maggiore attenzione alla sua evoluzione.

Il dibattito pubblico sul futuro di Nizza si sviluppa quindi sempre più anche al di fuori delle sedi della politica cittadina, e gli indirizzi non sono unanimi: “I colori utilizzati per ridipingere le facciate di Place Massena non sono troppo sgargianti rispetto all’originale?”, si chiedono e chiedono all’Amministrazione locale i cittadini nizzardi. “Ed era davvero indispensabile demolire il Théâtre national de Nice strappandolo al cuore della città?".

Piazza Massena a Nizza vista notturna  - Foto: © OTC Nice

Informazioni su Nizza e l'inserimento nel Patrimonio Unesco

Informazioni dettagliate su Nizza si trovano sul sito dell' Office Métropolitain de Tourisme et des Congrès de Nice (in lingua italiana). Altre informazioni sono disponibili sul sito del Comité Régional du Tourisme Côte d’Azur France e su Explore France.
Informazioni su “Nizza, città della riviera invernale” nel Patrimonio Mondiale Unesco si trovano sul sito Mission Nice Patrimoine Mondial.