Stai leggendo

Dolce di Pasqua da Premio Nobel

Dolce di Pasqua da Premio Nobel

Tradizioni e ricetta del brassadeau o brassado, gimbeleto o gimbletto: un bracciale di pasta brioche con qualcosa in più.

Il dolce celebrato da Mistral

Comme li gimbeleto,
Enliassen li coublet,
Pèr canta Mistraleto,
Eme soun Mistralet.

Quanti dolci hanno meritato dei versi? Quanti, in particolare, possono contare sulle rime di un premio Nobel della letteratura? In Provenza questa sorte è toccata a quello che oggi è considerato, in molte zone, il dolce pasquale per eccellenza.

Si tratta del brassadeau, o brassado in lingua locale, o ancora gimbeleto. È con quest’ultima denominazione che il più provenzale degli autori provenzali, Frédéric Mistral, gli dedicò alcuni brevi versi, ma non per Pasqua: il dolce venne proposto agli ospiti in occasione del matrimonio di un nipote.

Frédéric Mistral

Forma e sostanza del brassado

La famiglia è quella dei dolci lievitati e l’impasto quello della brioches, con l’aggiunta profumata di acqua di fiori d’arancio. Ma la forma del brassado, alla quale il dolce deve con ogni probabilità anche il nome, è quella di una piccola ciambella con il buco abbastanza grande per farvi passare una mano: un bracciale, insomma.

Particolare, oltre alla foggia, la cottura: prima di essere infornati, i grossi anelli vengono scottati nell’acqua bollente in modo che si possano conservare più a lungo.

Brassadeaux, dolci di Pasqua della Provenza

Un dolce che vanta molte tradizioni

Se oggi il brassadeau o brassado è il dolce tipico di Pasqua, le sue origini potrebbero essere pagane: questo dolce – che si fa risalire addirittura al Medioevo – sarebbe infatti legato alle celebrazioni del risveglio della natura e dell’arrivo della primavera.

Altre interpretazioni ne fanno invece il pane dei penitenti che dovevano tenerlo intorno al polso per tutto il tempo dedicato alla penitenza (non è difficile immaginare la tentazione) e potevano finalmente affondarvi denti solo dopo tutto il tempo necessario alla completa espiazione dei peccati.

Secondo altre fonti ancora, a indossare il brassadeau erano invece le giovani spose prima di lanciarsi nelle danze durante la festa che seguiva la celebrazione delle nozze.

Più di recente, è certo che questo dolce semplice ma gustoso avesse un suo spazio nelle feste religiose enelle sagre di paese, dove gli ambulanti vendevano i ciambellotti infilati in un bastone o legati gli uni agli altri come in un rosario.

Quanto al legame con la Pasqua, il periodo per la preparazione cominciava dopo la Quaresima e uso voleva che la domenica delle palme i brassados si portassero a benedire in chiesa.

Chantemerle-les-Grignan, scorcio

Brassadeau, la dolcezza non ha confini

Ormai, la produzione del brassadeau o brassado in Provenza è limitata al periodo pasquale, quando anche diverse panetterie e pasticcerie tengono viva la tradizione.

Con qualche lieve variazione nel nome più che nella sostanza – brassadeaux o brassados, gimbeletos (alla Mistral) o gimblettosquesto dolce si trova facilmente in gran parte del Vaucluse, incluso il territorio del Comtat Venaissin e del Monte Ventoux, ma anche nel Tricastin (a Chantemerle-les-Grignan si tiene perfino una festa dei brassadeaux), nelle Baronnies provenzali e nelle zone del Diois e della Valdaine, nella Drôme.

Altri ‘parenti’ si trovano in Occitania, come le gimblettes di Albi (nel Tarn) e le echaudés dell’Aveyron o di Carmaux (dove l’anice prende il posto dei fiori d’arancio). A dolce dimostrazione del fatto che i confini della Provenza non sono poi così definiti.

Come preparare i brassadeaux

Comincia la preparazione dei brassadeaux

Gli ingredienti (per 8 persone)

1 kg di farina 00, 250 g di zucchero, 1 bustina di lievito di birra, 6-8 uova intere (secondo la dimensione), 125 g di burro, mezza tazza di latte, un bicchierino d’acqua di fiori d'arancio, la scorza di 1 arancia e di 1 limone non trattati, 1 pizzico di sale, un cucchiaio di rum (opzionale).

La preparazione

In un contenitore diluite il lievito con 2 cucchiai di latte caldo e lasciatelo riposare per circa 15 minuti.

Fate una fontana con la farina e, al suo interno, rompete le uova, versate lo zucchero, il burro (che avrete avuto cura di ammorbidire in precedenza) e il resto del latte, e aggiungete il sale e la scorza di agrumi. Unite il tutto e aggiungetevi il lievito diluito; impastate fino a ottenere un impasto omogeneo. Unite l’acqua di fiori d'arancio e, se lo gradite, il rum.

Lavorate l’impasto per altri 5 minuti per renderlo più morbido, formate una palla e lasciatela riposare per 3 ore in un ambiente caldo. Tagliate delle parti delle dimensioni di una grossa arancia, date loro la forma di un lungo cilindro e saldate le due estremità servendovi, se occorre, di un po' d'acqua.

Riempite una pentola d’acqua e portatela a ebollizione. Calate i brassadeaux nell’acqua bollente e, non appena risalgono in superficie, scolateli bene e posateli su un panno asciutto dove dovranno riposare per almeno 4 o 5 ore.

Disponete i brassadeaux su una teglia imburrata e passateli in forno già caldo a 180° per 15 minuti. Quando il colore della superficie sarà ben dorato, estraete i dolci dal forno e fateli raffreddare su una griglia prima di servirli.

Brassadeaux appoggiati a riposare