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Petanque: non dite ai provenzali che giocano a bocce

Petanque: non dite ai provenzali che giocano a bocce

Sport provenzale per antonomasia, la pétanque è giocata da tutti ma segue regole precise. Ecco tutto quello dovete sapere su boules, terrains, modalità di gioco e… la prosperosa Fanny.

Qui in Provenza, la pétanque è lo sport per definizione: lo praticano tutti, donne e uomini, bambini, ragazzi, adulti e seniores. Si fa presto a mettere insieme una squadra e non c’è bisogno di prenotare un campo: in tutti i comuni, compreso il villaggio più piccolo, c’è almeno un terrain de pétanque a disposizione di chiunque voglia cimentarsi. Spesso con qualche fila di platani che aiuta a tracciare il confine invisibile tra un campo e l’altro e regala un po’ d’ombra ai giocatori.

Pétanque, le bocce e il cochonnet colorato

Ma attenti a non confondere la pétanque con le boules (bocce), dette anche jeu provençal o longue: se è in quest’altra disciplina che volete mettervi alla prova, vi serve un terreno più lungo (da 15 a 22 metri) e potete fare qualche passo prima di lanciare. Se restate fedeli alla petanque, invece, l’area di gioco non può superare gli 11-12 metri e al momento del lancio i vostri piedi devono essere assolutamente fermi: la petanque si gioca a pié tanca, incollati al terreno. Indovinato da dove il gioco prende nome?

La pétanque ha le sue regole

Oltre alla lunghezza del campo, ecco cosa dovete sapere. Le squadre: potete giocare due contro due (doublette) o tre contro tre (triplette). Le bocce: quelle ‘regolamentari’ sono di metallo, pesano da 620 a 800 grammi (720 è considerato il peso ideale) e hanno un diametro che va dai 7,5 agli 8 centimetri; quello che per noi sarebbe il boccino, invece, si chiama cochonnet (maialino) ed è una biglia di legno, a volte colorata di verde, giallo o fucsia fluo perché sia ben visibile sulla terra battuta, sabbia o brecciolino del terrain.

Pronti? A dirlo è semplicissimo: quando lanciate dovete pointer, cioè cercare di arrivare più vicino possibile al cochonnet. Ma, se c’è già una boccia avversaria da quelle parti, non vi resta che tentare di colpirla (tirer) per allontanarla: i punti vanno a chi ha la o le bocce più vicino al pallino di legno. E adesso tocca a voi.

Pétanque, pronti per la partita?

Un altro paio di cose da sapere sulla petanque

Se volete davvero giocare alla pétanque, procuratevi un pubblico, di amici o locali, che stia seduto sulle panchine del terrain a osservare e commentare le vostre prodezze.

Se avete perso 13 a 0, qualcuno di loro potrebbe suggerirvi di “embrasser Fanny”, ma quello che vi sta proponendo non è esattamente un premio di consolazione. Significa baciare, su un quadretto o una statuetta, il fondo schiena di una signorina dalle forme rotonde e ben in evidenza. L’origine di questa usanza è molto discussa, ma il senso è chiarissimo: è l’immagine della disfatta e l’occasione per una bella risata generale.

Se invece avete vinto, continuate ad allenarvi. Presto potreste essere pronti per La Marseillaise à Pétanque, il mondiale che si gioca ogni anno a Marsiglia nel mese di giugno. A proposito di allenamenti, che ne dite di una partita in centro a Milano? L'associazione Milanopétanque gioca tutti i giorni al Parco Sempione.

E voi, dove avete provato a giocare, in Provenza o in Italia?

Simona Mazzolini

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