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Saint Eloi, la festa e il senso della tradizione

Saint Eloi, la festa e il senso della tradizione

Le feste di Saint Eloi scandiscono l'estate provenzale. E il Carreto Ramado, trainato da 30 cavalli, corre per campi e villaggi per propiziare prosperità e buoni raccolti.

La tradizione della festa di Saint Eloi

La Saint Eloi è una festa tradizionale di ispirazione religiosa molto popolare e partecipata in diverse zone della Provenza: nella regione le feste di Sant'Eloi si susseguono dalla tarda primavera fino alla fine dell’estate in diversi villaggi e città più grandi.

Oltre alla data, diverse sono le variazioni nello svolgimento della manifestazione e nella sua durata (da un giorno a una settimana), ma alcuni punti fermi fanno da denominatore comune per tutte le zone. A partire, naturalmente, dal Santo al centro dei festeggiamenti.

Saint Eloi, un santo "importato" in Provenza

Eloi, Aloi in provenzale, nacque intorno al 588 nei pressi di Limoges. In gioventù imparò il mestiere di orafo e coniatore. Nel 633 entrò negli ordini religiosi per poi servire come vescovo nella cattedrale di Noyon, oggi nel dipartimento dell'Oise della regione dell'Alta Francia.

Notato per la sua abilità nell’arte orafa, Eloi venne incaricato di realizzare il trono reale intarsiato con oro e pietre preziose per il re Clotario II. Le forniture di materiali erano state più che abbondanti: con il resto dell'oro che gli era stato affidato per questo lavoro confezionò un secondo trono, dando così prova di grande onestà. Forse anche per questo il re Dagoberto I, a sua volta, ne fece uno dei suoi consiglieri ministeriali.

Un patrono con molti protetti

Per l’ineccepibile onestà e per la padronanza della sua arte, che esercitò fino alla morte avvenuta tra fine 659 e inizio 660, una volta divenuto santo Eloi fu scelto come patrono degli orafi e dei fabbri, dei doratori di rame, dei lattonieri, degli artigiani del ferro e dell'acciaio, degli armaioli (che pure dovevano avere una certa pratica nella lavorazione del metallo), così come, col tempo, dei metallurgici e dei meccanici dell'aeronautica e dell'esercito. Non a caso, Saint Eloi è spesso raffigurato con in mano un martello o un'incudine.

A un altro gruppo di protetti da Saint Eloi fanno capo i maniscalchi, i sellai, i commercianti di cavalli, i carrettieri e i mulattieri, gli agricoltori, gli aratori e i braccianti, così come i loro animali: muli, asini e cavalli.

Saint Eloi raffigurato con l'incudine gli attrezzi dell'arte orafa

Quando e dove si celebra la Saint Eloi in Provenza

Secondo un’espressione provenzale, “Sant Aloi es un bouon sant, si fèsto dous coup l'an”, che all’incirca significa “Sant'Eloi è un buon santo, si festeggia due volte l’anno”. E così è: una volta il giorno della festa religiosa, il 1° dicembre, e una seconda volta il 25 giugno, il giorno del 1212 in cui le reliquie del santo vennero trasferite dalla cattedrale di Noyon a Parigi.

Di fatto, nella bella stagione le feste di Sant'Eloi si susseguono nelle campagne del Pays d'Arles – dove il cavallo era un tempo il principale strumento di lavoro e spesso l'unica proprietà dei contadini – e nei diversi villaggi delle Alpilles del nord e della Valle della Durance: ogni comune ha adottato una data specifica che in genere coincide con una domenica. Ma l’area in cui la Saint Eloi è una tradizione ancora viva e seguita è molto più ampia: in Provenza viene celebrata da Avignone a Tolone e in molti comuni nei dintorni di Marsiglia, ma non vi sfugge neppure la Costa Azzurra, dove la Saint Eloi del Mentonese è una delle più sentite e particolari.

Il “Carreto Ramado”

L'attrazione principale del giorno di Saint Eloi è la corsa dei carri, o Carreto Ramado, che attraversa i campi e le strade dei villaggi per augurare ai contadini prosperità e buoni raccolti.

Tradizionalmente, ogni confraternita del villaggio decora un carro, il Carreto Ramado, con rami di olmo e con il proprio gagliardetto, e lo fa correre per le strade del villaggio al ritmo del galoppo dei cavalli da tiro; ciascuna squadra di carrettieri cerca di andare il più veloce possibile mantenendo il perfetto controllo del carro.

Ogni carro è in genere trainato da una trentina di cavalli (alla fine del XIX secolo in alcuni villaggi ne furono utilizzati fino a 80) ed è soprattutto a loro che la festa rende omaggio, in ricordo dell'epoca in cui il cavallo era lo strumento di lavoro, il mezzo di trasporto e il compagno fedele dei contadini. Oggi la cavalcade è uno spettacolo impressionante, tanto per la velocità degli animali e l'abilità dei carrettieri che corrono al loro fianco, quanto per l'entusiasmo popolare che si scatena al loro pasaggio.

In alcune zone, la corsa in velocità viene sostituita da una più tranquilla sfilata di singoli carretti addobbati e coloratissimi, trainati da pariglie o quadriglie di cavalli.

Vessillo della Confraternita di Saint Eloi di Graveson

La Saint Eloi dalle origini a oggi

La tradizione del Carreto Ramado, nata nel XVII secolo a Maillane e Graveson, trae ispirazione dal Medioevo, quando gli abitanti del villaggio formavano delle piccole milizie per difendere le loro terre. Ogni villaggio aveva la sua “milizia a cavallo”, guidata da un “capitano” che portava l’insegna cittadina.

La tradizione della sfilata dei carri che anche oggi rappresenta l’elemento centrale della Saint Eloi ha attraversato periodi difficili, in particolare durante le due guerre mondiali, quando la mancanza di giovani uomini e di cavalli impedirono lo svolgersi delle gare, e dopo la seconda guerra mondiale, quando la meccanizzazione dell'agricoltura ebbe per effetto una diminuzione dell’utilizzo dei cavalli da tiro nelle campagne.

La tradizione venne ripresa negli anni ‘70, quando per sostenerla fu costituita la federazione Alpilles Durances des Charrettes. Orgogliosi delle loro origini, gli abitanti sono oggi molto coinvolti in queste manifestazioni tradizionali, come dimostrano le grandi folle che invadono le strade dei villaggi in occasione delle feste di Saint Eloi.

Colore e folklore della Saint Eloi

Se è vero che in ogni villaggio – da Saint-Etienne-du-Grès a Maillane, da Graveson a Boulbon, da Chateaurenard a Saint-Rémy-de-Provence, per non citarne che alcuni – la Saint Eloi assume una connotazione distinta, vi sono comunque molteplici elementi in comune che contribuiscono a creare il clima di festosità e allegria che si respira durante la manifestazione.

Per accompagnare il Carreto Ramado, gli abitanti si vestono con i tipici costumi provenzali, e anche i cavalli sono adornati con i loro accessori più belli: dalle coperte bianche che ne ricoprono la schiena ai nastri colorati che danzano nell’aria al ritmo della corsa. La sfilata, a sua volta, è accompagnata da pifferai (galoubets) e tamburini (tambourins) che suonano tradizionali melodie provenzali sulle cui note danzano i gruppi folkloristici.

In alcuni villaggi, la connotazione religiosa della festa si esprime durante la messa e in altri momenti dedicati, come la benedizione dei cavalli o la distribuzione di pane benedetto.

Nella zona del Garlaban – l’altura che sovrasta la città e la pianura di Aubagne, non lontano da Marsiglia – la Sant'Eloi prevede anche balli, banchetti e serenate.

La Saint Eloi, danza delle Arlesiennes

La Saint Eloi in chiave barocca

A Tenda, nell’entroterra di Mentone, la Saint Eloi prende una sfumatura barocca, come molte tradizioni – e non poche architetture – in queste valli.

Qui la manifestazione affonda le radici nel Medioevo, quando la Via del Sale partiva da Nizza per raggiungere il Piemonte: Tenda era una tappa fissa nel trasporto del sale in arrivo dalla Camargue, e i suoi muli, rinomati per la loro robustezza e resistenza alla fatica, davano il cambio ai "colleghi" della pianura.

In queste zone la Saint Eloi è appunto una tradizione in omaggio ai mulattieri di Tenda, uomini che per secoli vissero del trasporto di persone e merci sulle difficoltose strade montane dove, alla fine del XVII secolo, transitavano ogni anno qualcosa come 46 000 muli. I mulattieri della valle diedero vita a una confraternita, sotto il patrocinio di Saint Eloi, per aiutare le famiglie dei colleghi vittime di incidenti causati dalla neve o di attacchi dei briganti.

Oggi i membri della confraternita, sopravvissuta al mestiere da cui prese il nome, perpetuano la solidarietà che univa i loro antenati celebrando la festa patronale ogni secondo week-end di luglio, quando a Tenda si raduna tutta la valle. Momenti salienti della manifestazione sono il concerto presso la collegiata della Madonna Assunta, la benedizione dei fuochi di Saint Eloi, i fuochi d’artificio intorno ai ruderi del castello, il gran ballo popolare, le passeggiate musicali, la bardatura di cavalli e muli con nappe, specchietti e drappi lavorati per l’occasione, la processione per le vie di Tenda che si conclude con la benedizione dgli animali sul sagrato della Collegiata, e la messa solenne per Saint Eloi.