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Primavera vien danzando, vestita di garofani e mimose

Primavera vien danzando, vestita di garofani e mimose

I corsos fleuris annunciano l’arrivo della bella stagione in un trionfo di fiori.

Il corso fleuri, sfilata di carri allegorici fioriti, è un classico, anche se non in esclusiva, delle tradizioni del Var, il dipartimento provenzale che ha per capoluogo Tolone.

La festa si gusta dal giorno prima

Generalmente, la festa vera e propria dura una sola giornata, ma il giorno precedente fervono i preparativi: il sabato è dedicato alla decorazione dei carri, mentre la domenica possiamo vederli sfilare lungo le strade dei villaggi.
Spesso, la parata floreale è accompagnata da bande musicali, gruppi folkloristici e figuranti in costume, mentre a chiudere lo spettacolo, di solito, è un’accesissima battaglia di fiori.

La mimosa, regina della sfilata

Il corso più conosciuto e uno dei più ‘antichi’ – è arrivato all’81° edizione – è quello di Bormes-les-Mimosas, che si tiene l’ultima domenica di febbraio (nel 2019, il 24): basta il nome della località per capire che qui sono le palline gialle e soffici della mimosa a farla da padrone negli addobbi e nelle decorazioni; così come avviene nella sfilata di Sainte-Maxime.
In altre zone, invece, a dare un tocco speciale al corso sono garofani, gerbere, anemoni, calendule…

Villagio che vai, corso che trovi

I corsos fleuris più importanti del Var sono quelli di Bormes-les-Mimosas, Carqueiranne, Cavalaire-sur-Mer, Cogolin, Draguignan, Le Lavandou, Ollioules, Roquebrune-sur-Argens, Sainte-Maxime e Saint-Raphaël.

Corso come corso Garibaldi

Dal punto di vista etimologico, corso deriva dall’omografo italiano “corso”, corrispondente al “cours” delle città francesi: la strada principale. Non a caso, l’abitudine dei nobili di passare la domenica andando su e giù per il corso con le loro carrozze fin dal XVII secolo veniva proprio dal Sud della Francia.
I corsos fleuris, però, sono più recenti: cominciano ad affermarsi di pari passo con la notorietà della Costa Azzurra e raggiungono il periodo di massima auge tra le due guerre mondiali.
L’antenato della sfilata di carri allegorici fioriti è il carreto ramado, un carretto adorno di fiori che attraversava i villaggi per avvisare tutti quanti che finalmente l’inverno aveva lasciato il posto alla bella stagione.

Muli, trattori, serre e savoir-faire

Il primo carreto ramado realizzato a Bormes per festeggiare l’arrivo della primavera, ornato di mimose, risale al 1920. Da allora sono cambiate parecchie cose, e soprattutto due in maniera irreversibile. In primo luogo, i carri non sono più trainati da animali: asini, muli, buoi o cavalli sono sostituiti dai trattori. In secondo luogo, i fiori non provengono più dai pendii delle colline del Var che alla fine dell’inverno si coprivano di mimose e di altre specie spontanee, ma dalle coltivazioni in serra che sono parte integrante dell’economia locale.
Ciò che non si è ‘automatizzato’, invece, è l’arte della decorazione dei carri: un saper fare che, pur adattandosi all’evoluzione del gusto comune, si tramanda di generazione in generazione.

Martina Cislaghi