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Van Gogh, inquilino irrequieto

Van Gogh, inquilino irrequieto

Dove abitava il pittore durante il suo soggiorno ad Arles? E dove posava il suo cavalletto? Seguiamolo!

Arrivato ad Arles in un giorno di febbraio del 1888, Vincent Van Gogh cambiò due alloggi nel giro di pochi mesi.

Il primo fu la pensione-ristorante Carrel, ma non vi rimase a lungo: non solo a suo avviso si mangiava male, ma a quanto pare i proprietari, che peraltro gli avevano prestato una terrazza perché se ne servisse come atélier, rifiutavano di soddisfare anche le sue richieste più semplici. Certo è che dopo poco tempo tentarono di aumentargli di cinque franchi il prezzo della pigione, giustificando la richiesta con il fatto che lui, il pittore, avrebbe occupato più spazio degli altri pensionanti.

Un ritratto di Vincent Van Gogh

Presto si arrivò al punto in cui Vincent rifiutò di pagare e i suoi locatori gli impedirono di portarsi via le sue cose. Come andò a finire? Verso la fine di aprile Van Gogh portò la questione davanti al giudice che, due settimane dopo, costrinse i gestori della pensione a restituire all’artista i suoi averi e 12 franchi.

Fu in conseguenza di questo spiacevole episodio che Vincent decise di spostarsi armi e bagagli: trovò un nuovo alloggio al Café de la gare, gestito dalla famiglia Ginoux – che vediamo ritratta in diverse opere – e affittò la Maison Jaune per istallarvi il suo atélier. Per i pasti si affidò con soddisfazione alla cucina di Madame Venissac.

Nelle scarpe di Van Gogh

Il rigore del clima, all’inizio del suo soggiorno, trattenne Van Gogh dal trascorrere più tempo all’aria aperta, ma la bella stagione fu per lui in invito a lasciare lo studio per dipingere en plein air. Vogliamo seguirlo e fermarci proprio là dove posò il suo cavalletto?

Vincent Van Gogh, le jardin de la maison de santé

In piazza Lamartine, ad esempio, il pittore dipinse "La maison jaune", mentre "Le jardin public" corrisponde al giardino del boulevard des Lices. Un altro giardino uscito dalla tavolozza del pittore, "Le jardin de la maison de santé", prese vita in quello che oggi è l’espace Van Gogh. Lungo la strada che costeggia il canale da Arles a Bouc s’incontra ancora il "Pont de Langlois aux lavandières", chiamato anche "Pont Van Gogh", mentre il ponte di Trinquetaille ispirò "L’escalier du pont de Trinquetaille". Altre tele – in entrambi i casi più d’una – immortalano le arene e gli Alyscamps.

Due le mete notturne: la piazza del Forum, per immaginare l’artista mentre dà gli ultimi tocchi a "Le café le soir", e una passeggiata lungo il Rodano, dove Van Gogh realizzò un altro dei suoi capolavori, "La nuit étoilée".

Vincent Van Gogh, la nuit étoilée

Una decina delle tappe del pittore – il cosiddetto Circuito Van Gogh – sono segnalate da lastre di pietra: ciascuna riproduce il quadro dipinto sul posto.

Simona Mazzolini