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Hold Up !

Hold Up !

Il colpo (da maestro) dell'ultimo surrealista.

A proposito di surrealismo

Mentre al Mudec di Milano stava aprendo i battenti “Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo”, la mostra dedicata ai capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen che racconta la nascita, lo sviluppo e i protagonisti del movimento surrealista, noi ci siamo spostati sulle rive del Mediterraneo per incontrare l’ultimo dei surrealisti. Jean-Claude Silberman. Ultimo, nel senso che è l’unico di surrealisti storici ancora in vita e, buon per noi, in piena attività.

Hyères, La Banque, Hold Up ! Jean-Claude Silbermann completa un'opera in situ

Lo abbiamo constatato di persona mentre – in carne, ossa e pastelli – stava mettendo a punto gli ultimi dettagli del suo imminente colpo in banca: qualche tocco finale a un’opera realizzata in situ per la mostra “Hold Up !” allestita dal 25 marzo al 4 giugno nei locali della Banque, il modernissimo Museo delle Culture e del Paesaggio di Hyères che ha compiuto un anno a novembre, oltre ad esporre in modo impeccabile (=fruibile nelle migliori condizioni) una collezione permanente di tutto rispetto, già realizza meraviglie come questa esposizione temporanea.

Hyères, La Banque, Hold Up !  La mostra

Jean-Claude Silberman, chi sarà costui? L’artista

Artista plastico, scrittore, poeta, Jean-Claude Silberman nasce nel 1935 a Boulogne-Billancourt e raggiunge l’avventura surrealista nel 1951, invitato niente meno che da André Breton: alle attività del movimento surrealista lavorerà quasi vent’anni, fino alla conclusione di questa avventura collettiva.

Dalla più tenera età, Jean-Claude si impregna di molti stimoli che ritorneranno nella sua opera: bambino, scopre le canzoni degli anni 40 e le fiabe dei fratelli Grimm; al liceo si imbatte nel surrealismo e nella psicanalisi grazie a un illuminato professore di filosofia; a 18 anni legge Alcools di Apollinaire e decide che vuole essere poeta. Viaggia, lavora, a Oslo si imbarca su un piroscafo e legge, legge, legge… «Breton, Antonin Artaud, Benjamin Péret, era un altro modo di pensare. La poesia mi sembrava una lingua straniera che riuscivo a capire…».

Hyères, La Banque, Hold Up ! Jean-Claude Silbermann, La Voyante

Grande innovatore, un’esperienza artistica sola non gli basta. Jean-Claude pubblica la sua prima raccolta di poesie, Le Puits de l’Ermite, nel 1959. Su consiglio dell’amico pittore Pierre Jaouen, si lancia nel disegno. Trovarobe, nel 1962 inventa le sue prime enseignes, opere ritagliate nel legno ispirate da una sagoma di cameriere che regge il menu davanti a un ristorante. Due anni dopo, presenta Enseignes sournois, la prima delle oltre cinquanta mostre che metterà all’attivo: il ‘solito’ Breton e José Pierre firmano la prefazione del catalogo. Nel 1960 sottoscrive la “Dichiarazione sul diritto alla non sottomissione nella guerra di Algeria” (nota come il Manifesto dei 121) e nove anni più tardi è con Audoin, Courtot, Legrand e Pierre nel collettivo che scrive e pubblica “Aux grandes oublieurs”, foglio di rottura con il conformismo morale imperante.

Hyères, La Banque, Hold Up ! Jean-Claude Silbermann, frammento poetico 1

E ancora: mette in piedi e anima un atelier nel servizio psichiatrico di un ospedale a Clichy, scrive canzoni che il gruppo Chien de faïance porterà in concerto al museo d’arte moderna di Parigi ARC, collabora con l’archistar Francis Soler, scrive e pubblica romanzi, racconti e altro per URDLA - centre international estampe & livre, illustra opere letterarie e realizza un film con Frédéric Le Clair.

Hyères, La Banque, Hold Up ! Jean-Claude Silbermann, Série Une voie limpide

Non pago, in parallelo Silberman è professore nelle Scuole nazionali d’arte di Bourges, Nizza, Limoges e Cergy-Pontoise. Le sue opere sono esposte al museo d’Arte moderna e contemporanea di Ginevra, a Praga, Stoccolma, Brest e al Centro Pompidou di Parigi.

Hyères, La Banque, Hold Up ! Jean-Claude Silbermann, Babil Babylone 1

Poliedrico e prolifico, Jean-Claude Silberman è stato ed è tutto questo e molto altro, ed era decisamente tempo di gettare uno sguardo retrospettivo sulla sua opera. Ma… il futuro? È lo stesso Jean-Claude a marcarne i confini, indicando proprio all’ingresso della mostra, in perfetto mood surrealista, la data della sua morte: 2035. E no, non è un suicidio programmato. È una dichiarazione d’amore per la vita e per l’arte. 100 anni basteranno appena. Gliene auguriamo molti di più.

Hyères, La Banque, Hold Up ! par Jean-Claude Silbermann

Effrazione a mano armata in luogo pubblico: le opere

Fedele alla concezione surrealista, la mostra Hold Up ! alla Banque è intesa come un’effrazione a mano armata in un luogo pubblico. La metafora è trasparente, la mano armata è quella dell’artista con la sua arte, il fine è affrancarsi: “rompere” con le convenzioni e le convenienze stabilite per risvegliare il visitatore e trasportarlo verso una realtà al di fuori da consuetudini e idee preconcette.

Hyères, La Banque, Hold Up ! Jean-Claude Silbermann, Toi mon infinitude

È così che possiamo godere di oltre 70 composizioni surrealiste tra cui alcune delle più grandi opere di Silberman, come ad esempio l’installazione Babil-Babylone composta da quasi 60 elementi prestati dal Mamco di Ginevra, ma anche Le Roi des Arts, Une voie limpide (grandi disegni a inchiostro), Parole source, Toi mon infinitude, Le oui des femmes, La voyante, o ancora L’effraction des demoiselles (opera manifesto della mostra) e La Traversée.

Hyères, La Banque, Hold Up ! Jean-Claude Silbermann, Le Roi des Arts

A loro volta, i locali che furono il caveau della banca sono investiti di opere create per l’occasione, accompagnate da diffusioni audiovisive che, per la loro inquietante singolarità, caratteristica del movimento surrealista, mettono in discussione le certezze più consolidate.

Hyères, La Banque, Hold Up ! Jean-Claude Silbermann, L'Unique Eunuque

L’intera mostra è inoltre punteggiata di estratti di poesia, strutture di legno e disegni a inchiostro o a pastello, rivelatori delle molteplici tecniche artistiche proprie di Jean-Claude Silberman, che interrogano il visitatore sull’importanza del sogno e dell’inconscio: il tema principale della sua opera.

Hyères, La Banque, Hold Up ! Jean-Claude Silbermann, frammento poetico 2

La vocazione di custodire tesori: il museo

Una sezione di “Hold Up !” è dedicata alla banda che effettua il colpo che dà il nome alla mostra, ma i veri complici sono La Banque, punto d’arrivo del museo di Hyères dopo quattro traslochi in diversi luoghi della città, e il suo direttrore, Franck Mei.

François Carassin, assessore alla cultura di Hyères, e Franck Mei, direttore de museo La Banque

Hyères, La Banque, Musée des Cultures et du Paysage, sale espositive

Quello che oggi ospita La Banque è l’edificio neoclassico della Banque de France che risale agli inizi del 900. Un luogo storico della città, integralmente riprogettato, oltre che per accogliere esposizioni temporanee come Hold up !, per custodire e rendere visibili, a rotazione, le oltre 8mila opere della collezione cittadina.

Hyères, La Banque, Musée des Cultures et du Paysage, l'edificio

Un intervento architettonico pregevole ha saputo conservare lo spirito della vocazione originaria adattando nel contempo gli spazi dell’edificio alle esigenze espositive e funzionali della museografia contemporanea: le collezioni permanenti sono ospitate nell'ex appartamento del direttore della banca e nel caveau, dove si trovano ancora le cassette di sicurezza che custodivano i tesori dei clienti di un tempo.

Hyères, La Banque, le cassette di sicurezza

Il percorso espositivo delle collezioni permanenti è una passeggiata nello spazio e nel tempo che, partendo dalle origini del paesaggio locale, attraversa le vocazioni che hanno segnato la vita e l’economia della città, dalla coltivazione delle arance al tempo di Caterina de’ Medici (che si affermarono come frutto emblematico di Hyères e dei suoi colori), alla raccolta del sale, dalle colture delle primizie e dei fiori, fino alla villeggiatura, invernale prima ed estiva poi, antesignana del moderno turismo.

Hyères, La Banque, Les Marais salants, le soir, René Monteix

Non meno interessanti le sale dedicate alle personalità che hanno lasciato la loro impronta nella storia cittadina e agli artisti locali, testimoni e interpreti del paesaggio e del territorio, ma anche lo spazio riservato alla fotografia contemporanea: chi ha il senso della scoperta può cercare tra le strade cittadine lo scorcio immortalato nel 1932 da Henry Cartier-Bresson mentre un ciclista sfreccia lungo la strada che costeggia una delle scalinate più ripide del centro storico.

Hyères, La Banque, Musée des Cultures et du Paysage. Hyères, France, 1932 di Henri Cartier-Bresson

In continuità con l’edificio e in perfetta armonia con la sua opera simbolo – Oranges au soleil, dell’enfant du pays Emmanuel-Charles Bénézit – il giardino della Banca ospita eventi e installazioni artistiche, ma la sua vegetazione rigolgliosa e le sue piante di agrumi ne fanno un luogo adatto a godere in qualunque momento un piacevole senso di tranquillità.

Hyères, La Banque, Oranges au soleil, Emmanuel-Charles Bénézit

Prima di partire per Hyères

Tutto, ma proprio tutto, su Hyères (sempre che non vi abbiano arrestato durante il colpo in banca) sul sito dell'Ufficio del Turismo di Hyères o, dal vivo, nell'accogliente sede della Rotonde du Park Hôtel, 16 avenue de Belgique, +33(0)94018450. Tante altre idee per visitare la Costa Azzurra su Côte d'Azur France ed ExploreFrance™.

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