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I trovatori provenzali o Twitter… chi è il più conciso?

I trovatori provenzali o Twitter… chi è il più conciso?

Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto… ma solo con due sillabe!

Considerato a pieno titolo uno dei capolavori della narrativa trobadorica provenzale del Medioevo, Le Roman de Flamenca offre una sorprendente testimonianza sulla condizione della donna nel XIII secolo e un inaspettato parallelo con qualcosa di cui oggi molti non potrebbero più fare a meno!

La manica in punta di lancia

Flamenca, una giovane e bellissima donna, intelligente e virtuosa, si sposa con Archimbaut, un uomo scortese e geloso. Alla festa di nozze gli sposi ricevono la visita del Re e della Regina e viene indetto un torneo in loro onore.

Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori

Quel giorno un pezzo di stoffa deciderà il futuro di Flamenca: il Re scende in campo portando come insegna una manica femminile sulla lancia e si rivolge con particolare attenzione alla fanciulla. Archimbaut sospetta subito che sia Flamenca la donna nei pensieri del Re e la fa rinchiudere in una torre severamente custodita permettendole di uscire solo per recarsi alle terme e in chiesa.

Uno sputo galeotto

Proprio in chiesa Flamenca incontra Guillem de Nevers, un giovane bello e colto, che ha studiato alla Sorbona. Guillem ne intravede la bellissima "boccuccia" baciata dal sole quando la fanciulla, durante il rito religioso, scosta il velo per sputare in terra. Quella visione, che ai nostri tempi sarebbe poco seducente, basta invece a Guillem per innamorarsene a distanza secondo un topos della poesia trobadorica.

L'amore al tempo dei trobadori

Per poter incontrare la donna amata, decide di farsi chierico, così potrà avvicinarla durante lo scambio della pace, alla fine della messa. Guillem, con un’idea elegante quanto originale, riesce a stabilire un contatto con Flamenca nonostante abbia a disposizione poco più di un attimo e solo una volta alla settimana. Nasce una conversazione fatta di monosillabi, due per ogni incontro, mormorati in quel breve istante quando Guillem porge il Vangelo a Flamenca perché lo baci. E dovrà comunque aspettare un’altra settimana per avere la risposta.

Corteggiare vuol dire saper attendere

La prima domenica quando ella si china a baciare le pagine sacre, le due teste si toccano per un momento e Guillem le sussurra all’orecchio “Ai las” (Sono esausto, distrutto). La seconda domenica Flamenca risponde “Que plans?” (Di che ti lagni?) e sette giorni più tardi le risponde Guillem “Mor mi” (Io muoio).

Dama e cavaliere

Così l’insolito dialogo settimanale continua con battute accuratamente scelte: “De que” risponde Flamenca; e lui: “D’amour”. “Per cui?” (Per chi?), “Per vos” (Per voi), “Que’n puex? (Che ci posso fare?), “Garir” (Guarirmi), “Consi” (In che modo?), “Par gein” (Con un’astuzia), “Prenle” (Studiala), “Pres l’ai” (L’ho già concepita), “Ez on?” (E dove?), “Als bans” (Ai bagni), “Cora?” (Quando?), “Jorn breu” (Un giorno prossimo). “Plas mi” (Mi piace...) ribatte infine Flamenca con una parola che sancisce il suo consenso!

Ecco come conquistare l’amata con due sole sillabe senza scomodare le 280 battute di Twitter!

Un finale imprevedibile per una donna libera

Guillem fa costruire una galleria che congiunge la sua camera con le terme per raggiungere l’amata quando fa il bagno. La loro storia d'amore segreta continua fino a quando Flamenca manda l'amato a compiere imprese degne di lode; nel frattempo Archimbaut rinsavisce e al suo ritorno ne apprezza le doti fisiche e morali. Flamenca potrà infine amare liberamente Guillem pur restando al fianco del marito secondo i canoni della poesia trobadorica.

Le Roman de Flamenca, il manoscritto custodito a Carcassonne

Le Roman de Flamenca fu scoperto solo nella metà dell’Ottocento grazie a un manoscritto ora conservato nella biblioteca comunale di Carcassonne mentre l’autore resta tuttora ignoto. Oggi viene considerato uno dei primi romanzi “moderni” che non cessa di sorprendere per l'attualità della forma e del contenuto.

Alessandro Bagno

Nota: la parola “trovatore” non ha alcuna attinenza con una ricerca ultimata ma deriva dal provenzale “trobar”, ovverossia “poetare”.