Stai leggendo

Ci presti tuo marito?

Ci presti tuo marito?

Graham Green scappa dalle nebbie di Londra per Antibes. E decide di restare qui, innamorato del sole d'inverno e della 'sua' città.

Ci presti tuo marito? Domanda curiosa: in genere, per cose come queste non si chiede, si prende. Graham Greene, giornalista, scrittore e sceneggiatore inglese di fama internazionale, la utilizza come titolo per uno dei suoi racconti più noti (May we borrow your husband?), scritto e ambientato nella città vecchia di Antibes. Molti dei suoi romanzi e altre sue opere nascono qui, perché è proprio la cittadina della Costa Azzurra il 'luogo del cuore' dell'autore.

Nato nell'Hertfordshire e cresciuto tra le nebbie della perfida Albione, Greene conduce una vita a dir poco movimentata: dal '41 al '45 è in Africa occidentale, in missione per conto del Foreign Office di Londra. Negli anni '50 lo ritroviamo in Malesia, in Vietnam, in Polonia, in una colonia di lebbrosi del Congo belga e in altre 'zone calde' come inviato e cronista di guerra per testate come "Life", il "Sunday Times" e "Le Figaro".

Che sia tutto questo viaggiare o il clima che lo accoglie ogni volta che torna a casa, lo scrittore si scopre una polmonite e i medici gli prescrivono di trovare un luogo caldo e secco dove passare i mesi invernali. Per qualche anno Greene fa il pendolare stagionale Londra-Antibes - un niente, per uno che ha girato il mondo come lui - ma nel 1966 arriva in Costa Azzurra con il treno e qualche bagaglio in più del solito per non tornare indietro.

Ad Antibes si sceglie un piccolo appartamento nel Residence dei Fiori, in rue Pasteur. Dalle finestre di casa vede il porto.

La cittadina, sotto mentite spoglie ma decisamente riconoscibile, punteggia le pagine di Ci presti tuo marito?

"Passavo per il mercato, il vecchio porto e davanti al ristorante Chez Loulou (che nella realtà è Chez Felix), per salire la scalinata dei Saleur verso la cattedrale e il museo".

Un altro posto che compare spesso tra le pagine dello scrittore inglese è l'Hotel Royal. Non a caso: lui è un habitué.

Anche se ormai vive in Costa Azzurra tutto l'anno, Greene ha le sue preferenze: ama la città d'inverno, mentre l'estate, a suo dire, Juan-les-Pins diventa sordida come un parco di divertimenti chiuso. Nei mesi più freddi, invece,

"Antibes ritrova la sua anima più autentica di cittadina di provincia, il piccolo Auberge de Provence si riempie di gente... Il sole del mattino brilla senza grande sfavillio e le rare vele bianche scivolano dolcemente su un mare il cui riflesso non acceca più".

Il console onorario (1973), Il fattore umano (1978), Una specie di vita (1971) e Vie di scampo (1980) sono alcuni dei romanzi e racconti che l'autore inglese scrive qui. E poco prima di morire, nella sua residenza svizzera di Vérsay, Greene suggella con una manciata di parole la ragione che lo ha tenuto avvinto alla Costa Azzurra così a lungo:

"Ad Antibes sono stato felice: l'unica città in cui mi è stato possibile vivere".